giovedì 17 novembre 2016

Dolore, Morte e dolorismo


Dolore, Morte e dolorismo

“Il dolore non è affatto un privilegio, un segno di nobiltà, un ricordo di Dio. Il dolore è una cosa bestiale e feroce, banale e gratuita, naturale come l’aria”; così scriveva Cesare Pavese.  
Solo certi doloristi ed algofili, cristiani e non, possono proclamare la positività delle pene e della Morte, non solo per se stessi, ma anche da procurare al prossimo, ed affermare che possono rendere grande un uomo.
Per costoro, il dolore e la Dark Lady sono uno strumento per guadagnare il premio eterno; per altri, sono solo la più grande maledizione dell'Umanità. Concordo con i secondi.

Nessuno può sfuggire al Dolore, che sia fisico o spirituale, ma almeno, non possiamo ridurne la quantità e la durata ed evitare di farne dono sgradito a chi non ce lo ha richiesto?
Io, posso simpatizzare con tante cose e persone, non con la sofferenza e con certi sadomasochisti, che amano considerare quella altrui, mai la propria, capaci di dare consigli e conforto solo per il dolore che non provano. Non parliamo poi di chi coinvolge nelle sue personali esplosioni il prossimo ignaro.

La sofferenza è permanente, oscura e cupa, le ferite che infligge sanguinano in permanenza, non si rimarginano mai.
Una concezione, distorta ed ipocrita, del dolore, si è recentemente diffusa anche in certi ambiti fideistici, che la divinizzano, come qualcosa di assolutamente positivo e la impongono all'Altro.
Non è la sofferenza ad essere ripugnante, ma il fatto che sia giustificata ed esaltata, come via alla perfezione,  come mezzo per meritare il Paradiso.
Se fosse vero che le sofferenze rendono migliori, l’umanità avrebbe raggiunto la perfezione, da milioni di anni.
Il tormento, in sé e per sé, non è mai un bene, anche se, a volte, può avere un suo misterioso senso pedagogico.

Indulgere nel dolore e infliggerlo, è diabolico, disumano ed infame. Nessuno, nemmeno chi si suicida, lo fa per  morire, ma solo per fermare il Dolore. Ma c'è anche chi è convinto di onorare il suo Dio, coinvolgendo nel suo suicidio altri innocenti.

Il dolorismo più insulso arriva ad atteggiamenti pseudo-consolatori, con l’invito ai sofferenti a rassegnarsi alla volontà di Dio e con l'esaltazione della loro malattia e della loro misera fine, come segno della predilezione divina, per cui il malato vorrebbe tanto invitare Dio a prediligere qualcun altro.
Si tira in ballo la volontà di Dio solo per avvenimenti dolorosi, come la Morte, le malattie, mai di fronte a un matrimonio, alla nascita di un bambino, all’ottenimento di un posto di lavoro, alla soluzione di una situazione difficile, ad una vincita all'Enalotto.
Per quanto mi riguarda, dopo averne sperimentata una buon dose sulla pellaccia mia, se la sofferenza porta davvero saggezza, preferisco rimanere un poco più ignorante.
Franco Bifani


6 commenti:

  1. Difficile fare un commento ad un tema come il Dolore. Nemmeno papa Francesco, che ci ha provato anche recentemente, ha saputo dare una spiegazione: si è arreso di fronte all'imperscrutabilità di questo Mistero. Se ho ben capito.
    Ho apprezzato il coraggio con cui Lei espone ed affronta rabbiosamente direi, un tema del genere; così ostico, così antico. Ma non ho soluzioni particolari, solo condivisione almeno in parte.
    Ed io, dal fondo delle mie scuole medie inferiori tento non tanto ad un confronto quanto ad affrontare il tema. Sarà l'età che mi spinge, l'approssimarsi della resa dei conti.
    A quanto pare è dagli albori dell'umanità che l'Uomo prova a darsi una risposta confortante e decisa; già, anche il Salmo 89 ne dà testimonianza, poi gli antichi filosofi... d'altronde se così fosse avremmo la chiave, il motivo definitivo per cui siamo su questa Terra e forse tutto prenderebbe un'altra piega, nel bene o nel male. Personalmente ci trovo un certo fascino in questo arcano segreto. Il Grande Mistero.
    Già, tanto in questa terribile incertezza del male prodotto o provocato non ce ne sia a sufficienza
    Di fronte al dolore nostro fisico o quello di altri si è Nudi, di fronte alla Morte poi..
    Così ognuno ha in sé un po' di strumenti per affrontarli, se non altro: la rassegnazione, la religiosità, la capacità di sopportare il male; oppure la Coscienza, se si ha, di essere un Uomo con la propria Dignità. Mi dico sempre, pensando particolarmente alle atrocità dell'ultima guerra che mi ha visto piccolo testimone, quanto ha sofferto l'Umanità dal suo albore: i poveri in particolare. In parte da essa stessa procurate ma che l'Uomo ripeto con la sua Dignità ha affrontato.
    E' abbastanza facile scriverne ora, vedrò per me quando sarà il momento se saprò almeno rivolgermi all'Essere Superiore.

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  2. Purtroppo l'essere umano è dotato di una psiche che gli moltiplica a dismisura l'angoscia della sofferenza e della morte, mentre un animale vive, soffre e muore, senza questo pensiero assillanti e scevro dall'umiliazione in cui ci precipitano le malattie, senza la spada di Damocle della fine misteriosa ed improvvisa del suo vivere.

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  3. IL DOLORE DEL MONDO

    Grande è il dolore del mondo
    e troppo
    è il peso delle cose
    per l’uomo.

    Non senti il grido insensato,
    l'urlo di rabbia
    che sale
    dall’abisso del cuore ?

    Don Lino Cassi

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  4. Preziose risposte, grazie.

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  5. Servizio degno di una grande testata giornalistica. Bravo Biffino, bravo Ambrogio per la postilla di Don Lino Cassi e bravo l'anonimo. Per quanto mi riguarda, il dolore, sia fisico che morale, anche se coinvolge tutti gli abitanti della terra, è molto soggettivo e trafigge ognuno di noi, percorrendo traiettorie diverse.

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  6. Mi è venuto alla mente ora un esempio notissimo di dolorismo, quello contenuto nel film "La Passione di Cristo", di Mel Gibson, che ci ha trasportato dentro il suo fanatismo da neo-convertito. Era un film da vietare ai minori, con un'insistenza morbosa ed inutile su certe scene gore e splatter, ma si erano mobilitati i parroci di tutta Italia, per poter avere la pellicola ed ancor prima affittando bus per trasportare i fedeli parrocchiani nella sala cinematografica più prossima, a godersi lo spettacolo, bimbi compresi.
    Ma allora, perché non proporre al pubblico, per documentare il sadismo dei nazisti, anche scene orripilanti sulla Shoah o sulle torture inflitte ai dissidenti? Magari anche i filmati della fine miseranda degli ebrei nelle camere a gas. Ma ce ne sarebbe proprio bisogno, è necessario mostrare tutto l'orrore della Morte, senza alcun rispetto per chi la sta incontrando?

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