venerdì 24 gennaio 2014

Lo storico Caffè Centrale di Busseto: salvato dai cinesi



STORIA E CULTURA CI APPARTENGONO ANCORA?
A BUSSETO LO STORICO E BELLISSIMO CAFFE' CENTRALE
 ACQUISTATO DAI CINESI
di Germano Meletti

Allarme? Forse no, ma le nostre culture, la nostra storia, le nostre tradizioni vanno a farsi friggere. 

Solo pochi giorni fa Ambrogio si è occupato del  passaggio di mano di Palazzo Orlandi, già abitazione e proprietà di Giuseppe Verdi, posta a pochi metri dallo storico Caffè Centrale. Per l'importante palazzo forse è stato un toccasana l'acquisto da parte della SIAE allo scopo, dichiarato dal suo presidente Gino Paoli, di realizzarvi una scuola di musica. 
Non è razzismo il mio, ma voglio lanciare un allarme per il Caffè Centrale che guarda la famosa piazza Verdi ed il famoso compositore "imbronciato" seduto sul suo scranno. In questi giorni anche lui sembra più imbronciato del solito, ma veniamo ai fatti. 
La famiglia Dioni, che gestisce il Caffè Centrale, si è stancata di correre giorno e notte per gonfiare le casse di un italico famelico fisco e di rimanere poi solo con poche briciole per le proprie tasche. Questo a fronte di un giro d'affari decisamente soddisfacente, ma a questo mondo non si vive di sole soddisfazioni. 
Il palazzo in cui è ubicato l'esercizio è di proprietà del comune, del Caffè Pasticceria Centrale si ha notizia fin dai primi dell'800. 
Lo stesso Giuseppe Verdi sicuramente lo frequentò nei periodi di permanenza a Busseto. Entrando oggi si viene proiettati in un'atmosfera surreale: la prima cosa che salta all'occhio è la miriade di foto autografate di artisti che di là sono passati: dal vicino Carlo Bergonzi al M° Riccardo Muti, da Luciano Pavarotti a Leo Nucci, da Aldo Protti a moltissimi giovani usciti dal Concorso Voci Verdiane a cui si è poi aperta una brillante carriera. 
Il brevissimo largo corridoio che porta al bancone mostra uno stile moderno, ma una volta accostatisi al banco si nota uno stupendo arredamento originale metà '800: sedie, tavoli e specchiere originali, il tutto di assoluto pregio. Dall'atmosfera musicale in cui sei stato proiettato appena entrato, qui fai letteralmente un salto indietro di circa 170 anni. 
Questo stanzone è enorme, non è raro che tutti i tavoli siano occupati; qui passano persone di ogni età e di ogni ceto, uomini o donne, giovani o anziani. Dall'altro lato del bancone un corridoietto ci porta in una sala da thè, anch'essa ampia, anche se non quanto la sala testé descritta, ma lo stile e gli arredamenti sono identici. 
Tra l'entrata ed il bancone, sulla destra, si passa in una piccola sala scommesse, dotata di schermi ed aggeggi vari, una concessione alla modernità. Qui ti sembra di stare nella stanza di comando della NASA e, se passi oltre, entri nella sala giochi, dove una decina di slot machines ed altra fameliche macchinette mangiasoldi suonano tutte assieme un concerto che di verdiano ha ben poco. 
Ora la storia e le tradizioni imprigionate in questi muri, che delimitano uno dei più bei bar della provincia, stanno per passare di mano. Nulla di strano, direte voi, un normale cambio di gestione. Verissimo! Anche se tanto normale non è in quanto tutto questo pozzo di cultura e passatempo "diventerà" cinese. 
Proprio come in molti bar su tutto il territorio nazionale potremo gustare "glappe selezionate" o "caffè colletti" o anche "caffè d'olzo", per arrivare al più pertinente caffè al ginseng. 
Niente drammi, solo che un altro pezzo di italica tradizione se ne va, come molte ditte del "made in Italy" hanno traslocato oltralpe, ora sono i cinesi che vengono a prendersi il meglio. 
Di questo passo forse anche noi dovremo fare le valigie, magari non prima di aver collocato lungo tutto l'Italico Stivale una serie di cartelli "CHIUSO PER CESSATA ATTIVITA" oppure un "CI SIAMO TRASFERITI IN PIAZZA TIENANMEN", magari con l'aggiunta di un "TOLNELEMO QUANTO PLIMA".

                                                    Germano Meletti







Il servizio fotografico è di Germano Meletti

2 commenti:

  1. Mi suggerisce un amico bussetano che dovrei anche ricordare che il rinomato Caffè Centrale potrebbe diventare CAFFE' CENTLALE, SITUATO ALL'OMBLA DI GIUSEPPE VELDI

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  2. Si e' vero, dispiace sapere che i luoghi dove regna la nostra tradizione stanno chiudendo.Io abito a Roma ma quando nel periodo natalizio vengo in Emilia faccio sempre un salto all'amata citta' di Busseto,anche per rendere omaggio al Maestro.Conosco il Caffe' Centrale dove immancabilmente prendo un'ottimo caffe' con qualche dolce.Sapere che il bar cambia gestione un po' dispiace ma preferisco che il bar continua a vivere anziche' chiudere per sempre come capita per altrii locali storici italiani.

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