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martedì 30 gennaio 2018

Psycho-bloggers

Chi più di un commentatore come Franco Bifani può fare il ritratto del blogger perfetto entrando nella psiche di chi è affetto della sindrome del blogger?
Lo fa con diretto riferimento ai blog che frequenta contribuendo con questo modo alla loro sopravvivenza. Ma la  sua imparzialità è cristallina, basti pensare che, con un po' di autolesionismo, poche settimane fa erano i "commentatori" ad essere presi di mira dalla sua tastiera.
In effetti Franco sembra non sapere che oggi la montagna di spazzatura non è da cercare nei blog, ma in altri sistemi "social" più duttili ed immediati.
   


Psycho-bloggers

I megalomani e mitomani dei blog tendono a sopravvalutare le proprie capacità, in totale assenza di un minimo vaglio autocritico. Affetti da deliri di onnipotenza ed onniscienza, con un Ego smisurato, esprimono convinzioni di strapotere, circa le proprie risorse e capacità redazionali, credendosi Premi Pulitzer. 
Malati di mendacia patologica, o pseudologia, producono storie fittizie e fantasiose, in cerca di una notorietà inesistente, inondando di scritti ogni spazio libero, sul web e sul cartaceo. 
Il grafomane logorroico e mitomane, a volte, è conscio del fatto di cacciare palle a raffica, altre volte finisce con il crederci veramente. Mitomania e megalomania bloggiste sono spesso legate al narcisismo, dove si mescola la verità con la menzogna, condita con aria fritta, falsità e ipocrisia. Glorificano la propria supposta unicità, nella pretesa di un riconoscimento universale della propria incontestabile magnificenza. 
Non avendo consapevolezza di sé, si credono investiti di una missione cosmica ineludibile. Per chi non si piega al loro Verbo, tentano di screditare tutto ciò che risulta difforme dal loro pensiero. 
Soffrono della sindrome di Gulliver, un serio problema nevrotico. E’ raro che ammettano una debolezza o uno sbaglio, l'autocritica è loro ignota. Si tratta di vanitosi, con bisogno patologico di apparire poeti e prosatori-vate. A volte si aggiunge la malignità distruttiva, con accuse calunniose ed insulti per chi è in disaccordo. 
Verdone li chiama, giustamente “cazzari“, e in effetti, non fanno che sparare cazzate. Il blog-cazzaro possiede una cultura lacunosa e approssimativa, ma cerca di presentarsi sempre come persona di grande intelletto e preparazione e dispensatore di perle di saggezza inimitabili. 
Non ha alcun rispetto per il prossimo, se non verso chi lo incensa di complimenti, e disprezza tutto ciò che di positivo e valido possiedono gli altri, perché vede in ogni affermazione altrui una propria personale sconfitta.
Franco Bifani


4 commenti:

  1. Voglio chiarire che, con questa mia lettera, non mi sono riferito a nessuno di chi, su questo blog, scrive o commenta. Mi sono tornati alla memoria certi coatti grafomani, astiosi, rancorosi e spinosi, veri botoli ringhianti, conosciuti su altri siti, che fra l'altro, pur di scrivere e di vedere pubblicati i loro pezzi inimitabili, lo fanno anche sulla carta igienica, e si vendono a destra, al centro e a sinistra, al miglior o peggior offerente e pubblicante. Honni soit qui mal y pense! La differenza la fa pur sempre chi modera il blog.

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  2. È "una fiera delle vanità" in cui si nasconde la propria solitudine in una finzione, in un anonimo apparire che non ha passato e non ha futuro.
    Chi ha preceduto il nostro tempo affidava le proprie emozioni alla poesia, alla lettera, alla musica, all'arte in tutte le sue manifestazioni, ed ancora le ritroviamo ed in esse ci riconosciamo.
    Cosa resterà dell'oggi, di questo affannoso "mostrarsi"? Forse solo lo specchio di un tempo in cui la persona spesso rinuncia a convivere con se stessa, con le proprie debolezze e le proprie passioni.

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  3. Complimenti a Marisa che è riuscita a descrivere in modo chiaro e obiettivo il comportamento dei blogger. Condivido pienamente.

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  4. Non dei bloggers tout court, ma solo di alcuni. Sono stato fatto oggetto delle loro infami cattiverie, per anni, sono poveracci, anche se dotati di cultura e, parrebbe, di intelletto, e e pure di ottime capacità redazionali. Era tutta invidia e gelosia. Ambrogio sa bene a chi mi riferisco, ne è stato vittima anche lui.

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