Ripensando ai meschini tempi della politichetta odierna, mi sono sorti, dal gran lago del cuore, quelli in cui si contrapponevano fieramente, tra confini e barricate ben definiti, DC e PCI, cattolici e comunisti, scudocrociati e falce e martello.
Nato nel 1945, in famiglia cattolica, decisamente anticomunista, ma aliena da violenze, anche solo verbali, ricordo, da piccino, i discorsi in famiglia, tra amici dei miei, che sussurravano, inorriditi, con esoftalmo pronunciato, di aver sentito, dai rossi del mio paese, che se avessero trionfato loro, nell'aprile del '48, il giorno dopo si sarebbero viste forche in giro, cui appendere gli avversari politici.
Per me e mio fratello, i comunisti erano esseri pericolosi, gli occhi iniettati di sangue, lo sguardo torvo e truce, riconoscibili dalla copia de L'Unità nella tasca della giacca, acquistata obbligatoriamente, anche se poi erano analfabeti.
Senza Dio, che celebravano i funerali tra sventolii di bandiere rosse, come il sangue, senza preti, con la banda comunale e comunista, che intonava lugubri marce funebri.
Il Primo maggio, echeggiavano inni marxisti, sempre tra bandiere rosse, e alcuni si fermavano sotto le finestre di qualche boss democristiano locale, a sbraitare minacce irripetibili.
Al lavoro, mio padre lottava, con i suoi subalterni PCI. per l'abbonamento della prole a “Il Vittorioso”, contrapposto a “Il Pioniere”. Il vecchio barbiere sotto casa, che ci tosava la zucca, ci riempiva di copie di quel satanico giornaletto, subito fatto a pezzi dai miei.
Sui confessionali, l'avvertimento di scomunica per i socialcomunisti. Ed ancora, negli anni '60, noi a tentare di entrare alla Festa dell'Unità, in total black, tra sguardi minacciosi, all'ingresso.
E poi nel '68, a lanciare uova contro un sit-in di giovani FGCI, -tra cui un poeta veterocomunista borghigiano, ancora oggi sulla breccia-, che contestavano, all'ingresso di un cinema, il film “I berretti verdi”, inseguiti poi da agit-prop imbestialiti.
Ma le parti contrapposte erano irremovibili, compatte e ben riconoscibili. Vecchia Italia, non dei tempi di Rodolfo Valentino, ma dei forchettoni DC e dei comunisti pedofagi. Quella della mia infanzia ed adolescenza.
Franco Bifani
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