“Inizio da una piccola storia personale: sono venuto qui da consigliere alle prime armi, ci torno da assessore a pochi mesi da una sentenza che dopo tanti lunghissimi anni costituisce una pietra miliare sulla verità di quel giorno. Il groppo in gola lungo tutta Via Indipendenza, circondato da migliaia di persone e centinaia di gonfaloni di tutta Italia, è sempre difficile da gestire. Poi i tre fischi del treno, il minuto di silenzio, l’applauso scrosciante e commovente della folla che ancora oggi, a distanza di 43 anni da quel 2 agosto 1980, si accalca dinanzi la stazione centrale di Bologna per ricordare, per testimoniare e per dire tutti insieme “Repubblica significa essere sempre dalla parte della verità”. La verità scritta nelle sentenze, la verità di una bomba nera, di massoneria e di servizi deviati la cui matrice è stata richiamata senza ambiguità dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.
Così l’Assessore Franco Amigoni ha
commentato la partecipazione col gonfalone del Comune di Fidenza e gli agenti
della Polizia locale alla cerimonia e al grande corteo che ha unito l’Italia,
ancora una volta, nel ricordo dell’orrore che spazzò via la vita di 85
innocenti, ferì 200 persone e sconvolse l’intero Paese.
“La storia non deve dividere ma unire nella ricerca della verità. Con questo spirito oggi ho rappresentato Fidenza al corteo. Lo stragismo e il terrorismo sono stati un pericolo mortale per la democrazia del nostro Paese e l’offesa più grande che potremmo fare alla memoria di chi è morto da innocente sarebbe quella di dividerci ancora in fazioni. Credo che esista una sola parte del campo, accogliente e aperta, ed è quella di chi sta dalla parte dell’Italia e della verità, senza distinzioni piccole piccole tra partiti e idee politiche. Ci si può dividere sui contenuti di una legge finanziaria o delle regole europee, non sulla strage di Bologna e sulla ricerca della verità sui tanti fatti che hanno segnato la formazione del Paese: Ustica, piazza della Loggia, Italicus, il martirio di Aldo Moro e le stragi di mafia, solo per citare le storie più note a cui la parte migliore delle istituzioni e del giornalismo d’inchiesta italiano hanno lavorato con grande dedizione – chiosa Amigoni – La ricerca della verità o è di tutti o non è. Per ricordarlo e ricordarcelo basta uno sguardo a quell’orologio rotto fissato al vertice della stazione di Bologna, collassato alle ore 10.25 dall’esplosione della bomba del 2 agosto”.
Ufficio Comunicazione Comune di Fidenza
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