Foto storica che ricorda la presenza di militari a Borgo durante la Grande Guerra. Qui siamo nel 1917, cent'anni fa, e questa volta i soldati avevano portato i cannoni con se. |
100 anni fa il nostro mondo era un altro mondo e si chiamava Borgo San Donnino. Non eravamo un "baricentro del nulla" come oggi, ma parte di un'Italia che si stava faticosamente facendo anche nel quotidiano delle piccole cose ma, delle piccole cose, si comprendeva il senso.
Poco si capiva invece del senso di una guerra sciagurata che devastava l'Europa e inghiottì tanti figli della nostra terra. Ma i soldati ospiti della città erano accettati nella loro umanità non nella retorica dei bollettini di guerra. Vediamo come da questa cronaca salesiana del Sac. Livio Farina.
Cortile dell'oratorio ormai dimesso |
1916 Dall'Oratorio festivo di Borgo S. Donnino.
Borgo S. Donnino, 15 agosto 1916.
Rev.mo Sig. D. Albera,
Da Parma, ove avevo laciato l'Oratorio S. Benedetto adibito a caserma, venni mandato a Borgo S. Donnino, ove da tempo si sospirava come manna del Cielo un Salesiano.
E vi giunsi il 16 ottobre 1915 mentre la cittadella commemorava il centenario del miracolo di S. Francesco d'Assisi che di passaggio a Borgo aveva fatto discendere dal cielo il pane per sfamare i poveri e i suoi frati di ritorno dal celebre Capitolo delle stuoie.
Il rev. sig. Vicario perpetuo del Duomo, Don Giuseppe Bolzoni, zelantissimo Cooperatore Salesiano, appena mi scorse sospirò esultando il Te Deum di riconoscenza a Dio, che finalmente ricompensava le sue ardenti brame di avere un figlio di D. Bosco per rialzare le sorti dell'Oratorio, a causa di un periodo di riposo rimasto quasi del tutto solitario. Non creda però che tutto io abbia trovato spento. No, no.
I bravi giovani del Circolo S. Filippo Neri avevano tenuto desto il fuoco e con sacrifici immensi radunavano ogni domenica un gruppo di fanciulli istruendoli nella religione, conducendoli ora in una chiesa ed ora in un'altra ad assistervi la Santa Messa.
In breve i giovani crebbero a vista d'occhio e la cappella echeggiò, come un tempo, di cento e cento voci argentine. Consolidato il Circolo S. Filippo Neri, con apposito statuto veniva affigliato, anzi incorporato, all'Oratorio medesimo, e tutti i giovanotti esultanti si diedero con ardore a zelarne il progresso morale e materiale, precedendo tutti con il buon esempio e colla frequenza ai santi Sacramenti.
E quale consolazione fu per me quando potei presentare al nuovo Vescovo della diocesi Fidentina, Mons. Giuseppe Fabbrucci, una fioritura di anime raccolte tutte sotto il medesimo vessillo di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice!
PER I SOLDATI
Si era attorno al focolare. Eravamo appena arrivati, si parlava... e fuori si udiva il passo cadenzato dei soldati. Poveri giovanotti! Se si potesse fondare una sala del soldato, ove quelli, distaccati a Borgo, potessero trovare un ritrovo serale, quanto bene si compirebbe e quante benedizioni si raccoglierebbero dal Cielo e dalle spose e madri lontane. Fu un lampo di piena luce. Il buon Vicario del Duomo Don Giuseppe Bolzoni, al quale sottoponeva ogni mia iniziativa, approvò l'idea, dettò un caloroso appello alla pubblica beneficenza, ed il Comando militare di Piacenza e quello locale del Presidio applaudirono al nostro programma.
E furono a cento i soldati che vennero alla sala, che chiamano la loro casa; fu all'ombra di essa che quei giovani caldi nei loro 2o anni, ebbero campo e comodità di porsi in comunicazione coi loro parenti lontani, ai quali annunziavano la felicità trovata.
1916 - Così Borgo ricordava i suoi caduti |
Le lunghe serate d'inverno, le clamorose tombole natalizie, le manifestazioni di fede che di tanto in tanto, quasi a nostra ricompensa, ci davano i cari soldati, la gioia insomma che essi sentivano di trovarsi tra amici e quasi tra fratelli, le belle recite di carnevale che i soldati insieme coi giovani diedero a ricreazione del pubblico Fidentino che numerosissimo accorse ad applaudirli, tutto, tutto cooperò a rendere simpatica la Sala del Soldato e gli assidui suoi frequentatori.
Ed eccole un po' di resoconto finanziario.
Ogni giorno (dal 4 novembre 1915 ad oggi 15 agosto 1916) furono dispensati giornalmente in media un 450 fogli di carta da lettera e 400 buste. Le cartoline illustrate poi furono le preferite, specialmente quelle che avevano a colori la simpatica nostra cittadina e qualche simbolo di guerra. Non le enumero le penne, i pennini che, quantunque a buon mercato aumentarono l'ascesa delle spese, appunto perché erano le cose più necessarie e non sempre corrispondenti in bontà alle nostre aspettative. E la stufa? e la legna? e il carbone e gli impianti elettrici e la luce, che sebbene allo sconto di favore del 25 % venne a costare ben L. 200,07 in soli 3 mesi?
Oh! se anche i nostri soldati non si fossero adoperati esplicandosi ciascun nell'arte sua, a impiantare il cinematografo, a pitturare scene pel nostro teatrino, se non si fossero dati la premura di aggiustare essi stessi le piccole rotture, inevitabili fra tanta gente, non so se avremmo potuto evitare qualche crisi finanziaria.
Ora ponga come appendice l'acquisto delle pellicole cinematografiche, le cene (ben meritate) offerte ai recitanti, le piccole manie, ecc., ecc. e non si meraviglierà se le spese fatte per la Sala del Soldato dal 4 novembre ad oggi raggiungono la bella cifra di L. 4720,60. E le entrate?
Vorrei avere una penna d'oro o una penna d'angelo per scrivere a caratteri indelebili il none delle anime generose, che colle loro offerte diedero vita fin dal suo nascere al piccolo seme. Fu il loro buon cuore che cosparse di benefica rugiada, di luce e calore, l'opera nostra; e teniamo come ricordo perenne i numerosi biglietti d'incoraggiamento, di adesione elle dalla famiglia dell'operaio a quella del possidente ci pervennero. I bravi soldati poi ed i giovani del Circolo S. Filippo diedero colle loro recite pro Sala incremento all'opera nostra, e ci animarono a sfidare serenamente l'avvenire.
E la Provvidenza ci soccorse.
Se le uscite furono di L. 4720,60, le entrate raggiungono la somma di L. 4400.90. Come si vede c'è il passivo di L. 319,70, ma niente paura! Fiori e frutti.
Fu una fioritura di bene quella che si pote compiere, coll'aiuto di Dio, in mezzo ai giovani ed ai soldati, coll'Oratorio e colla Sala.
Dieci anni dopo Borgo dedicò questo monumento ai suoi caduti
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NATALE 1915 E I SOLDATI
Venne il Natale. Quanta poesia, ma ad un tempo quanta fede! Il duomo era affollato di soldati sitibondi di Dio, al quale si avvicinavano per attingere forze ed aiuto.
La Messa del soldato che, dietro nostra iniziativa, veniva celebrata ogni domenica alle 12, era assistita da quasi tutto il Presidio ed era per noi una vera consolazione spiegare brevemente il Vangelo a tutti quei soldati che preceduti dai loro ufficiali bevevano sitibondi le parole di Dio.
Non è ancora spento il trionfo solenne che sfolgorò in pieno meriggio il 5 marzo u. s. Fu e sarà una data indelebile e formerà la piú ricca ricompensa ai nostri sacrifici. Tanta gioventù che si accostò al celeste banchetto ci commosse, e ci strappò le lacrime. Furono 8oo e piú cuori che purificati dalla presenza reale di Cristo, si sentivano piú forti nella fede e nell'amore al sacrificio per la grandezza della Patria.
Vorrei, venerato Padre, che leggesse le splendide lettere che ci scrivono i soldati dal fronte e le mamme dalle loro famiglie. Ne rimarrebbe consolato e ad un tempo commosso.
Fra le numerose adesioni e gli incoraggiamenti pervenutici, ricorderò, quelli del Ten. Col. Francesco Cav. Bivona, Comandante del Presidio.
Nel lasciare il Comando del Presidio invio a 17. S. Rev.mo, i miei più sentiti ringraziamenti per l'interessamento che ha spiegato e continua a spiegare in favore dei nostri soldati qui distaccati....
E che dire dei trionfi che Gesú ebbe nel cuore dei miei giovani, a Pasqua? Animati alla risurrezione morale della loro anima dalla parola piana ma persuasiva del M. R. Don Tornasi Salvi Segretario Vescovile, per tre giorni accorsero numerosissimi ad ascoltarlo ed a purificare la loro coscienza, in preparazione al gran giorno.
Altro giorno memorando fu il 25 giugno.
L'appello lanciato da Roma a tutti i circoli giovanili cattolici d'Italia di stringersi in adorazione innanzi a Cristo per impetrare alle armi nostre vittoria e pace, all'Europa, fu raccolto dalle nostre associazioni giovanili cittadine con tutto lo slancio e il Circolo S. Filippo Neri, sempre primo negli entusiasmi religiosi, chiamò attorno a Gesù nella chiesa di S. Pietro i suoi soci, le figlie di Maria, le Terziarie, le Madri cristiane, l'eletta schiera delle affigliate al Circolo Giovanna d'Arco e le Donne Cattoliche.
Il tramonto di una si bella giornata veniva rallegrato da un telegramma pontificio.
Al mattino si era telegrafato al S. Padre in questi termini:
Circoli Giovanili Cattolici Borgo San Donnino, auspice nostro venerato Vescovo Fabbrucci, in adorazione diurna Sacramento, implorano Vicario Cristo conforto, Chiesa trionfo, Europa pace.
Ecco, amatissimo Padre, conce si è sviluppata e si sviluppa l'opera nostra in Borgo S. Donnino. Che Iddio ci consoli mandandoci sempre la sua divina Provvidenza, ci conservi la sua santa grazia e non verremo mai meno al grande ideale del nostro Ven. Padre D. Bosco: Da mihi animas, caetera tolle! A questo fine Ella pure benedica il suo dev.mo in C. J. Sac. Livio Farina.
Chi era Don Paolo Albera, destinatario della lettera?
Don Paolo Albera Rettor Maggiore dei Salesiani è stato il 2° successore di Don Bosco, Nato a None, Torino, il 6 giugno 1845 e morto a Torino il 29 ottobre 1921, fu sepolto a Valsalice, accanto a don Bosco e a don Rua, a conclusione di una vita tutta spesa per la congregazione che, ricordiamo, era presente a Fidenza con l'Oratorio Don Bosco di Via Bacchini.
Lo ricordo molto bene "quel" busto che ci accoglieva all'ingresso sulla ds. Mi fa specie si trovi ancora lì in quel disfacimento, si vede che non frega proprio nulla a nessuno.
RispondiEliminaO no...
Si, Ambrogio,
RispondiEliminaproprio un altro mondo.
Che possiamo rivivere, comunque, grazie anche a una lettera del tempo, conservata e pervenuta a noi chissà come, e alla costanza di un certo "signore" che non si lascia sfuggire occasione per salvare frammenti del nostro passato e farli conoscere.
Grazie infinite
Un caro saluto
Mirella
Buongiorno,
RispondiEliminaun soldato della mia città e deceduto durante la guerra presso l'ospedale militare di Borgo San Donnino. Conosce in quale struttura era collocato l'ospedale militare e dove si trovano ora sepolti i militari deceduti in tale ospedale ? Grazie per la risposta. Federico
1915-18 o 1940-45?
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