Un paio di giorni fa sono apparsi alcuni posts, come questo, sulla pagina FB di Rete Civica Fidenza. Lamentava Rete Civica Fidenza di non essere stata adeguatamente citata dai "diffusori mediatici" in occasione della presentazione della cartellonistica dialettale collocata in 15 punti della città ed oggi, 26 settembre 2020, stata ufficialmente presentata.
In sintesi Rete Civica Fidenza denuncia il mancato riconoscimento della sua presunta paternità all'iniziativa; paternità "certificata" da due mozioni, di identico tenore, presentate rispettivamente nel 2017 e nel 2018.
Penso al contrario che la rilettura di due articoli pubblicati "a caldo" nel 2017 e nel 2018 in occasione della discussione consiliare della mozione di Rete Civica Fidenza dimostri tutta l'attenzione che questo blog ha riservato alle due mozioni di Rete Civica Fidenza.
I due link che seguono rinviano direttamente ai due articoli da cui ho ripreso pari pari due passaggi in cui consigliavo i due consiglieri di Rete Civica Fidenza di giungere ad una soluzione condivisa ed ad una delibera tecnicamente gestibile. Cosa che non è avvenuta.
martedì 22 agosto 2017
"Il Sindaco Massari Andrea rilevava l'incompletezza della mozione proponendo un emendamento volto a tradurre in effettiva delibera un atto altrimenti configurabile in mera dichiarazione d'intenti, ma l'emendamento non è accettato dal Consigliere Rigoni Gabriele per cui decade la possibilità di una soluzione condivisa."
lunedì 23 aprile 2018
"Respinta nel Consiglio Comunale del 3 luglio 2017 la Mozione “Toponimi bilingue nelle vie della città”, presentata da Rete Civica Fidenza, viene nuovamente proposta dallo stesso gruppo consiliare. La nuova mozione è stata inserita all'ordine del giorno dei due ultimi consigli comunali ma in ambedue i casi è stata rinviata. Con ogni probabilità la sua trattazione avverrà nel prossimo Consiglio Comunale del Comune di Fidenza convocato per la giornata di giovedì 26 aprile.E' da sperare che in questa sede la discussione e la conseguente decisione non siano astrattamente e strettamente "politiche" ma costruttive e condivise.La Mozione probabilmente dovrà essere integrata da "emendamenti" che, rispettando la spirito della proposta, la rendano di fatto gestibile."
In effetti la Mozione così come presentata si prefigurava piuttosto come una dichiarazione d'intenti, in pratica sollecitava una generica attenzione da parte del Sindaco alla problematica sollevata, come atto deliberativo era ben poca cosa.
La soluzione di integrare la Mozione con l'emendamento suggerito da Sindaco e poi perfezionato dal Presidente, Amedeo Tosi, avrebbe permesso di procedere al progetto in sede tecnica sulla base di una delibera assunta all'unanimità come è auspicabile avvenga in casi come questo dove l'interesse politico di parte non ha alcun senso.
Teniamo poi presente che, mozione o non mozione, delibera o non delibera, si poteva comunque procedere in sede tecnica, come d'altra parte è stato fatto.
Ambrogio Ponzi
In realtà se ben ricordo ma andrò a verificare, fu richiesto di riportare la mozione in commissione dopo accesa discussione in cui furono prevalenti gli sberleffi rispetto ad un favorevole accoglimento. Qualche consigliere PD se non addirittura il capogruppo, argomento che la cultura deve aprirsi al mondo e non vivere in un passato ormai morto. Dato. Che appunto era una manifesrazione d'intenti chiedendo di votare la proposta e poi definirla in commissione. Votarono no. E nessuno ci chiamo in commissione per ridefinire la questione né allora né mai. Mi sorprende che tu non ricorda bene questa questione e si continui in un opera mistificatoria di quanto accaduto. Ripeto verifico ma non abbiamo msi detto no ad emendamenti costruttivi quindi vado sul sicuro.
RispondiEliminaPiù che cercare di ricordare leggere la delibera e guardare il video della seduta. Più che guardare alle reazioni del parco buoi perseguire pragmaticamente il risultato. Io, che ricordo bene, posso dire che anche il Progetto Toponimi quando presentato al CC è stato accolto dalla minoranza allo stesso modo.
EliminaIl passato, non muore mai, in quanto ce lo portiamo dentro e lo esterniamo, senza nemmeno rendercene conto. È il nostro DNA. Sarebbe disdicevole ancorarci al passato, quello sì o credere che in passato fosse tutto più bello e più amabile perché si tratterebbe di un falso e dannoso cordoglio, ma estirpare le radici del popolo cui appartieni è, certamente, una cosa indegna.
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