Nel comparto PSC individuato col numero 36 troviamo il Seminario Vescovile attualmente utilizzato parzialmente, si prevede come "strategia urbanistica" di "realizzare attraverso un intervento di recupero le nuove dotazione per le scuole medie".
Tenendo presente che oggi la struttura è di proprietà della Diocesi, la procedura che verrà adottata è tutta da vedere così come la tempistica.
Tenendo presente che oggi la struttura è di proprietà della Diocesi, la procedura che verrà adottata è tutta da vedere così come la tempistica.
La destinazione prevista dal PSC preliminare è stata infatti confermata respingendo l'osservazione n° 153 avanzata dalla proprietà che chiedeva di
"Consentire la demolizione dell'intero fabbricato del Seminario Vescovile, recuperando la volumetria esistente ed edificare un nuovo fabbricato da destinare, ancora a Seminario Vescovile e per la parte rimanente realizzare degli edifici con destinazione residenziale mantenendo la stessa volumetria totale o utilizzandone di nuova da concordare, distribuendola sull'area in oggetto".
La controdeduzione che ha portato a respingere la richiesta predica:
"Le modalità di intervento nel comparto del seminario sono definite dalla scheda 36, il vincolo sul fabbricato esistente è un vincolo di PRG, legato al mantenimento dell'impronta tipologica del fabbricato che non può essere demolito."In tal modo sembrerebbero salvi i due riquadri verdi e le piante che li delimitano.
Ricordiamo che il complesso è stato realizzato nei primi anni '50 in sostituzione del vecchio seminario secentesco posizionato immediatamente a sud della cattedrale ed abbattuto.
Valli a capire queste risposte! Il "mulino Chierici" lo sacrificano demolendolo perché c'è da realizzare il sottopasso proprio lì senza valutare soluzioni alternative , e fino a pochi giorni fa era vincolato. L'ex forno comunale, che all'interno custodiva murature del 1300 della Chiesa di S. Giovanni, lo hanno demolito senza tanti perché. Questo che non era vincolato, lo vincola il PRG e non lo svincola il PSC. Ma, speriamo che tra qualche anno non svincolano anche le torri della stazione per non demolirle!
RispondiEliminaDato che Deus Caritas est, non sarebbe ora che il Seminario accogliesse i migranti, che godrebbero così di vasti spazi interni ed esterni? Ma in tal modo si svaluterebbe l'immobile, meglio tenerlo vuoto.
RispondiEliminaCaro Bifani è facile fare i generosi con le cose altrui. Certo che se ci fosse stata la Di Vittorio a fare una richiesta del genere non avrebbe avuto la stessa risposta..... vedi gli accordi presi per l'area Cabriolo ed i volumi recuperati per il residenziale (solo il fallimento ha bloccato questa cosa vergognosa). D'accordo per la storia del mulino Chierici
RispondiEliminaCaro Aliani, quali sarebbero le cose altrui, con cui io farei il generoso, come afferma Lei? Un seminario vuoto da decenni? Ma la Chiesa non è quella dei poveri, almeno nominalmente, e Cristo non accoglieva a sé gli ultimi della Terra. Ad uno che voleva seguirlo, Cristo non disse che, se voleva essere perfetto, doveva vendere tutti i suoi beni, per donarli ai poveri? Invece di continuare a criticare il governo, come se non facesse nulla per i migranti, Bagnasco e compagnia, in concreto, che fanno per i poveri ed i diseredati, dimenticati da tutti? Ricordiamoci della parabola del ricco epulone e di Lazzaro.
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