Primavera Fidentina ci propone la lettura critica di questo documento, sollecitando commenti e suggerimenti.
Si tratta della prima parte di uno studio presentato ufficialmente alla cittadinanza ed alle autorità il 22 giugno presso la Sala Multimediale dell'ex-macello in Via Mazzini e, ci dice Primavera Fidentina, non preso in seria considerazione dall'Amministrazione Comunale.
Ora Primavera Fidentina, dopo aver sollecitato pubblicamente il Presidente del Consiglio Comunale Amedeo Tosi è stata invitata a inoltrare la richiesta di essere sentiti nelle commissioni opportune, sta valutando questa opzione.
PREMESSA
La nostra città si trova nel bel mezzo di un territorio costellato da una serie di aziende medio -piccole che operano nei più diversi settori dell’economia (da quello tecnologico alla meccanica, dalla chimica all’elettronica passando per i servizi fino ad arrivare al tessile).
Nessuno di loro, però, pur essendo importante per lo sviluppo economico della città ha caratterizzato così significativamente il nostro territorio come quello dell’agroalimentare e tutto ciò che gli ruota attorno.
A Fidenza e nel suo comprensorio di 13 comuni vi operano una miriade di aziende agricole che producono materie prime (ortofrutticole, casearie e carni da macello), che attraverso una sapiente tradizione millenaria di lavorazione e trasformazione danno vita a prodotti agricoli (prosciutto crudo, parmigiano reggiano, culatello) che sono conosciuti nel mondo come delle vere e proprie eccellenze italiane.
Oggi, però, in conseguenza del perdurare della crisi economica mondiale scoppiata nel 2008 e del crollo del prezzo del prodotto agricolo operato dalle multinazionali dell’alimentare, la stragrande maggioranza di queste aziende sta lavorando in perdita.
In questi anni sono, comunque, tante quelle che, nel tentativo di uscire dalla crisi, pur con mille difficoltà, hanno intrapreso un processo di trasformazione che le ha portate ad abbandonare un tipo di agricoltura intensiva per un agricoltura biologica a km 0.
Per il consumatore questo ha comportato una riduzione della filiera alimentare con il conseguente ritorno ad un agricoltura di stagione. Si tratta di un percorso che predilige la qualità alla quantità, a differenza di quello richiesto dall’industria che mira al massimo profitto.
Il ritorno ad una agricoltura di stagione ha premiato le aziende agricole che hanno saputo trasformarsi che oltre ad un certo miglioramento della loro situazione economica hanno creato nuove opportunità lavorative per giovani e meno giovani, cosa che in tempi come questi è sicuramente un fattore positivo per tutto il territorio.
IL BORGO DEI SAPORI
Oltre all’agricoltura e al mondo del lavoro anche le attività commerciali del centro storico di Fidenza hanno fortemente risentito della crisi economica globale di questi anni. Le vie e le piazze del centro cittadino sono sempre meno frequentate con la conseguente riduzione dei guadagni.
Una situazione che pare non migliori di molto neppure in occasione di fiere ed eventi quando aumentano le presenze.
Continuare a lamentarsi e basta è inutile, è solo un fasciarsi la testa di fronte al problema, continuare a dare la colpa della crisi del commercio locale al moltiplicarsi dei supermercati (che sono effettivamente troppi) e ai più rinomati “Fidenza outlet” e “Fidenza shopping” non serve, è solo un modo di piangersi addosso.
È indispensabile fare un cambio di passo. Preso atto che queste realtà ormai ci sono e che attirano molta gente fuori dal centro urbano ragionando in un ottica più strategica potrebbero trasformarsi in un’opportunità per far arrivare a Fidenza parte di questi visitatori.
Se vogliamo che le persone nel loro tempo libero possano sviluppare la passione per la nostra città, accanto al percorso culturale della via Francigena si potrebbe dar vita a quello che potremmo chiamare “Il Borgo del gusto”.
Per realizzarlo non è necessario stravolgere il centro storico ma si potrebbero occupare alcuni dei vani commerciali vuoti. In questo modo le vie diventerebbero più attraenti per gli eventuali visitatori che oltre ai nostri monumenti potrebbero conoscere i negozi del gusto dove trovare cibi buoni e genuini prodotti dalle nostre terre.
A questo punto ci pare giusto ricordare che Fidenza, fin dalla sua fondazione avvenuta ad opera dei Romani agli inizi del II° secolo a.c. (175 – 170 a.c.) , ebbe una spiccata impronta commerciale che nel corso dei secoli la trasformò in un prosperoso piccolo centro urbano.
Tale caratteristica la si può riscontrare anche oggi osservando la conformazione degli edifici delle vie del centro dove nei piani superiori troviamo locazioni ad uso civile a cui fanno da contraltare vani commerciali nel piano terra andando così a formare “di fatto” un centro commerciale naturale.
Tutte le proposte contenute nel nostro progetto (e questa del Borgo del gusto in particolare), hanno le potenzialità per poter attrarre verso il centro storico di Fidenza parte di quei visitatori che annualmente frequentano “Fidenza Outlet” e “Fidenza Shopping”, dando l’opportunità ad una platea ampia di poter conoscere meglio ciò che la nostra città ed il suo comprensorio offre.
E’ chiaro, però, che tutto questo avviene solo se c’è la collaborazione di tutte le forze vitali di Fidenza oltre ad un forte impegno della sua amministrazione.
Il “Borgo del gusto” operativamente dovrebbe partire col coinvolgimento di quegli agricoltori locali che in questi anni hanno imboccato un percorso di ritorno ad una agricoltura tradizionale di stagione con l’intento di implementare i negozi del centro.
E, infine, per chiudere il cerchio, riteniamo che in un’ottica più ampia, nel percorso dei negozi del gusto potrebbe trovar casa anche la cucina etnica.
All’interno dei vari negozi del gusto dovrebbe esserci la possibilità di fare conferenze e presentazioni dei vari prodotti e magari, in collaborazione con i vari ristoranti della zona, organizzare cene a tema nelle vie di Fidenza con gli stessi prodotti esposti e venduti all’interno dei negozi del gusto.
Ma quali vie del nostro centro storico potrebbero essere coinvolte? Sicuramente via Berenini e via Cavour, le varie piazze e via Gramsci, oltre a tutti quei luoghi che ben si adatterebbero al progetto.
è chiaro che dinanzi ad un progetto così complesso come questo è auspicabile il coinvolgimento di tutti quei negozi alimentari del centro storico che già operano nel settore del biologico a km 0 o che stanno cominciando a farlo.
Sarebbe, anche, auspicabile il coinvolgimento delle scuole cittadine per inserire all’interno della progettazione scolastica di educazione alimentare anche il nostro percorso che si colloca in un contesto più ampio di valorizzazione del territorio.
E proprio a tal proposito auspichiamo una collaborazione fattiva tra l’Istituto alberghiero di Salsomaggiore Terme e la Facoltà di Alimentazione dell’Università di Parma, . due importanti realtà nell’agro-alimentare.
Tornando al “Borgo del gusto” non possiamo, ovviamente, trascurare è l’aspetto logistico.
Per migliorare l’orientamento del turista prendendo come punto di partenza la piazza della stazione si potrebbero ipotizzare vari itinerari, segnalati con colori diversi.
A puro titolo esemplificativo si potrebbero utilizzare questi colori:
ROSSO (cucina e prodotti locali)
VERDE (cucina e prodotti dell’Emilia Romagna)
MARRONE (cucina e prodotti di altre regioni italiane)
GIALLO (cucina e prodotti etnici)
Il Borgo del gusto potrà avere successo solo se l’amministrazione saprà cogliere l’enorme potenzialità di questo progetto e se si riuscirà a creare una sinergia con le altre iniziative del centro. Se così non sarà ogni progetto sarà destinato al fallimento.
CONCLUSIONI
Questo progetto deve essere solo la base di partenza e ben vengano altre idee che siano in grado di valorizzare Fidenza e il suo comprensorio in un piano che non preveda lo stravolgimento del suo tessuto urbano ma che vada verso la valorizzazione dell’esistente senza costi eccessivi.
Pur non volendo demonizzare la grande distribuzione e l’agricoltura intensiva noi riteniamo che il ritorno ad una agricoltura di stagione e di qualità potrebbe dare prodotti che se venduti all’interno del Borgo del gusto contribuirebbero a rivitalizzare il centro storico.
Primavera Fidentina
Giovanna Galli
L'accoglienza di visitatori dovrebbe prevedere anche la possibilità di arrivare in centro in modo agevole, cosa che a Fidenza non succede per la difficoltà di parcheggiare e per la mancanza di servizi di pubblica utilità. Questo dovrebbe essere uno dei primi punti, a mio avviso, da prendere in considerazione.
RispondiEliminaAncora con questa storia dei parcheggi, ma NON bisogna agevolare l'accesso delle auto in pieno centro perché questo farebbe solo congestionare il traffico, bensì agevolare l'accesso delle persone!
EliminaQuesto significa soluzioni a favore dei visitatori e dei residenti, come: parcheggi a pagamento a corona del centro (che è molto piccolo e compatto), pedonalizzazione, piste ciclabili, trasporto pubblico fra i principali poli attrattori.
Come si fa dappertutto, senza bisogno di inventarsi chissà che...
Ricordiamo poi che a Fidenza c'è già un parcheggio enorme e gratuito a 100 metri dalla piazza Garibaldi.
Anonimo,mese però tu abitassi in Via Gobetti, come me, ed avessi gravi dificoltà di deambulazione, gradiresti poter posteggiare a meno di km. di distanza, credimi.
EliminaRingrazio e condivido per le osservazioni entrambe condivisibili. Nel nostro gruppo all'inizio abbiamo analizzato anche il discorso delle scelte sulla viabilità ma poi abbiamo deciso di rinviare l'analisi in un secondo tempo perché non abbiamo al nostro interno esperti nel settore. Abbiamo osservato che la circolazione a Fidenza è più orientata verso l'esterno che verso l'interno. Ben vengano i vostri suggerimennti
EliminaGiovanna Galli
Il progetto di Primavera Fidentina, mi trova d'accordo. L'intento è ottimo, ma di difficile attuazione: a Borgo, la "sinergia" difetta ed è piena di magagne anche la "collaborazione". Eccellente la proposta di tenere brevi conferenze, nei negozi, sui prodotti in vendita. Io, per esempio, sono attratta dalla bontà di gräsö (cicciolata) e sarei molto curiosa di sapere come li cuociono, oggigiorno e quali parti del maiale utilizzano, a differenza di un tempo. Grazie Giovanna.
RispondiEliminaLa situazione di progressivo inquinamento dell'aria nella città,in tutta la pianura padana e quindi anche a Fidenza,richiede un cambiamento del modo di spostarsi. Quindi se si vuole fare il progetto del Borgo del Gusto è necessario limitare il traffico con automobili in centro e dotare la città con piccoli mezzi pubblici elettrici. Questi avrebbero diversi scopi : portare i turisti e i cittadini dai parcheggi periferici al centro, trasportare le persone con problemi di muoversi a piedi dai parcheggi periferici al centro, mantenere più pulita l'aria in centro rendendo così anche più credibile il discorso del prodotti alimentari genuini del territorio. Un ambiente più pulito e meno inquinato è anche un valore aggiunto in generale per attirare turismo.
RispondiEliminaIl suo ragionamento non è del tutto sbagliato, però si deve rendere conto che non basta aver il giardino di casa bello pulito e tutto intorno una bella discarica puzzolente.
EliminaMi spiego meglio; la pianura padana, a causa di molteplici fattori, è una delle zone più inquinate d'europa e quelli che indica lei sono solo dei palliativi che non risolvono nulla in fatto di inquinamento atmosferico e che alla fine mettono solo in difficoltà chi deve spostarsi creando il caos all'esterno delle zone chiuse.
Non dimentichiamo che a 500 metri dal centro c'è il camino della vetraria che, nonostante l'installazione dell'elettrofiltro, emette polveri e metalli pesanti sulla città.
E la carbochimica\cledca? Ancora oggi dopo alcune bonifiche, passando di la si sente un bel profumino di benzolo o naftalina che fa benissimo alla salute.
Poi c'è l'autostrada da cui si sprigiona una nube di particolato e altre sostanze alta più di 30 metri e che si distribuisce tutto intorno andando a contaminare le terre e i foraggi che poi, direttamente o indirettamente (latte, formaggi, carne) ci mangiamo.
Per eliminare veramente l'inquinamento la strada da fare è ancora lunga, finchè continuiamo a bruciare carburanti fossili non c'è speranza di un miglioramento.
Nessuno ha mai pensato agli allevamenti intensivi della nostra food Valley?
RispondiEliminaRingrazio Claretta per le sue belle parole che ci incoraggiano a continuare nonostante la delusione che ci arriva dalla politica locale. Abbiamo abbozzato un'idea che deve essere sviluppata. L'abbiamo fatta da cittadini a cittadini, escludendo i partiti. Abbiamo presentato la domanda di essere ascoltati dal consiglio comunale ma non è passata. Potremo presentarla nelle apposite commissioni ma sarà un'altra cosa. Noi stiamo lavorando ad un progetto unificante ma questo non piace. Giovanna Galli
RispondiElimina