Si deve agli "scavi" di Enrico Angiolini, archivista presso Open Group Patrimoni Culturali-Bologna, e di Ezio Barbieri, Università degli Studi di Pavia, il riemergere di documenti preziosi per conoscere Castione, la capitale della Bassa fidentina, in cui la storia si è stratificata per millenni.
Grazie all'interessamento dell'Associazione Culturale le Vie del Sale e della associazione “Pro Castione Marchesi” potremo fruire del loro lavoro venerdì 8 settembre alle ore 20.45 proprio a Castione nella piazza giardino Don Luigi Giussani, il programma è questo:
- Enrico Angiolini "LE CARTE e LA STORIA dell'Abbazia olivetana di santa Maria Assunta di Castione Marchesi"
- Ezio Barbieri "Castione Marchesi nel XIV secolo: terra di allevamenti bovini e di passaggio di mercanti ebrei"
- Coordinatore dell'incontro Graziano Tonelli, Direttore degli Archivi di Stato di Parma e Pavia.
- A seguire VISITA GUIDATA al complesso monasteriale ed al altre testimonianze storiche con Germano Meletti.
Un po' più in dettaglio:
ENRICO ANGIOLINI
Le carte e la
storia dell’abbazia olivetana di Santa Maria a Castione Marchesi
Un complesso abbaziale benedettino intitolato
a Santa Maria Assunta sorse a Castione Marchesi per la fondazione tradizionalmente
attribuita nel 1033 al marchese Adalberto Pallavicino e a sua moglie Adelaide.
Questa abbazia, decaduta fino a venire affidata in commenda, sotto i
Pallavicino - nel 1487 - fu ceduta agli Olivetani, verosimilmente per tentare
di rivitalizzarla; questo ordine la tenne fino al suo passaggio alla diocesi di
Parma del 1° aprile 1764, sotto cui si trasformò in chiesa parrocchiale di
clero secolare.
Particolare interesse hanno le vicende delle
pergamene e delle carte di questo monastero. Infatti nel fondo dei Conventi e confraternite dell’Archivio
di Stato di Parma si trovano soltanto un «Libro o sia
squarzo continente li conti de’ mezzadri, fittarelli, casanti e
persone interessate con l’abbazia
di Santa Maria di Castione» (1784) e un fascicolo ("Monastero
degli Olivetani di Castione
dei Marchesi soppresso [...]") con istrumenti, atti processuali
e inventari di XVI e XVII secolo; sempre in questo
archivio vi sono però altre 7 buste di atti dal 1544 al 1798 (con un documento
del 1033 in copia), parte di un nucleo rimasto diviso in due e "pervenuto in
parte con le Corporazioni religiose soppresse, in parte con il versamento degli
Ospizi civili".
Questo perché il
ricavato della vendita dei beni di questo e di altri enti religiosi e
assistenziali soppressi fu devoluto all’Amministrazione degli Ospizi Civili,
facendone entrare le carte in questo archivio secondo queste consistenze.
EZIO
BARBIERI
L’arrivo
degli ebrei nel Quattrocento e l’allevamento dei bovini nel territorio
fidentino
Le fonti da
cui sono estratti i dati su cui mi baso per il mio intervento sono le filze e i
registri notarili quattrocenteschi conservati all’Archivio di Stato di Parma.
Si tratta di
documentazione che offre un quadro totalmente diverso rispetto a quella dei
fondi monastici e di famiglia, il cui studio fa conoscere tipi di contratti assolutamente
inediti e risaltare argomenti ignoti.
Tra le molte
possibilità che mi si presentavano nel merito di proporre una ricerca sul territorio fidentino nel XV
secolo, ho isolato ed estrapolato due argomenti totalmente diversi, ma che non
sono mai stati studiati in precedenza.
Si tratta di
documentazione che metterà in luce, per l'area di Fidenza e per il territorio
lungo il Po, due elementi:
·
la presenza
di ebrei sul territorio nel Quattrocento;
·
l'allevamento,
in particolare dei bovini, e la produzione del formaggio in quel periodo.
Soprattutto in
merito agli ebrei, illustrerò le condizioni che ne determineranno il loro
arrivo e la radicazione della loro cultura sul territorio, tutti argomenti
finora oscuri ed ignorati dalla storiografia, mettendo in confronto gli
insediamenti con quelli delle altre zone non lontane, elementi che ne faranno
emergere un quadro di assoluta novità.
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