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lunedì 13 gennaio 2014

Cristiani ed ebrei: Franco Bifani invita al confronto

Abacuc, a destra nella foto, è di fede ebraica e quindi non nella "retta via", verrà battezzato con il nome di Mansueto (da "L'armata Brancaleone" di Monicelli). In tutt'altro modo Franco affronta la questione. "Chi più nel vero" (Ibsen): la finzione cinematografica  di Monicelli, accomodante, leggera ma piena di umanità, o la ricostruzione storica di Franco Bifani che ha come filo conduttore (tesi) la persecuzione fisica ed ideologica dei cristiani nei confronti dell'ebreo vicino di casa? 





Antisemitismo
un articolo di Franco Bifani 


Carissimo Ambrogio, in relazione alla recente polemica, circa l'opportunità o meno di proibire gli spettacoli, messi in piedi dall'attore francese Dieudonné, carichi di frecciate corrosive contro gli ebrei, vorrei qui proporre  alcune mie considerazioni, in relazione all'antisemitismo, in tutte le sue epoche e variazioni.
E' pur vero che, sin dai tempi di Alessandro Magno, e poi sotto i Romani, gli ebrei dovettero subire vessazioni ed uccisioni, dovute soprattutto al loro tetragono atteggiamento di rifiuto e di impenetrabilità di fronte a qualsiasi altra cultura, ma è  con l'avvento del Cristianesimo che si scatenò contro di loro una persecuzione cronica, ora silente, ora parossistica.
Già gli stessi S. Pietro e S. Paolo iniziarono a bollare come infame il popolo ebraico, di religione tradizionalista, contrapponendogli i  compatrioti convertiti al cristianesimo. E poi si continuò, con S. Giovanni Crisostomo, che scrisse ben otto omelie feroci contro i giudei, e poi S. Agostino, e su su, fino ai santi pontefici Paolo IV, Pio V e Clemente VIII, con le cosiddette “Bolle infami”, a Pio XI, con la sua Humani generis unitas.
Le colpe infami attribuite agli ebrei erano sempre le solite, da secoli: deicidio, infanticidio rituale, riti  blasfemi sulle ostie consacrate. La Sinagoga era un luogo dove si consumavano i crimini più infami ed efferati. Durante le Crociate, furono perpetrati massacri orrendi di ebrei, più che non di turchi islamici. Ed ancora, le maledizioni al Concilio Lateranense IV, del 1215, da parte di Innocenzo III, quel papa che ordinò e benedisse la Crociata contro gli Albigesi. In Spagna, dal 1492,  i giudei, o si convertivano, od erano espulsi, così come i musulmani; e in tal modo, quel paese si impoverì.
Quel che accadde in tempi recenti, anche se sempre più contestato da negazionisti, impostori di mestiere, lo conosciamo bene tutti. Ed anche in questo caso, furono i cattolicissimi italiani e bavaresi, vedi Goering ed Himmler, ad infierire sui discendenti  dei compaesani di Cristo. Ci fu anche un soave gesuita, tale padre Luigi Tacchi Venturi, che, con la caduta del fascismo, tentò, attraverso il Segretario di Stato, mons. Maglione, di chiedere a Badoglio di non revocare le leggi razziali, quelle auspicate e sottoscritte anche da quel sant'uomo di Padre Gemelli.
Pio XII, filoteutonico e molto indulgente con il nazismo, quale unico baluardo al bolscevismo -sempre secondo lui-, non amava certo gli ebrei; da vicario apostolico a Monaco, nel 1919, non gli era affatto dispiaciuto che due socialisti ebrei, la Luxemburg e Liebknecht,  fossero stati eliminati brutalmente. E sempre lui, non si mosse più di tanto quando i giudei romani vennero deportati ad Auschwitz. 
La crocifissione bianca è senza dubbio uno dei vertici artistici chagalliani: dipinta nel 1938, in essa il pittore esprime le sofferenze del suo popolo odiato e perseguitato e prefigura drammaticamente le ignominiose atrocità che saranno commesse nei mesi e negli anni successivi.
Ed in letteratura ed al cinema, ecco I Protocolli dei Savi Anziani di Sion, L'ebreo di Verona, Suss l'ebreo, gli scritti di Mr. Henry Ford e di Céline. Il card. Pappalardo, ai funerali di Falcone, aveva denominato la mafia come "la sinagoga di Satana".  Aggiungiamoci l'Oremus pro perfidis judaeis, le tirate antisemite di Civiltà Cattolica, per decenni,  le parole di cristiana misericordia e carità, scritte dal talebano cattolico Messori. Solo nel '93, lo Stato d'Israele venne riconosciuto dal Vaticano, solo allora iniziarono rapporti diplomatici con esso. Ma io, da mille segni e segnali, vedo che, tra i laici cattolici, ed ancor di più, tra il clero, alto e basso, la diffidenza contro gli ebrei continua, come prima e più di prima, silente e strisciante, e sempre nutrita e basata sui medesimi pregiudizi di un tempo, ormai bimillenari. A tutti i frequentatori, e non, del sito, l'ardua sentenza!

Franco Bifani scripsit

9 commenti:

  1. Caro Franco, mi piace assai la tua disamina sulla questione ebraica. Una questione aperta da millenni, giustamente come sostieni tu, ma visto che la storia la scrive sempre chi vince penso che probabilmente ci venga taciuto qualcosa. Per par condicio va detto che il "buon" Stalin potrebbe essere tranquillamente paragonato ad Hitler come numero di vittime ebree provocate nel periodo della seconda guerra mondiale e quasi certamente anche "pre", molto probabilmente pure "post". Si sono spesi fiumi di inchiostro per condannare i nazisti in questi loro efferati eccidi, ma neppure una goccia è caduta per biasimare Stalin. Praticamente un po' quello che è successo con le Fosse Ardeatine, si è giustamente biasimato il comportamento di Priebke, ma a quasi tutti è noto, erroneamente, che l'allora capitano nazista sia stato condannato per le 335 esecuzioni. Ma di fatto non è così, qualcuno dovrebbe raccontarcela giusta la storia, sicuramente nessuno assolverà Priebke, ma dateci la possibilità anche di condannare per lo stesso motivo Satalin. Alle Fosse Ardeatine dovevano essere fucilate 330 persone, in contrapposizione all'attentato di via Rasella, dove due vigliacchi, che restarono nascosti andando poi a scaldare scranni parlamentari, riempirono un bidone di dinamite, facendolo esplodere al passaggio di un reparto tedesco provocando 33 morti. In base alla famosa legge (assurda, ma comunque legge) la vendetta doveva essere pagata con 330 fucilati, a questo punto Priebke non avebbe subìto processo e conseguente condanna alcuna. Gli ebrei nella storia, da qualunque parte la si guardi, sono sempre stati mal visti o, nella migliore delle ipotesi, mal sopportati. Rispettando questo popolo da sempre e da tutti combattuto, vorrei che qualcuno mi spiegasse da dove nasce tutto questo ultramillenario astio nei loro confronti, io non l'ho mai capito.

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  2. Sono molto interessata al servizio di Bifani, ma nel mio computer risulta scritto a caratteri talmente piccoli, da impedirmi la lettura. Come fare? L'autore potrebbe inviarmi l'articolo in altro modo? Grazie.

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  3. La prima, compulsiva, reazione alla legittima istanza di Bifani è la seguente: la Chiesa Cattolica ed altre Chiese Cristiane con essa, non hanno mai capito o voluto capire che Gesù era un ebreo a tutti gli effetti. La seconda è per cercare di rispondere alle domande di Germano, di Bifani e alle mie, ma non ci riuscirò, come non c'è mai riuscito nessuno. Chi detesta gli ebrei forse lo fa perché si è lasciato fuorviare dalle "maledizioni" che Gesù lanciò contro alcune categorie di uomini del suo popolo: i farisei e gli scribi ipocriti, i sacerdoti che mostravano pubblicamente il proprio pallore, a significare il loro digiuno; quelli che vestivano con frange più lunghe del dovuto o ornavano il loro capo con vistosi filattèri per testimoniare al mondo una fedeltà religiosa che, in verità non aveva radici ed era ricca solo di
    superstizione, di apparenza e di mercimonio (mercanti del Tempio). Gesù si rivolgeva a quegli ordini di persone e non a tutti gli ebrei.
    Forse gli antisemiti di oggi, di ieri e di sempre sono tutti conoscitori dell'Antico Testamento, dove gli ebrei, senza neppure accorgersene, scrivono di loro stessi, facendovi la figura degli arroganti (unico popolo prediletto da Dio), dei predatori di terre altrui (causa la terra promessa), degli incestuosi, dei guerrafondai; tagliatori di prepuzii sui cadaveri, poligami, frequentatori di prostitute del Tempio, affaristi, usurai? Non credo. Tutto ilo mondo è paese. Forse perchè i giudei di Gerusalemme hanno condannato a morte Gesù, preferendogli Barabba? Si è sostenuto questa teoria per lungo tempo, ma non penso sia neppure quella la vera ed unica ragione fondante dell'antiseminismo. Allora cos'è che, generalmente, porta l'uomo ad odiarne un altro? Quasi sempre sono alcune cose specifiche: l'invidia, la paura di una prevaricazione di forza e i soldi. Ragioniamo su questi tre aspetti.

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  4. Pur apprezzando lo sforzo di Bifani nel cercare di condensare in poche righe la storia della persecuzione all'ebreo c'è da dire che scegliendo questo approccio sintetico si finisce irrimediabilmente nell'elencare una serie di avvenimenti a sostegno dell'uno o dell'altra tesi. Si cade anche nell'eccesso delle citazioni per cui a un Goering ed Himmler viene riconosciuta l'etichetta di cattolici, un'approssimazione pericolosa. Esiste poi un dato macroscopico che non si spiga con l'assunto di Bifani: quei sei-dieci milioni di ebrei che abitavano la nostra Europa sino agli anni '30 del novecento erano integrati non tollerati, come si è sviluppata la loro presenza? sono figli delle persecuzioni?. La sinagoga di Soragna è sempre stata un vanto per quella comunità. Ma il discorso è lungo e l'approssimazione è sempre in agguato.

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  5. Anche a Busseto c'era un consistente comunità ebraica, lo dimostra ancor oggi la presenza del cimitero ebraico, seppur in apparente stato d'abbandono. L'ultima sepoltura risale ad una decina d'anni fa e fu quella di Alice Muggia ved.Long, la ex titolare della ditta di liquori e produttrice della famosa spongata. Proprio lei fu salvata, insieme a tutta la sua famiglia, perchè ospitata e nascosta da una famiglia di Busseto all'epoca delle tremende operazioni antisemite da parte dei nazisti. Quindi credo proprio che di intolleranze da parte indigena nei confronti degli ebrei non ce ne fossero nella maniera più assoluta. Anche Busseto fu sede di un'importante sinagoga, non sono però a conoscenza se e quando sia stata distrutta e da chi, oppure se la struttura abbia subìto modifiche sulla destinazione d'uso

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  6. Io confesso di non aver mai capito a fondo la necessità di architettare un attentato, a Roma, nelle modalità con cui avvenne, compreso il luogo prescelto. Sono stato ospite, nel 2003, di un hotel romano, che sorge proprio dove avvenne l'esplosione; c'è ancora, a pochi metri dall'ingresso, un cassonetto dell'immondizia, simile a quello dell'anno 1944. Di fronte all'hotel, sui muri del palazzo, ci sono ancora i fori dei proiettili, sparati, all'impazzata, dai tedeschi superstiti. Quello che mi chiedo era se fosse necessario provocare un'esplosione distruttiva così potente in una via stretta, con abitazioni su entrambi i lati, con il pericolo concreto di far saltare in aria anche dei poveracci. ivi residenti. Ed infatti, al momento dell'esplosione, un bimbo di 13 anni, Piero Zuccheretti, venne ucciso sul colpo, tranciato in due; ne esiste una foto, negata nella sua autenticità, dagli attentatori e dai loro compagni. Puntualizzo, comunque, che la mente dell'attentato fu Giorgio Amendola. Altre quattro o cinque civili vennero uccisi dai tedeschi, che si misero a sparare a destra e a manca, subito dopo. Che scopo avesse l'attentato, quali risultati concreti abbia mai conseguito, non mi è dato di comprenderelo. Anche i partigiani, sui monti, o i GAP e i SAP, in città eseguivano attentati e combattevano i nazifascisti, ma faccia a faccia, a rischio della loro pelle, non di quella altrui . Per la faccenda di via Rasella, si sapeva bene quali sarebbero state le conseguenze sui civili. Per me, gli eroi della guerra partigiana sono stati ben altri che non gli attentatori di Via Rasella.

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  7. Ambrogio, non credo di essere mai stato approssimativo, nello scrivere le mie lettere, qui colme altrove; cerco di documentarmi, ed anche per questo caso, ci ho perso parecchio tempo, dato che non mi è mai piaciuto scrivere o parlare, esprimendo dati e concetti , così, alla carlona. E' chiaro che, non essendo vissuto 100 anni fa, debbo attenermi alle fonti, a quelle che sono ritenute più attendibili e non di parte, smaccatamente. O scrivevo un articolo per l'Enciclopedia Treccani, stufando notevolmente chi mi avesse letto, o dovevo, giocoforza, condensare le notizie. Il concetto principe voleva essere che le religioni monoteistiche, ebraismo, cristianesimo, islamismo, confliggono sempre tra di loro, non così quelle politeiste, come quelle ellenica e romana. Ti assicuro che ho trovato, da parecchie fonti, che Goering era di famiglia aristocratica, con componenti tun po' cattolici, un po' protestanti; Goebbels era figlio di ferventi cattolici, ma non bavarese, Himmler aveva una madre baciapile. Tutto, per favore, ma non approssimativo!

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  8. Non si tratta di approssimazione ma di complessità dell'argomento. Il discorso sulle religioni monoteiste ricalca le tesi di Hume, ha un margine di verità ma dopo la seconda guerra mondiale ed i campi di sterminio forse va rivisto. Per Goering e Gobbels sicuramente dici il vero, ma tutti hanno avuto un nonno socialista, ma non per questo sono socialisti.

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