Il boss delle torte, Casa Alice, Cucina con Buddy, Cucina con Ramsay, Cucine da incubo, Cuochi e fiamme, Hell's Kitchen, I menu di Benedetta, La notte degli chef, La prova del cuoco, La terra dei cuochi, Unti e bisunti: e basta!...
I divini cuochi e chef, arroganti, altezzosi, spesso cafoni, scostanti, si sono circondati, in questi anni, di un'aura da superstar, grazie al successo straordinario della cultura dei sapori, dei vini, dei fornelli e della cucina, tutti esclusivi, raffinati, elaboratissimi, spesso e volentieri anche molto kitsch. Occupano una fetta enorme della programmazione TV, dove questi divi trionfano, a qualsiasi ora del giorno, sbrodolando programmi tutti uguali, riservati all'arte culinaria più aristocratica, con competizioni tra chef, professionisti o dilettanti, ed ottengono ascolti inimmaginabili.
I loro prodotti elitari sono costantemente ben lungi dalla gastronomia casereccia e casalinga, volgare e plebea, della maggioranza dei telespettatori. Ne stiamo patendo una vera indigestione. Sono decine i programmi di cucina in televisione, con suggerimenti, spesso improponibili, per tavole imbandite per personaggi del Gotha mondiale.
Una cucina costosa, sprecona, con elaborazioni che non appartengono alla nostra tradizione enogastronomica, la migliore del mondo. Di solito, sono programmi condotti da chef, proprietari di ristoranti dai conti astronomici, gonfiati proprio da questa forma di tele-popolarità. Tutto ciò mentre l'Italia è in crisi, i consumi alimentari sono diminuiti e la mensa più frequentata è quella della Caritas,
Come accendi il televisore, compaiono sul video personaggi indaffarati a spezzettare verdure, impanare cotolette, a impastare non si sa bene che cosa, e a rompere le uova -e gli zebedei!- . Ci abbuffiamo di immagini, e, a forza di ingurgitarne, abbiamo fatto indigestione e abbiamo bisogno di una dose massiccia di tele-digestivo, per fare un paio di tele-ruttini.
Basta con la dittatura del Cuoco-vate in tv, basta con queste ridicole proposte dal piccolo schermo, riprendiamoci la libertà dello spezzatino e degli ossibuchi con sugo di piselli e pomodoro, quello della nonna, le tagliatelle col ragù, i bucatini all'amatriciana, alla carbonara, le nostre belle crostate, anche se non perfettamente tonde, come la O di Giotto, magari un poco sbilenche, ma così deliziose, con quella fragranza di burro, appena uscite dal forno.... Bottura, Cracco -che reclamizza una marca di cucine, appena levatosi dalla tazza del suo water-, Cannavacciuolo -che ti schianta la schiena con le sue pacche da bufalo-, Ramsay -sempre incazzato e saltellante-, Beck -con quel suo inquietante accento teutonico-, Bastianich -“tuo piato sa de mmerda!-, Barbieri -sòccia, ma coj'è 'sta roba qua, veh?-, una miriade di francesi, persino alcuni giapponesi. Signore che non sanno maneggiare padelle, pentole e arnesi da cucina, come la Clerici e la Parodi, che ignorano la preparazione di un uovo fritto o sodo.
Come si dice qui da noi: “Abàsta, non ne potiamo più!”
Franco Bifani
Penso che molti condividano il suo pensiero, ma esprimerlo e uscire dal mucchio delle pecore significa perdere dei riferimenti. Sta scritto che"virtus in medio stat"ma ormai o tutti da una parte o tutti dall'altra...
RispondiEliminaAccanto ai cuochi prolifera la medicina a distanza, propinano consigli e suggerimenti e intanto diffondono e pubblicizzano prodotti e rimedi che di nuovo non hanno nulla se non il nome.
Nessuno dice che il miglior modo per stare bene è quello di usare la nostra testa e non quella degli altri.
Signora Marisa, io sono convinto che anche solo qui a Fidenza-Borgo, ad iniziare da Lei, ci siano ancora tante rezdòre ed anche numerosi uomini, capaci di preparare manicaretti molto più semplici, ma ben più gustosi, che non i super-chef televisivi.
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