Il catino absidale del duomo di Fidenza
I bassorilievi del catino absidale e l’affresco
del “Giudizio finale”della Cattedrale di Fidenza
Nell'ambito della valorizzazione e della ricerca storica sul più importante monumento cittadino, come auspicato da S.E. il Vescovo, Carlo Mazza, portato avanti dal Consiglio di Amministrazione della Chiesa Cattedrale di Fidenza, in questi giorni sono iniziati degli studi sui bassorilievi posti sul cornicione del catino absidale.
Le indagini sono condotte
dai restauratori di Opus Restauri S.n.c di Parma (Giorgio Arcari e Anna
Ghillani) sotto la supervisione della Soprintendenza per i Beni
Architettonici e Paesaggistici e Soprintendenza per i Beni Artistici,
Storici ed Etno-antropologici per le province di Parma e Piacenza.
Allo studio partecipa l'architetto Paolo Zermani di Parma.
Allo studio partecipa l'architetto Paolo Zermani di Parma.
Grazie al
particolare sistema di ponteggio installato da Archè Restauri S.n.c.
di Parma si è potuto salire fino all'altezza di 10 metri circa e
poter fotografare, misurare e analizzare oltre che prelevare campioni
di pietra da inviare a laboratori specializzati, per continuare lo
studio sull'origine di tali preziosi manufatti.
La
possibilità di ammirare bassorilievi e pitture murali è stata
estesa a studiosi ed a persone interessate, l'invito è stato
accolto ed è stato assicurato l'accesso guidato al catino absidale.
Il momento è particolarmente significativo dato che esattamente 50 anni fa la
Soprintendenza alla Gallerie di Parma con il prof. Renato Pasqui
compiva una serie di assaggi, nella zona del catino absidale, allo
scopo di verificare la eventuale esistenza di una decorazione
originaria.
Le ricerche nell'abside avevano successo e si scopriva
un grande complesso affrescato dal tema il giudizio universale.
Gli antichi bassorilievi in pietra posti tra i sei costoloni congiunti dalla chiave di pietra con al centro scolpito l’agnello mistico rappresentano: il Cristo Pantocratore, l’Evangelista Matteo (Angelo), l’Evangelista Marco (Leone alato), l’Evangelista Giovanni (Aquila), l’Evangelista Luca (Toro alato), l’Angelo con libro, l’angelo con Filatterio; le indagini conoscitive potranno fornire informazioni sul periodo di realizzazione, sulla loro originale collocazione o magari sui motivi dell’attuale posizionamento. Per il momento gli studiosi ci forniscono una datazione tra XII e il XIII secolo. Siamo in attesa dei risultati.
L’affresco rappresenta
il giudizio finale con al centro il Cristo con le bracci aperte e i
quattro simboli degli evangelisti tutt'intorno.
Ai lati gli angeli
suonanti le tube: in basso alla nostra destra i dannati che risorgono
dalle tombe ed in basso alla nostra sinistra i beati con le mani
giunte in preghiera. Ancora alla nostra sinistra si vede una figura
di santo chiaramente identificabile in San Francesco.
Dalla parte
opposta (alla nostra destra) una figura poco identificabile perché
molto danneggiata che tiene in mano un pastorale riconducibile ad una
raffigurazione di un Vescovo oppure alla figura di San Donnino. La
pittura a fresco dell’abside è stata datata dagli storici attorno
alla seconda metà del XIII secolo.
Il problema
architettonico della Cattedrale di Fidenza non è di facile soluzione
reso assai complesso da successivi restauri e aggiunte ed è da
considerarsi svolgente in vari tempi. Mancano, per esempio, delle
immagini antiche degli interni come invece ritroviamo nella
Cattedrale di Parma in cui pittori dell’epoca ritraggono la Chiesa
in particolari momenti liturgici dell’anno o solenni occasioni.
Non ho potuto essere presente nel pomeriggio del 29 maggio quando ha visitato il cantiere il prof. Arturo Calzona Professore Ordinario di storia dell'arte medievale all'Università di Parma.
Il giorno successivo è stata la volta del prof. Carlo Arturo Quintavalle che è salito sui ponteggi e quindi si è recato, accompagnato nella sua visita dall'arch. Marco Tombolato responsabile tecnico della Curia, al Museo del Duomo per una breve visita ai reperti ivi collocati soffermandosi presso la Madonna dell'Antelami e l'acquasantiera (fonte battesimale?) ivi custodite.
Della visita conservo alcune immagini (vedi sotto).
Il problema della collocazione originaria delle sculture è stato per ora solo sfiorato, il Prof. Quintavalle comunque già in passato aveva studiato i rilievi e prende corpo l'ipotesi che si tratti di parti di un pulpito.
Gli scopi conoscitivi dell'intervento in atto debbono comunque essere completati prima di trarre qualsiasi conclusione.
A.P.
Marco Tombolato
Non ho potuto essere presente nel pomeriggio del 29 maggio quando ha visitato il cantiere il prof. Arturo Calzona Professore Ordinario di storia dell'arte medievale all'Università di Parma.
Il giorno successivo è stata la volta del prof. Carlo Arturo Quintavalle che è salito sui ponteggi e quindi si è recato, accompagnato nella sua visita dall'arch. Marco Tombolato responsabile tecnico della Curia, al Museo del Duomo per una breve visita ai reperti ivi collocati soffermandosi presso la Madonna dell'Antelami e l'acquasantiera (fonte battesimale?) ivi custodite.
Della visita conservo alcune immagini (vedi sotto).
Il problema della collocazione originaria delle sculture è stato per ora solo sfiorato, il Prof. Quintavalle comunque già in passato aveva studiato i rilievi e prende corpo l'ipotesi che si tratti di parti di un pulpito.
Gli scopi conoscitivi dell'intervento in atto debbono comunque essere completati prima di trarre qualsiasi conclusione.
A.P.
Nessun commento:
Posta un commento