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domenica 24 giugno 2018

I sessant'anni della Chiesa di Santa Maria Assunta a Salsomaggiore


DA 60 ANNI LA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
DI SALSOMAGGIORE TERME E' CONSACRATA PER 
LA COMUNITA'


La costruzione della chiesa di S. M. Assunta di Via Milano, alla periferia di Salsomaggiore, fu determinata dall'espansione urbanistica che, negli anni che seguirono la guerra 1940-45, si verificò nella zona sud della città termale e dalla conseguente necessità di provvedere assistenza spirituale alla numerosa popolazione insediatasi nel quartiere Scacciapensieri. 
Il problema aveva formato oggetto delle preoccupazioni pastorali del Vescovo diocesano Francesco Giberti già nel 1949... 
Nel maggio 1958 l'ultimazione dei lavori di costruzione della chiesa... E non fu facile l'avvio della nuova realtà parrocchiale. 
Domenica 17 giugno 2018 S.E. il Vescovo Ovidio ed il parroco Don Paolo Pacifici sul sagrato della chiesa hanno ricordato insieme alla comunità quell'inizio di 60 anni fa scoprendo il dipinto della pittrice fidentina Ivana Bianchi collocato nel portale della chiesa.


Questo dipinto è stato realizzato su una tavola di legno marino resinato (m. 2,40 X 0, 75 X 0, 02). L’artista, Ivana Bianchi, ha voluto unire la modernità con la tradizione avvalendosi della pittura digitale unitamente a quella classica ad olio. Il dipinto è stato donato alla parrocchia dalla famiglia Iapella a ricordo di Giorgio Iapella. 

La Madonna ha una corona formata da dodici stelle (come le dodici tribù d'Israele), che rappresenta la sua regalità su tutto il popolo eletto. 
L'abito è rosso, colore che simboleggia la natura divina e allo stesso tempo l'appartenenza alla terra, della madre di Gesù. Il manto è azzurro per ricordarci che Maria è una creatura celestiale. 
Le mani e il volto sono rivolti verso l'alto, desiderosi di incontrare e contemplare la luce divina che li sta già illuminando. Il trono di nuvole l'accompagna, mentre i cieli si aprono per accoglierla festosamente.
L’immagine di Maria assunta in cielo infonde in tutti noi un senso di gioia e di speranza: di gioia, perché ci rassicura che Dio, nel suo grande amore, vuole che nulla di noi vada perduto; di speranza, perché ci indica la meta alla quale anche noi siamo destinati e dove la nostra madre celeste ci accoglierà.

Riportiamo la lettera che il primo parroco, don Artemio, diffuse ai fedeli della parrocchia di Santa Maria Assunta, dopo appena tre mesi dal suo insediamento, (agosto del 1958). 


Dicendo il clima non facile della sua missione, così scriveva: 
"Parliamo un po' della nostra chiesa, lasciando però da parte tutte le questioni sulla posizione più o meno felice ormai è stata costruita e credo non sia possibile trasportarla a forza di braccia .... a meno che non salti fuori qualche macchina di nuova invenzione!
L'importante e che ci sia la chiesa! E questa, grazie a Dio, ce l'abbiamo- Se vi interessa conoscere un po' la storia vi dirò che da circa una decina di anni essa era in progetto, ma soltanto lo scorso anno, e dopo aver superato molte difficoltà, fu possibile realizzarla: essa e stata costruita con un contributo dello Stato, in base alla legge Aldisio per le nuove chiese; il terreno e stato acquistato dalla Curia di Fidenza che, pur di vedere completata l'opera, almeno nelle parti essenziali, si e caricata di un debito non indifferente, di diversi milioni.
Ora la chiesa ... e affidata a noi: alla cura, alla comprensione ed alla generosità dei fedeli, i quali devono essere persuasi che la chiesa e stata costruita a loro vantaggio, perché sia loro reso molto facile I 'adempimento dei doveri religiosi e molto più assidua I 'assistenza spirituale.
Vedremo in seguito il da farsi; intanto amiamola così come è, anche se ancora non e completa ed affrettiamo, col desiderio, il momento in cui potremo contemplarla finita.
Penso che dovrà essere bella: è il parere non soltanto mio, ma anche di varie persone che in questi pochi mesi l'hanno visitata. E noi faremo di tutto perché la casa del Signore sia dawero degna di Lui.
Sono con voi soltanto da pochi mesi e non vi conosco ancora; mentre scrivo però vi ho tutti presenti: voi di Scacciapensieri, voi di Case Zalaffi, voi del quartiere Villini e voi di via Monte Grappa e dell'INA Case. Vi sento vicini ed uniti a me come membri di un 'unica famiglia: la nuova famiglia parrocchiale di Santa Maria Assunta.
Lasciate che vi ripeta quanto dissi nel giorno della mia venuta tra voi: dobbiamo considerare la parrocchia come una famiglia, più grande di quella in cui viviamo attualmente e, per questo, ancora più bella e più capace di influire su di noi, sulla nostra personalità, sui nostro carattere.
Guardiamo fuori di casa nostra: attraverso le finestre vedremo altre persone come noi, creature di Dio; attraverso la porta potremo uscire di casa ed incontrarci con loro per realizzare l'unione dei cuori e delle menti, condizione indispensabile per una più onesta e tranquilla convivenza civile.
Noi non siamo degli isolati: siamo fatti per vivere insieme nella società civile (ed ecco i paesi e le nostre città) e nella società religiosa (ed ecco la parrocchia). La chiesa è il centro di attrazione di questa unione religiosa: stringiamoci quindi intorno alla nostra chiesa, sforzandoci di realizzare la nostra nuova famiglia parrocchiale, come già hanno fatto tante altre parrocchie.
La nostra e appena nata, è vero, ma, se vorremo, potremo bruciare le tappe ed arrivare rapidamente la dove altri sano giunti dopo un lungo e faticoso cammino.
Visitiamo la Madonna nella sua nuova chiesa (scommetto che tanti parrocchiani non l'hanno ancora vista!!!), invochiamo la Sua protezione: la Madonna sarà la nostra vvocata pietosa e premurosa". 

1 commento:

  1. Ho letto la lettera di don Artemio e la prima cosa che ho pensato è questa: don Artemio e don Paolo capaci entrambi di un parlare diretto, privo di retorica.

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