Uno scorcio dei terragli di San Pietro con la chiesa ed il campanile sul fondo |
Quando Borgo San Donnino era la somma di alcune parrocchie e di tanti conventi le chiacchiere montavano dai borghi ed arrivavano sino al Palazzo del Duca.
"Nel 1451 il Duca Francesco Sforza incarica il prevosto di Borgo San Donnino di indagare sulla vita e i costumi del priore locale di San Pietro per eventuali provvedimenti. S. Pietro era allora convento, se ben ricordo, agostiniano.
La lettera, ripresa dal Registro delle Missive del Duca, ma sempre attuale, è anche buffa nel linguaggio, ad esempio il prevosto deve tenere il “secreto quanto se po’ ”. Pare che il priore si comportasse male sia verso la gente che per il “divino culto”. Segno che a quel tempo si era attenti a che i preti facessero bene le liturgie e le cose sacre. Tra l’altro come potete leggere nelle prime righe, dice il Duca che a S. Donnino si svolgeva culto divino con riverenza e diligenza." (Umberto Battini)
A questa lettera ne segue un'altra dello stesso tenore, ma modificata nella forma, indirizzata al Podestà di Borgo San Donnino.
Ecco, per una lettura completa, il testo delle due missive del Duca che, giusto qualche giorno prima, aveva suggerito l'impiccagione per quel malfattore che, scalando le mura di Parma, era penetrato con altri in città ed aveva rubato del panno:
FRANCESCO SFORZA INCARICA IL PREVOSTO DI BORGO SAN DONNINO DI INDAGARE SULLA VITA E I COSTUMI DEL PRIORE LOCALE DI SAN PIETRO PER EVENTUALI PROVVEDIMENTI.
1451 luglio 5, Cremona.
26v Preposito Burgi Sancti Donini.
El n’è poreta una sinestra informatione della vita del priore de Sancto Petro de quella nostra terra del Burgo San Donino la quale, quando vera fosse, ne dispiaceria molto, sì principalmente per la diligentia, cura et reverentia si vole havere al culto divino, sì etiam per lo regimento et governo delli subditi nostri. Il perchè vi scrivemo, stringemo et carrichamo che, secreto quanto se pò et con ogni bona diligentia ve vogliati informare dela vita et costumi del dicto priore et de quello ne trovareti ne siamo per vostre lettere advisati, ad ciò si gli possa fare debita provisione, sì per quello ispecta al divino culto, come etiamdio allo governo delli homini nostri. Et questo faciti con bono modo et quanto più presto sia possibile.
Data Cremone, die v iulii MCCCCLprimo.
Cichus.
Borgo San Donnino (Fidenza) palazzo del Comune, stemma Visconteo |
1451 luglio 5, Cremona.
Potestati Burgi Sancti Donini.
El n’è poreta una sinestra informatione della vita del priore de Sancto Petro de quella nostra terra la quale se vera fosse, molto ne dispiaceria. Per la qual cosa te scrivemo et commandemo strictissinamente che diligentemente et tanto secretamente, quanto te sia possibili, con boni modi te informi della vita et costumi soy. Et de quanto trovaray per tue lettere me avisi ad ciò che bisognando gli possiamo fare debita provisione, sì per quello spectarà al culto divino, como etiandio per lo bono regimento de quelli nostri homini.Data Cremone, die v iulii MCCCCLprimo.
Cichus.
Balosso di un Priore|
RispondiEliminaIl più grande, insuperato narratore di marachelle clericali rimane il Boccaccio, nel suo Decameron.
RispondiElimina