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venerdì 23 ottobre 2020

La conferenza di mons. Carlo Mazza, Vescovo emerito, sul tema: “Borgo per i poveri pellegrini penitenti”.


Nel contesto della Festa Internazionale della Storia il Teatro Magnani si è riempito, in tutti i posti ammessi dalle normative di prevenzione del contagio da COVID 19, per ascoltare mercoledì 14 ottobre la relazione di mons. Carlo Mazza Vescovo emerito della Diocesi di Fidenza, sul tema: “Borgo per i poveri pellegrini penitenti”. 
L’assessore alla cultura del Comune di Fidenza Maria Pia Bariggi ha introdotto l’intervento di mons. Carlo Mazza con parole molte calorose e di ringraziamento per aver accettato l’invito di tornare nella città di San Donnino per parlare attraverso il grande tema del pellegrinaggio della nostra cattedrale e più in generale della nostra storia. 


“Camminare è un esperienza esistenziale dell’umano – ha esordito nel suo intervento mons. Mazza – che abbraccia tutta la nostra persona. Una pratica religiosa che diventa poi una forma di conoscenza e quindi di cultura. Il pellegrinaggio diventa così una maturità sia personale che comunitaria”. 
Il relatore si è poi soffermato sull’identità di Fidenza e della sua gente. 
“Fidenza o meglio Borgo San Donnino, ha sempre manifestato nel tempo una sua autonomia che è diventata oggetto di desiderio da parte dei potenti territori circostanti. Ho potuto osservare e comprendere bene, nei dieci anni vissuti a Fidenza, come esista un filo storico che la riconduce sempre a questa condizione storica culturale di “borgo” che forgia una forte identità nei suoi abitanti e che fa si che sia possibile riconoscerli sempre ovunque”. 
Mons. Carlo Mazza si è quindi soffermato su San Donnino e la Cattedrale. 
“Il pellegrinaggio converge sempre verso un luogo di accostamento religioso e la nostra cattedrale ha una grande forza di attrazione: San Donnino custodisce in se una potenza che investe il pellegrino donandogli quella forza umana e spirituale che gli consente di continuare il viaggio rigenerato nello spirito. 
Non dobbiamo dimenticarci che nel medioevo il pellegrinaggio era collegato al senso di colpa ed alla conseguente ricerca dell’assoluzione dei peccati di chi si pone davanti a Dio chiedendo il suo perdono. Il senso di colpa del pellegrino medievale non è quella dei tempi nostri: esiste un'altra bilancia nel vissuto delle persone di oggi per capire quali sono le colpe ed i peccati. 


Quello che non cambia nel tempo è la forza della confessione e del pentimento che conduce al loro perdono grazie anche all’intercessione di una santo ed alla sua potenza salvifica. Johann Wolfgang von Goethe sostiene che l’Europa è stata costruita dai pellegrini. 
E’ grazie a questo grande movimento che le persone hanno potuto conoscere altri popoli ed altre culture attraverso le grandi strade che attraversavano l’Europa nel medioevo come la Via Francigena. Per questo sorgevano tante case di accoglienza vicino alle Chiese ed alle Cattedrali. Un grande segno di solidarietà e quindi di carità in una parola: civilizzazione.
E’ così che l’Europa si è elevata spiritualmente, moralmente e culturalmente e Borgo San Donnino è stata una meta fondamentale in questo grande cammino di fede, cultura e civilizzazione. 
I cittadini devono essere consapevoli di questo patrimonio religioso ed umano che richiede che siete voi oggi coloro che devono portare avanti questa grande storia che ha portato alla fondazione dell’identità Europa.
Il calice di San Donnino è il testimone più importante della fede di un popolo: di questa identità esso deve essere orgoglioso. Senza San Donnino Fidenza non esiste. Occorre coltivare la devozione verso chi è stato testimone diretto del Vangelo di Cristo ”. 
“Fidenza era imperiale – ha concluso mons. Carlo Mazza – e non era sottoposto a nessun altro potere religioso se non a quello del Papa. Quando ho difeso la diocesi perché non venisse accorpata l’ho fatto basandomi sulla sua storia che l’ha sempre vista cattolica, autonoma e legata al Papa. Infine una raccomandazione che vi lascio: la dimensione religiosa e quella civile devono camminare assieme. Solo così sarà possibile continuare a costruire il futuro di questa terra coscienti che occorre partire dalla sua storia e dalle sue radici cristiane”. 
Amedeo Tosi

*L'articolo è stato pubblicato da "il Risveglio" il giornale della città e della diocesi di Fidenza.





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