Ritornando in questo luogo pochi segni ci dicono il passato mentre il futuro stenta, ma ci tende la mano che, volenti o nolenti, alla fine dovremo stringere.
La struttura indigesta |
I colori aiutano. Quando c'è il sole ovviamente |
La forza della natura nel luogo più caro |
Vestigia |
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Ma la lingua usata da Anonimo pare quella di Fantozzi nel film "I no spik inglisc"...
RispondiEliminaE' solo una provocazione!
RispondiEliminaAh, ai anderstend, of cors!
RispondiEliminaSiete fuori tema.
RispondiEliminail tema è che per gli interessi di qualcuno hanno occupato una strada pubblica con aiuola, hanno incasinato la viabilità della zona, hanno fatto un tunnel che ha richiesto tempi biblici di realizzazione al solo scopo di dare accesso ai garage, hanno cercato di dare uno skyline alla manhattan de noantri, attività che operano in una struttura che forse non ha ancora l'abitabilità e ciliegina il tutto mezzo vuoto.
RispondiEliminache dire, la megalomania di progettisti ed amministratori ha colpito in modo indelebile ed indecente.
Ambrogio, l'avevo già scritto, ma lasciami ripetere che, dal 1958 al '60, con alttri salsesi, venivo giù a Fidenza, al neonato Ginnasio, sito in due aule al pianterreno della Scuola Media Carducci. Il piazzale della Stazione era bellissimo, nella sua semplicità; nella vasca con i pesci ci avevo liberato anche due miei pesci rosi. Lungo la strada per arrivare alla Carducci, ci fermavamo in un negozietto di alimentari, dove ora c'è il Bar Moana, a prendere dei panini per l'intervallo, con la cicciolata o il lardo pesto. E mi ricordo che, dove ora è dislocato il Tepado, di fronte al Bar Diana, c'era un bar con il juke-box, e sentivo spesso "The lion sleeps tonight" e "La ballata del Cerutti Gino".
RispondiEliminaMia mamma si faceva fare le scarpe dal calzolaio Bersani, e c'era ancora la mitica Confetteria, in piazza. Avevamo comperato l'arredamento di casa da un mobiliere lombardo, tale Balzarotti, in Viale Brenini.
Mia madre scendeva spesso a trovare la preside, sua collega, Adriana Grigato, la prof Giannina Zucchi e la prof Baruffaldi; incontravamo anche tuo padre, sempre imbacuccato, d'inverno, con la sciarpa intorno al viso. Fidenza, per noi di Salso, era un luogo bucolico, dove la vita era ancora semplice ed autentica, senza i lustrini falsi della nostra cittadina termale.
E secondo me non abbiamo ancora finito!
RispondiEliminaQuesta piazza è da abbattere e rifare da capo
RispondiEliminaImpossibile. Hanno speso tutto per lo scheletro da adibire a caserma dei carabinieri.Ho
RispondiEliminaIn quell'orrore di scheletrone ci possono stare CC, PS, PM, GdF, con tutte le rispettive famiglie.
RispondiEliminaSigh, quanti bei ricordi andati a finire nel cemento. Ricordo che d'estate quando riuscivamo a catturare qualche pesciolino in stirone lo mettevamo nella vasca e poi cercavamo di pescarli alla sera cercando di non essere visti dai ferrovieri.
RispondiEliminaRiguardo lo scheletrone ex Esso è già tutto pianificato, per permettere ai CC di entrare ed uscire con le auto "abbastanza agevolmente", chiuderanno via 4 Novembre.
Immagino che,ovviamente, i residenti di quella zona saranno felicissimi di queste strepitose novità.