Taglio del nastro solo virtuale all'apertura della mostra "Il più bello è la pianura” - I luoghi di Oreste Emanuelli tra Fidenza, Parma e Piacenza -dedicata al pittore fidentino negli spazi espositivi di via Costa 8 e curata da Isabella Botti e Francesca Bertorelli dello staff della Biblioteca "M. Leoni".
L'Assessore alla Cultura ed alla Scuola Maria Pia Bariggi si è intrattenuta con il pubblico spiegando le finalità della mostra stessa e i criteri di scelta delle opere. |
Si tratta di una cinquantina di lavori di "Oelli” in gran parte mai esposti provenienti dalla donazione del 1974 che il pittore fece alla città e che raccontano vie e piazze di Fidenza, chiese e palazzi storici di Parma e Piacenza, paesaggi collinari e di pianura.
Nel corso della conversazione sono stati mostrati al pubblico altri lavori prelevati per l'occasione dalle casse dell'archivio della Fondazione Emanuelli. Nell'incontro serale conferenza del pittore artista Simone Ponzi come ci racconta la prof. Mara Dallospedale in questa nota.
Nel corso della conversazione sono stati mostrati al pubblico altri lavori prelevati per l'occasione dalle casse dell'archivio della Fondazione Emanuelli. Nell'incontro serale conferenza del pittore artista Simone Ponzi come ci racconta la prof. Mara Dallospedale in questa nota.
IL PIU’ BELLO E’ LA PIANURA
di Mara Dallospedale
La mostra mi ha confermato ancora una volta come l’arte, espressione estetica dell’uomo e della sua interiorità, e il territorio che le fa da contorno e la anima siano due realtà indissolubili.
Ha suscitato inoltre in me il piacere della ri-scoperta dell’artista e di quello che ci ha lasciato, immagini di scorci dimenticati o mai visti della mia città e dei suoi dintorni nella loro pienezza artistica.
Nei quadri di Oelli anche la pianura, a volte da me deprecata per la sua piattezza, noiosità e grigiore, assume un volto nuovo, svela un orizzonte insperato di luce e colore, quasi uno spazio ‘domestico’ e nello stesso tempo infinito dell’anima.
Molto ha contribuito a questa riscoperta la presentazione, che direi sublime e comprensibilissima anche a chi non avesse sufficienti prerequisiti per una lettura critica dell’opera d’arte, del giovane pittore Simone Ponzi.
Attraverso ‘rimandi’ ad artisti di richiamo mondiale (Correggio, Van Gogh, Pollock, Freud, Turner, Constable), Ponzi ha permesso una nuova lettura della personalità e delle opere di Emanuelli, creando un confronto tra storie lontane ed evidenziando una sorta di dialogo generazionale su luce e spazio offerto nei modi diversi della pittura, cielo e terra che si fondono nel mutare dei tempi e l’alternarsi delle stagioni. Mai avrei immaginato un richiamo al Correggio, a quella ‘volta gettata via per salire verso il cielo’.
Nell’espressione artistica, la distanza spaziale ed anagrafica si annullano.
Una mostra da vedere, un tuffo nello spazio e nella luce vissuti interiormente, magia dell’arte.
di Mara Dallospedale
La mostra mi ha confermato ancora una volta come l’arte, espressione estetica dell’uomo e della sua interiorità, e il territorio che le fa da contorno e la anima siano due realtà indissolubili.
Ha suscitato inoltre in me il piacere della ri-scoperta dell’artista e di quello che ci ha lasciato, immagini di scorci dimenticati o mai visti della mia città e dei suoi dintorni nella loro pienezza artistica.
Nei quadri di Oelli anche la pianura, a volte da me deprecata per la sua piattezza, noiosità e grigiore, assume un volto nuovo, svela un orizzonte insperato di luce e colore, quasi uno spazio ‘domestico’ e nello stesso tempo infinito dell’anima.
Molto ha contribuito a questa riscoperta la presentazione, che direi sublime e comprensibilissima anche a chi non avesse sufficienti prerequisiti per una lettura critica dell’opera d’arte, del giovane pittore Simone Ponzi.
Attraverso ‘rimandi’ ad artisti di richiamo mondiale (Correggio, Van Gogh, Pollock, Freud, Turner, Constable), Ponzi ha permesso una nuova lettura della personalità e delle opere di Emanuelli, creando un confronto tra storie lontane ed evidenziando una sorta di dialogo generazionale su luce e spazio offerto nei modi diversi della pittura, cielo e terra che si fondono nel mutare dei tempi e l’alternarsi delle stagioni. Mai avrei immaginato un richiamo al Correggio, a quella ‘volta gettata via per salire verso il cielo’.
Nell’espressione artistica, la distanza spaziale ed anagrafica si annullano.
Una mostra da vedere, un tuffo nello spazio e nella luce vissuti interiormente, magia dell’arte.
Collina di Cabriolo - 1927 |
La corte de castello di Vigoleno |
Piacenza - Piazza Cavalli |
* La mostra è aperta da giovedì 10 novembre a domenica 20 novembre negli spazi espositivi di via Costa 8, con i seguenti orari: mercoledì, giovedì e venerdì 16.30-19.30, sabato e domenica 9.30-12.30 e 15-18, ingresso libero.
Telefono: 0524.517390
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