Un fresco soffio di
brezza
Vorrei qui
presentare, per un eventuale approfondimento ed un serio dibattito, un problema,
che, così, ex abrupto ed all'inizio, potrebbe far sorridere e sembrare
accessorio e di secondaria importanza, ma che, spesso, provoca drammi, se non
tragedie, esistenziali.
Trattasi dell'alitosi, o bromopnea, od anche,
scientificamente, “foetor ex ore”. Contribuiscono, maleficamente, ad un alito
fetido, gengive infiammate, denti sporchi o cariati, il muco nasale inquinato,
ed anche, più giù, misteriose anse e diverticoli intestinali, da cui si
sprigionano e risalgono, al cavo orale, esalazioni di composti sulfurei.
Se poi
contribuiamo anche noi a peggiorare il problema, mangiando, a tutto spiano,
aglio, pesto, cassoeula, cipolle, crauti, ci beviamo sopra superalcolici,
arricchiamo il tutto con una sigaretta via l'altra, provochiamo l'allontanamento
del prossimo, che preferisce rimanere tale, ma tenendosi a distanza di
sicurezza, per evitare conati emetici.
E purtroppo,
l'alitosi è un problema diffuso, tocca il 50% della popolazione mondiale; e
pochi si accorgono di soffrirne, nonostante le smorfie di disgusto di coloro con
cui dialogano.
Ci sono drammatiche testimonianze, dai tempi degli antichi Egizi,
su su, fino agli Elleni, ai Romani, ai Cinesi, popoli consapevoli di questa
sciagura orale, con i loro disperati tentativi di estinguere le emissioni
maleodoranti mediante la masticazione di erbe o sciacqui, a base di sostanze
organiche e non, di ogni tipo; ma già allora, essi soccombevano, dinnanzi alla
protervia e perversione del nemico, invitto e mai debellato.
Tutto, io credo, per
amor del prossimo, si può sostenere, dagli umori rancidi ascellari a quelli,
grassi e pesanti, delle estremità inferiori, ma l'alito cattivo, no, quello
no.
Funghi e batteri
lavorano con lena, in bocca, sulla lingua, nei seni nasali, ed ancora più giù,
ad evocare, su, fino al cavo orale, spirali gassose fetide, agghiaccianti ed
ammorbanti. Non per nulla, esiste quella famosa battuta, di ignota origine, in
cui uno spazzolino da denti chiedeva a quello del cesso di sostituirlo, perché
non ce la faceva più a sostenere la pulizia dei denti di un alitopatico
cronico.
Comunque, scherzi a
parte, l'alitosi provoca conseguenze sociali drammatiche, nei rapporti con il
prossimo; misteriose morti, improvvise ed inspiegabili, pare che siano dovute
alla vicinanza pericolosa, protratta oltre la soglia di sopportazione, con
soggetti portatori di alitosi venefica.
Temibilissimi sono
coloro che emanano fetore di pesce marcio, di carne putrefatta e di letame. Ho
dovuto sopportare, per anni, compagni di banco e colleghi che mi costringevano
ad apnee prolungate, onde evitare l'inspirazione delle loro funeste brezze
orali. Mantengo vicinanze olfattive micidiali con un tipo, affetto da sinusite
cronica, che, espirando, emette, tra fischi e borborigmi, un lezzo micidiale. Ad
una mia collega, che sprigionava, abitualmente, aliti cadaverici, una volta,
offrii una Fisherman's Friend; mi guardò, tra lo stupito e l'offeso, e mi
chiese: “Ma come mai? Soffro forse di alitosi?” Macché, ma che diceva mai!
Ho
persino avuto una morosa, per breve tempo, affetta da alitosi; e non c'era
rimedio, anzi, dentifrici e collutori portavano ad un mix dal fetore ancora più
insopportabile; un vero peccato, perché era leggiadra, come una gazzella, ed
incantevole, come una ninfa.
E' anche vero che,
specie al mattino, al risveglio, tutti, nessuno escluso, pare che ci siamo
sciacquati la bocca, nottetempo, in una fogna, ma si tratta di un'alitosi
temporanea o transitoria.
Ma è l'alitosi cronica a costituire un problema
sociale drammatico, a livello mondiale. Essa può provocare licenziamenti dal
posto di lavoro, la rottura di unioni coniugali o tra promessi sposi, impedisce
lo svolgimento di numerosi lavori, che contemplano incontri ravvicinati, del 3°
e 4° tipo, con altri esseri umani.
Ci sono poi perversi individui che,
desiderando fortemente di troncare un rapporto, per loro insostenibile,
ricorrono, quale ultima ratio, alla masticazione coscienziosa di un mix di
formaggi, come gorgonzola, puzzone di Moena, pannerone, provolone piccante,
pecorino romano, per asfissiare il partner e costringerlo a non ripresentarsi
mai più ad un ulteriore appuntamento.
Se il ricorso alla
famigerata conchetta non bastasse, esiste, in commercio, un alitometro, che
segnala se e da dove provengono i gas malefici oro-intestinali. Un ultimo,
raggelante dubbio mi si affaccia alla mente: quando Dio insufflò, nelle nari di
Adamo, lo spirito immortale, che lo rendeva a Lui simile, aveva, per caso,
mangiato pesante, viste le conseguenze del Suo gesto, nella storia
dell'umanità?
Franco
Bifani
Nessun commento:
Posta un commento