Ricorre oggi il sessantacinquesimo anno dall'ordinazione di Lino Cassi, Sacerdote della Diocesi di Fidenza dove ha ricoperto per lunghi anni l'incarico di parroco, finché la malattia glielo ha consentito. Il prossimo 15 di ottobre sarà il terzo anniversario della sua morte.
Don Lino fu sacerdote per più di sessanta anni e nemmeno la malattia che l'accompagnò per tanti anni riuscì a smorzarne l’impegno al fianco del prossimo. Quella di monsignor Lino Cassi è una storia di fede e di cultura.
Nato a Parma, nel settembre del 1929, a quindici anni fu privato del padre, morto durante il bombardamento su Fidenza del 13 maggio del ’44.
Allora era allievo nel seminario di Fidenza, che nel periodo bellico era stato trasferito a Campolasso nelle prime colline verso Tabiano. Ha poi vissuto sempre con la madre Celesta nella piccola casa in Via dei Mille.
Dopo gli studi, il 21 settembre 1952 è stati ordinato sacerdote da Monsignor Evasio Colli allora Vescovo di Parma.
Dottore in filosofia, licenziato in teologia negli anni Sessanta, non ancora parroco è stato promotore della sezione fidentina della FUCI, la Federazione degli universitari cattolici, uno spazio di confronto in cui sono cresciuti giovani poi impegnati in molti campi, spesso lontano da Fidenza. In quegli anni, sempre insieme alla mamma, ha abitato in via Mentana, ai margini dello storico quartiere Oriola.
Nel 1969 è stato nominato parroco di San Michele, dove è rimasto per trent'anni. La comunità ha concretizzato la sua lezione spirituale dando vita a varie iniziative che ancora oggi arricchiscono la città: l’Avo, per il volontariato in ospedale, il gruppo Condivisione e la Cooperativa Arcobaleno per i disabili.
Tra le opere parrocchiali importante è stato il suo impegno finalizzato alla valorizzazione della chiesa della Gran Madre di Dio.
Ma centrale è stato l'annuncio della Parola sia nelle omelie domenicali che nella promozione di momenti specifici di preghiera e meditazione, dedicati ai singoli o alle famiglie.
Le sue giornate di “esercizi spirituali” hanno costituito per tanti anni il riferimento per tante persone provenienti, anche da altre parrocchie.
Nel 1999, già toccato dal Morbo di Parkinson, ha lasciato la parrocchia e si è trasferito nel seminario vescovile, dove ha vissuto gli ultimi 15 anni senza mai rinunciare di incontrare persone, di “comunicare” il suo messaggio e di celebrare la messa nella cappella del seminario.
Lo studio, l’organizzazione della comunità, la preghiera, ma anche l’arte e, soprattutto, la poesia. Coltivò quest'ultima sino alla fine dei suoi giorni.
A. P.
Pubblichiamo questa oggi più che mai significativa:
ORA CHE TUTTO
D'ATTORNO E’ SILENZIO
Ora che tutto d'attorno è silenzio
e il cuore si stende e riposa
come in un letto,
palpitare, Signore, ti sento.
L'anima che abbracci, immenso,
placata s'oblia.
Cessato è il battito del tempo:
vivo
nell'eternità.
Tanta tenerezza in questa poesia- preghiera. Un richiamo a Leopardi e al suo "naufragar m'è dolce in questo mare", lo stesso fiducioso abbandono dell'anima.
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