domenica 6 marzo 2016

"Per chi Pasqua e per chi no" di Franco Bifani


Per chi Pasqua e per chi no
Fede è sustanzia di cose sperate ed argomento delle non parventi: e questa pare a me sua quidditate.Dante, Paradiso, XXIV, 64-66
Secondo studi recenti , l’ateismo è la terza religione nel mondo; dopo i cristiani -2.2 miliardi, i musulmani -1.6 miliardi, i non credenti si attestano su 1.1 miliardi; secondo me, sono molto più numerosi. 
Io credo, però, che l'ateismo duro, puro, profondo e convinto sia più sulla bocca che non  nel cuore di chi tale si dichiara e si vanta d'essere. Chi nega Dio e la Fede, li ha spesso sostituiti con altre divinità: sesso, droga e rock'n'roll, denaro, successo, oggetti preziosi e di lusso, crapule e gozzoviglie. È molto più difficile non credere che credere in Dio, i veri atei sono merce rara.
Io, carissimo Ambrogio, non capisco come si possa negare Dio di fronte alla magnificenza, alla grandiosità, all'ordine estremo, matematico e razionale, del Cosmo, dinnanzi  alla meraviglia della Vita, e concludere che tutto sia frutto di un meccanico susseguirsi di eventi, dal micro al macrocosmo.
Ci sono atei talmente integralisti, feroci e talebani, da pensare a Dio più di tanti bigotti e baciapile; non  hanno in mente altro, anche se solo per negarlo. Diventano, pure loro, dei pinzocheri ridicoli.
Nell'Ulisse di Joyce, Haines chiede a Stephen se è non-credente, nel senso che nega la creazione dal Nulla, i miracoli, il Dio personale. “La parola ha un solo senso”, gli risponde Stephen. Io invece credo che, come esistono milioni di modi di credere in un Essere Supremo, altrettante siano le modalità di vivere da ateo ed agnostico.
Non mi va, comunque, chi disprezza ostentatamente tutto quanto emanerebbe, per chi crede, da Dio, anche se penso che una fede senza dubbi non sia più tale: solo l'indifferenza è atea.
Io vivo circondato da soggetti assolutamente scettici, agnostici o atei. Se solo accenno al fatto che un minimo barlume di fede mi è rimasto, cala un silenzio sepolcrale, se poi  non seguono battutine ironiche ed espressioni di stupore, di sorpresa, di sbigottimento, come se avessi confessato una colpa vergognosa.
Ma io noto che si tratta, più che di atei, di mangiapreti, che confondono il clero con la religione. Anch'io non amo i chierici, e vado a pregare Dio, in solitudine, in fondo alla chiesina dei frati, nei pressi di casa mia, ma non nego un Essere Supremo ed un mio legame con Lui. Del resto, non esiste un solo popolo, sulla Terra, per quanto primitivo, che non creda nella Divinità. C'è una sola religione, in molteplici versioni.
Di primo acchito, chi riduce tutto a materia, nega la benché minima spiritualità, nell'uomo e lo limita a semplice fisicità, mi suscita un fastidio notevole; ma poi, mi viene in soccorso quella famosa massima di Voltaire sulla tolleranza. 

Franco Bifani


Concludo questo post, dedicato all'articolo di Franco Bifani, con queste due perle.
La prima è una strofa di una poesia che ha come titolo "I due volti", la seconda è un aforisma, una briciola, come amava ritenerla l'autore che poi, in entrambi in casi, non è altri che l'amato nostro concittadino don Lino Cassi.
A.P.
Investigare
sul senso della vita
è il primo senso della vita.
“Interrogare” è il nostro destino.
Mai placato tormento
l’insopprimibile domanda:
«Vita o Morte?
Qual è il nostro approdo?»
«Solo morendo sapremo»
«Ignorare, dunque, è la risposta ?»

Briciola
Dice l'uomo tecnico:
«Datemi un punto fermo e solleverò il mondo intero !»
Dice l'uomo spirituale:
«Mi affido allo Spirito,e sarò sollevato
con il mondo intero !»

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