domenica 19 gennaio 2014

“Amico fragile: parole e visioni”: il Liceo Classico Paciolo D’Annunzio al Teatro Magnani


“E’ molto bello che i testi e le canzoni di Fabrizio siano utilizzati per migliorare l’apprendimento e per imparare i classici. Sono certo che sarà una serata indimenticabile”.
Con queste parole concludeva la lettera con cui Dori Ghezzi ha voluto portare il suo saluto alla serata “Amico fragile: parole e visioni”, organizzata dal Liceo Classico Paciolo D’Annunzio, sabato 18 gennaio, al Teatro Magnani di Fidenza, attraverso l’amico e critico letterario Roberto Cotroneo.
Una serata veramente indimenticabile, organizzata in tutti i dettagli, molto bella e avvincente, un vero e proprio momento di riflessione e prospettiva culturale con il merito di aver saputo dare a tutti presenti una grande speranza nel futuro.

Dopo i saluti ed i ringraziamenti ai sindaci (Mario Cantini, Filippo Fritelli e Manuela Amadei) e a tutti i presenti, la prof.ssa Beatrice Aimi, Dirigente Scolastico dell’Istituto Paciolo – D’Annunzio, ha spiegato che la serata è nata dal lavoro dagli studenti della classe 3° (anno 2012 – 2013): Adriano Armenise, Beatrice Bonomi, Laura Caraffini, Silvia Cella, Fiammetta Croci, Debora Guareschi, Lorenzo Guareschi, Alex Lusignani, Valentina Nazzani, Elisabetta Perazzoli, Giulia Sesenna, Vanessa Silviotti, Valentina Siviero, Sonia Terzoni e Dino Todoverto. I quali che sotto la guida del docente di italiano e latino Fausto Cremona hanno scritto un nuovo emozionante percorso nella ricerca culturale della scuola italiana che ha portato alla realizzazione del libro, da cui è nato l’incontro.

“Tutto nasce – ha spiegato il prof. Fausto Cremona – nel corso di quelle lezioni senza tempo quando ci si affanna a partire sempre dall’antico per arrivare al moderno, in una improbabile ricerca delle origini. Può così capitare che lo spunto offerto dalla domanda di un alunno possa condurre, lungo “sentieri poco usati”, lontano da “programmi” e “programmazioni”, “unità didattiche d’apprendimento” e “saperi irrinunciabili”. Abbiamo semplicemente guidato la passione di alunni che hanno tentato di avvicinarsi alla “parola cantata”, come ad un universo complesso di scrittura: “ascoltare” il testo di una canzone più che il suo specifico musicale. 
La musica di Fabrizio De Andrè è piena di continui riferimenti poetici e letterari, quasi che parole e suoni si confondano in una medesima origine ispiratrice. Il nostro obiettivo è stato quindi quello di metterci dalla parte del testo per confermare, smentire o confrontare ipotesi sul significato delle canzoni dell’artista genovese, dove la materialità del suono sembra cedere progressivamente all’immaterialità della visione. Le immagini artistiche di Marilena Sassi, docente di Storia dell’Arte, presso il nostro Liceo Classico ha rivisitato la realtà descritta dalle canzoni”.

La serata è stata presentata da Adelino Capone, autore televisivo di programmi di grande successo come “Mistero”, egli ha alternato con molta capacità la testimonianza di ex studenti della scuola fidentina, ora con importantissimi ruoli nella società in Italia e all’estero, alla musica del Gruppo “Anime Salve”. Prima di ogni canzone le riflessioni degli studenti, contenute nel libro e lette da Lorenzo Adorni.
“La canzone di Marinella”, ha inaugurato la parte musicale, seguita poi, durante la serata, da: “la Guerra di Piero”; “La città vecchia”;  “Bocca di rosa”; “Il pescatore”; “Maria nella bottega di un falegname”; “Il testamento di Tito”; “Un giudice”; “Giugno 73”; “Amico Fragile”, “Andrea”; “Smisurata preghiera” e al termine la “Canzone di Sand Creek” in memoria dell’ing. Michele Falletta Medaglia d’Oro al Valor Civile, anch’esso studente del D’Annunzio, deceduto a causa di un infortunio sul lavoro, che è stato ricordato dai suoi amici e compagni in un momento di profonda commozione.

Nel corso della serata hanno portato la loro testimonianza di studenti partiti dal Liceo Classico D’Annunzio di Fidenza la dott.ssa Giovanna Bò titolare di una importantissima casa di produzione di cartoni animati a Bologna, l’ing. Tommaso Ghidini dirigente responsabile della sezione tecnologia dei materiali all’Agenzia Spaziale Europea, il prof. Alessandro Parolari, cardiochirurgo dell’Ospedale Monzino di Milano e recentemente entrato nella classifica internazionale dei 750 migliori medici in attività al mondo e il prof. Roberto Cotroneo critico letterario e direttore della scuola di giornalismo dell’Università Luiss di Roma.
“Ero orientata verso il liceo artistico – ha testimoniato Giovanna Bò mentre veniva proiettato un cartone prodotto dalla sua società – ma grazie al confronto con i miei genitori scelsi poi il D’Annunzio di Fidenza.  Questa scelta è stata importantissima nella mia vita. La formazione ricevuta mi ha dato un apertura mentale molto importante oggi indispensabile nel lavoro che svolgo”.
Il nostro presente ed il nostro futuro devono moltissimo alla ricerca spaziale. E’ questo il messaggio che ha lanciato l’ing. Tommaso Ghidini, che ha dichiarato: “ho raggiunto il mio sogno di fare l’ingegnere, e proprio per questo ho voluto studiare anche la parte classica. Questa scelta mi ha dato due vantaggi oggi fondamentali nel mio lavoro: chiedersi sempre il perché delle cose ed imparare a fare sintesi. Lo spazio è senza dubbio il futuro dell’umanità. Nell’Agenzia Europea lavorano 2200 persone provenienti sia dall’Europa che dal resto del mondo. 
Abbiamo un budget di spesa di 4 miliardi di euro l’anno e per ogni euro che investiamo, abbiamo un ritorno quattro volte maggiore. Oggi stiamo progettando assieme alla Nasa la futura base sul suolo lunare da dove partiremo per colonizzare Marte”.
“Scelsi il classico – ha detto il prof. Alessandro Parolari – in continuità con il latino che mi piaceva moltissimo e che facevo già alle medie. Fare il cardiochirurgo era il mio sogno fin da bambino e fra un mese festeggio i 25 anni di attività presso il “mio” ospedale: il Monzino di Milano. Dal 1997 ho effettuato circa 2000 operazioni e da alcuni anni mi occupo sempre più di ricerca cercando di contribuire a raggiungere l’obiettivo della ricerca sull’uomo: portare la vita media delle persone oltre i 90 anni. In tutto questo la mia formazione mi ha dato le basi indispensabili per affrontare le sfide quotidiane: capacità di analisi, preparazione e fantasia”.
In Teatro la serata si è conclusa  con le parole del prof. Fausto Cremona: “il Liceo Classico D’Annunzio è una ricchezza di questo territorio, pienamente nella tradizione civica e culturale di questa terra, che non va assolutamente dispersa”.
Amedeo Tosi

3 commenti:

  1. Ricevo via email questo messaggio che trasmetto omettendo la firma:
    "Caro Ambrogio, la serata mi ha emozionato e sono contento di averla vissuta. Ti accorgi che anche da una cittadina come Fidenza sono partite persone che stanno contribuendo a migliorare la nostra vita, a darci prospettive o più semplicemente a farci divertire con intelligenza.
    Da quello che ho visto in questi anni, come osservatore prima e come genitore oggi, mi sento tranquillamente di dirti che le scuole sono per la nostra città e territorio il bene più prezioso che abbiamo.
    Li c'è ancora tanta voglia di costruire un futuro diverso, fornire una visione positiva e bella della vita agli studenti.

    Se lavorassimo tutti di più, su queste basi, sono convinto che il nostro futuro sarebbe percepito con maggiore serenità e fiducia, come d'altronde ci diceva già lo studio sui giovani, promosso dalla diocesi, presentato giusto un anno fa. Gli elementi per fare una corretta analisi e prendere le giuste strade li abbiamo. Dobbiamo solo darci da fare e provare a lavorare di più assieme."

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  2. Finalmente una boccata d'ossigeno. Il commento, poi, scevro di ogni tipo di rivalsa ed immune da ogni qualsivoglia condizione negativa, è come una fleboclisi somministrata ad un disidratato. Bràu!

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  3. Vedo che sono presenti nomi importati di professionisti, artisti, letterati, che, come deduco dall'articolo del sig. Tosi, da Fidenza hanno preso il volo per altri lidi. Spero che non sia in ragione del motto Nemo propheta in patria, ma per il solo fatto che Fidenza era un ambito troppo ristretto per dispiegare le ali ad un volo a quote ed altitudini eccelse, dato che è solo una piccola cittadina. Ho sempre ammirato Fidenza ed i fidentini, da ragazzo, e poi come insegnante di Materie letterarie, per quasi 40 anni, come piccolo centro, dotato, al contrario di Salsomaggiore, dove sono nato e vissuto fino al 1987, di una splendida biblioteca e di ogni tipo ed ordine di scuola superiore. Io ho frequentato il neonato Ginnasio a Fidenza, dal 1958 al '60, dopodichè, da Salso, come tutti gli altri salsesi, che volevano conseguire un diploma di scuola media superiore, mi sono dovuto sobbarcare viaggi quotidiani sino a Parma, al Liceo Classico Romagnosi. Mi permetto di esprimere un mio parer,e circa l'opportunità di scegliere De Andrè per facilitare l'apprendimento e l'apprezzamento dei classici. Io avrei preferito altri cantautori italiani, come De Gregori, Battiato -che ha composto anche opere liriche-, Branduardi, Finardi -La scuola-, Dalla -Canzone. De Andrè aveva frequentato un Liceo classico, dai Gesuiti, subendo, come da copione, molestie degli insegnanti. Venne cacciato dall'Istituto(!), proprio lui, ma poi, per intervento del padre, potente industriale, fu riammesso, mentre fu radiato l'insegnante. Ma Fabrizio fu sempre uno scolaro fuori dagli schemi, anti-borghese, anticonformista, antitutto e tutti, ribelle, eversivo e sovversivo, che Dio lo benedica, per queste sue inclinazioni. Non lo vedo come viatico e sostegno all'apprendimento dei classici greci e latini, lontani anni-luce dalla sua mentalità, forse eccezion fatta per il poeta novus Catullo. Il collega Cremona mi perdoni, ma lui lo sa bene, che Tot capita, tot sententiae, od anche che De gustibus ecc...

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