Avevamo spiegato in un articolo del 1° agosto 2017 come il primo passo per ottenere il riconoscimento Unesco fosse quello di inserire la Via Francigena nella Tentative List dei beni candidabili.
Il percorso per candidare la Via Francigena italiana alla Lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco era stato avviato a marzo 2017 con il protocollo sottoscritto da sette Regioni (Toscana capofila, Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna e Lazio) e l'avvio dell'analisi preliminare coordinata dall'Associazione Europea delle Vie Francigene. Lo studio preliminare è stato successivamente consegnato il 30 maggio 2018 grazie al lavoro condiviso delle sette Regioni.
L’iscrizione di un sito nella Lista propositiva non comporta infatti automaticamente la successiva iscrizione dello stesso nella Lista del Patrimonio Mondiale ma, semplicemente. che lo Stato, quando segnalerà al Centro del Patrimonio Mondiale, World Heritage Center-WHC, i beni per i quali intende chiedere l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale nell'arco di 5-10 anni, potrà comprendere il progetto Via Francigena.
Al momento della presentazione al WHC inizia il processo di valutazione.
Nella World Heritage List l’Italia è il paese che presenta il maggior numero, oltre 50, di beni candidabili alla fase successiva, quindi una concorrenza alta ed agguerrita si aggiunge alla complessità dell'iter valutativo.
E' tuttavia da dire che già la positiva conclusione di questa prima fase della candidatura WHC consente di avere alcuni benefici, subordinati tuttavia alla capacità dei proponenti di valorizzare e pubblicizzare il riconoscimento ricevuto.
Il processo delineato nell'agosto 2017 ha quindi trovato regolare svolgimento, e questo è merito delle regioni interessate al processo e dell'Associazione Via Francigena.
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