90 anni fa! |
Aspettando Allah...
Sì, caro Ambrogio, in attesa non di Godot, che non arrivava mai, ma di Allah, prossimo venturo, sull'orizzonte dei cieli fideistici e culturali del nostro Paese, in nome e per conto di chi ritiene che sia cosa buona e giusta, equa e salutare, saltare sul carro del padrone di turno.
Ce lo insegnano le maestrucole di tante scuole dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, e persino eminenti cardinali, come l'arcivescovo di Milano, Scola, che auspicano la celebrazione, nei nostri Istituti, di feste religiose islamiche. Bisognerebbe, invece, usare giuste ed equilibrate dosi di timore e di coraggio reattivo, perché, in modo più o meno silente e strisciante, anche in Italia, come in tutta Europa, si sta svolgendo una guerra di religione.
A chi ritiene fermamente che la legge coranica sia superiore a quelle di qualsiasi Stato sul globo, noi non abbiamo da opporre un'etica collettiva, granitica, indivisibile e indiscutibile.
La nostra fede rimane un fatto spirituale, intimo e privato. Sia i recenti immigrati che i musulmani di seconda e terza generazione praticano una religione, basata sul Nobile Corano, che riporta, da oltre un millennio, parecchie Sure, molto spiacevoli, nei riguardi dei cristiani.
Da noi, sono le campane di certe parrocchie, anche a Fidenza, a risvegliarci, pure di domenica, alle 6 del mattino; là,invece, lo fanno i lamentosi richiami dei muezzin; ci abitueremo.
Ci ritroveremo, in Piazza Garibaldi, sotto i portici o nel cortile del Municipio, ad orare et laborare, tra tanti islamici, da noi definiti come moderati, quelli che, al crollo delle Twin Towers, esultavano, soddisfatti, e brindavano all'avvenimento. Nessuno di loro si prende mai la briga di scendere in piazza a condannare l'ISIS; ne hanno una paura fottuta, soprattutto loro, oppure, come sospetto, sotto sotto, ne approvano le azioni di sfoltimento della popolazione cristiana.
Franco Bifani
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