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lunedì 31 maggio 2021

SCODELLA il mulo di Villa Borghese


Roma, Villa Borghese: è uno dei parchi urbani più grandi d’Europa. Nel 1901 lo Stato acquisì i giardini di proprietà della famiglia Borghese e il 12 luglio 1903 furono aperti al pubblico.
Dopo una mattinata dedicata a visitare monumenti, era necessario godersi un poco di tranquillità nell’oasi verde di Roma per eccellenza. Ad un certo punto, sul calar della sera, dopo fontane zampillanti e viali alberati un curioso monumento, dinanzi alla Fortezzuola di Villa Borghese, curioso nel senso che era completamente estraneo agli altri, classicheggianti e ad imitazione delle sculture romane imperiali: un alpino con un mulo su di una roccia artificiale. 
Si tratta del muletto “Scodella” che, dal 1957, gode della compagnia dell’Alpino. 
Scultura in bronzo niente meno di Pietro Canonica. “Scodella”, il mulo degli alpini decorato con medaglia d’oro al Valor Militare alla fine della Grande Guerra. 
Fu donato nel 1940 dal suo autore, lo scultore Pietro Canonica, e posto di fronte alla Fortezzuola, dove l’artista aveva il suo studio e dove oggi è il Museo Canonica. 

“Scodella” era il più resistente e coraggioso dei muli di una batteria di montagna che combatteva sulle Alpi nel 1915-18 e ogni giorno, per anni, ha portato sulla groppa il suo cannoncino per gli aspri sentieri di montagna, sotto la neve e sotto il fuoco nemico, fedele compagno del suo alpino da cui era inseparabile e di cui sapeva comprendere al volo ogni gesto e ogni parola. 
Una mattina, durante un durissimo scontro, la batteria fu costretta alla ritirata e Scodella e la sua guida vennero dati per dispersi. 
Al calar della notte il mulo raggiunse i resti del reparto, ma senza il suo compagno, di cui restava solo il cappello con la penna nera. 

Sino al 1957 il monumento di “Scodella” era solo e ancor di più era enigmatica la sua presenza a Villa Borghese, oggi, però, “Scodella” non lo vediamo più solo: alla sua statua è stata accostata quella dell’alpino, del medesimo scultore e così, pur senza didascalie che lo illustrano, si comprende e ci si commuove dinanzi ad una testimonianza di quella Patria che gli Alpini hanno contribuito a rendere grande ed unita col loro valore.
Nino Secchi

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