Talvolta ricomporre quello che con leggerezza abbiamo disperso o destinato ad un diverso uso apre nuove strade, nuovi percorsi o, più in generale, nuove opportunità.
E' il caso della chiesa dissacrata di San Michele Arcangelo di Via Berenini. Percorrendo la sua storia dal dopoguerra ad oggi vediamo come per lungo tempo sia stata lasciata decadere sino al limite di un irreversibile degrado.
Negli anni settanta l'intervento di restauro e risistemazione l'ha isolata dal suo contesto tradizionale (casa parrocchiale, cortile) e nel contempo anche spogliata delle sue ricchezze e del suo importante affresco della Madonna in trono oggi musealizzato.
Riguardo alla struttura del complesso non sono mancati interventi di manutenzione straordinaria come abbiamo dato notizia in più occasioni. Ricordiamo che nel febbraio 2015 l'oratorio di san Michele è stato restituito alla città dopo i lavori resosi necessari per il ripristino dell'edificio lesionato dal terremoto del 2012.
Utilizzata saltuariamente come auditorium e come sede di esposizioni ed anche proiezioni il centro ha funzionato da più di cinquant'anni come uno spazio polifunzionale. Le architetture interne pulite e intonacate sono solo la preziosa cornice di questo spazio.
Negli anni settanta l'intervento di restauro e risistemazione l'ha isolata dal suo contesto tradizionale (casa parrocchiale, cortile) e nel contempo anche spogliata delle sue ricchezze e del suo importante affresco della Madonna in trono oggi musealizzato.
Riguardo alla struttura del complesso non sono mancati interventi di manutenzione straordinaria come abbiamo dato notizia in più occasioni. Ricordiamo che nel febbraio 2015 l'oratorio di san Michele è stato restituito alla città dopo i lavori resosi necessari per il ripristino dell'edificio lesionato dal terremoto del 2012.
Utilizzata saltuariamente come auditorium e come sede di esposizioni ed anche proiezioni il centro ha funzionato da più di cinquant'anni come uno spazio polifunzionale. Le architetture interne pulite e intonacate sono solo la preziosa cornice di questo spazio.
Oggi che a quanto pare questi utilizzi, già nel tempo diradati, sembrano mancare del tutto è il momento quindi di ripensare l'utilizzo della struttura come proposta culturale non alternativa ma complementare sia a quanto già avviato nei vicini spazi del complesso dei Gesuiti e in quello limitrofo del Palazzo delle Orsoline sia all'esistente struttura museale diocesana. Ricordiamo infatti che la chiesa è sempre rimasta di proprietà ecclesiastica.
Molti ricorderanno come com'era il complesso chiesa e parrocchia di San Michele. Questa la foto non è dell'ottocento, ma risale agli anni cinquanta del novecento. |
Eravamo una banda di ragazzini.
RispondiEliminaPrima della Guerra, inginocchiati sulle prime panche a dire le preghiere sotto la guida del prevosto, allora don Orlandazzi.
Guidati da Italo Terzani, terminavamo con un rumoroso Còsi Sìaaaaaaa!
Poi, il bombardamento la rese inagibile, lo sfollamento, poi ci perdemmo nell'immensa, per noi, Chiesa dì Gesuìtt!
Ambrogio per favore: aggiunga.
RispondiEliminaLo scampanìo della torre ha accompagnato le mie ore di bambino.
Lì ho ricevuto il battesimo.
EliminaI Borghigiani l'hanno sempre chiamata: "San Michele Vècc' "Quando dicevi "San Michele Arcangelo" o "Centro Culturale" o "Sede della Famiglia Fidentina", capivano in pochi. Bastava specificare: "In San Michele Vècc'" e tutto tornava chiaro.
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