Audacter
calumniare, semper aliquid haeret- Calunnia sfacciatamente, qualcosa
resterà sempre appiccicato.
Plutarco,
ripreso da Francis Bacon
“La calunnia è un venticello...nelle orecchie della gente s'introduce destramente, e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar”, canta Don Basilio, ne Il barbiere di Siviglia.
La
calunnia è come una vespa, un tafano, che continuano a ronzarti
attorno, fastidiosamente; bisogna restare immobili, aspettando di
poterli schiacciare, una volta che si posino.
E più una calunnia
pare inverosimile, più la gente le dà retta.
Il
diffamatore commette un'ingiustizia, denigrando una persona in sua
assenza, chi ascolta la calunnia è complice di essa, come chi regge
il sacco ad un ladro, perché l'accetta, ancor prima di verificare se
corrisponda o meno al vero. Il pettegolezzo calunnioso non svanisce
mai del tutto, non c'è sbiancante che tenga.
Non
per nulla, Ofelia, infamata, era stata invitata da Amleto a
rinchiudersi in convento e, sempre Shakespeare, aveva definito questa
malignità come un serpente velenoso, dal fiato pestilenziale.
Quando
poi la denigrazione è partorita da una forma esecrabile di invidia,
taglia i panni addosso e l'erba sotto i piedi, ancor più a fondo e
velocemente di una falciatrice a motore e di Edward Mani di Forbice.
Cave canem, attenti al cane, scrivevano, già ai loro tempi, i
Romani; ma ancor più attenti si deve stare a chi calunnia. Costoro
distruggono e polverizzano, con quattro frasi, onore, dignità e
decoro di chiunque gli arrivi a tiro. E le loro calunnie hanno una
gittata molto lunga, da cannoni da marina...
Franco
Bifani
Caro Franco, condivido in toto quanto da te sostenuto, ma lo sforzo per scrollarsi di dosso certe diffamazioni calunniose è enorme, seppur lieve, rispetto al misero valore di certi personaggi che pensano che se non ci fossero loro ne risulterebbe modificato anche il moto rotatorio della Terra. E allora, perchè rodersi il fegato? "Guarda, passa e non ti curar di loro"; frase suggeritami dal Sommo Poeta Dante Alighieri, quindi fattela tua e dai una bella scrollatina di spalle, io l'ho fatto da tempo. Magari, restando in tema di letteratura dantesca, se ti aggrada puoi anche associarti a colui che, sempre raccontatoci da Dante Alighieri "del cul fece trombetta".
RispondiEliminaPapa Francesco oggi in Santa Marta suggerisce questo commento:
RispondiEliminaA chi è geloso e invidioso avvengono «due cose chiarissime». La prima è l’amarezza: «La persona invidiosa, la persona gelosa è una persona amara: non sa cantare, non sa lodare, non sa cosa sia la gioia, sempre guarda “che cosa ha quello ed io non ne ho”. E questo lo porta all’amarezza, un’amarezza che si diffonde su tutta la comunità». Questi sono «seminatori di amarezza».
Ambrogio e Germano, io ricordo di aver letto che una persona invidiosa arriva ad odiare i propri eventuali figli, solo perché, essendo più giovani, vivranno più a lungo.
RispondiElimina