Capitano Priebke,
presente
L’invidia e la
gelosia sono due brutte bestie. Faceva dire Shakespeare, a Jago, che la gelosia
è un mostro dagli occhi verdi; e Cervantes, con tristezza, riconosceva che
l'invidia è radice di mali infiniti, verme roditore di tutte le virtù.
Il
consigliera della Lega, il veneto Francesco Vartolo, deve essere stato
contagiato da entrambi questi morbi deleteri e, pur di risultare
anticonformista, ha voluto omaggiare Priebke di un suo solenne saluto, su
Facebok: Capitano Priebke, presente!
A seguire il pezzo di un gruppo di estrema
destra, i Gesta Bellica veronesi, nei quali aveva militato Andron, Andrea
Miglioranzi, lista Tosi, proveniente dalle fila del Movimento Sociale-Fiamma
Tricolore.
Con tipica cadenza veneta, a Radio Padania, Vartolo ha giustificato
questo suo estremo omaggio al capitano delle SS, asserendo che se uno, come, del
resto, lui per primo, è antipatico ed odiato da tutti, ci deve essere pure una
ragione; insomma, tanti nemici, tanto onore, come ripeteva quel tale, qualche
tempo fa.
Franco
Bifani
Credo di poter dire che, sebbene non sia da proporre per la santificazione, Erik Priebke ha eseguito ordini superiori (lui era capitano). Ordini di quel colonnello (che è più di capitano) Kappler evaso dall'ospedale militare "in una valigia" (???). Erik Priebke sicuramente aveva tanta cattiveria e tanta barbarie in corpo ed assolutamente senza umanità, ma va detto (cosa che mai ho sentito da nessuna parte) che in virtù della assurda legge emanata dai tedeschi in cui per ogni tedesco ucciso, in mancanza del colpevole, venivano trucidati dieci italiani. Lui si è reso colpevole di cinque fucilati in più rispetto ai 330, che corrispondevano al ricatto tedesco conseguente all'attentato di via Rasella, in cui si contarono trentatre soldati tedeschi uccisi. Priebke poteva anche rifiutarsi di eseguire gli ordini, ma egli stesso sarebbe andato incontro a fucilazione per insubordinazione. Un parola di biasimo, oltre che per lo stesso Priebke e per i suoi superiori, la vorrei spendere anche per gli attentatori, da molti considerati eroi, da me semplicememte vigliacchi, i quali anzichè presentarsi ai tedeschi per risparmiare tutte quelle vite se ne guardarono bene dal farlo, anzi, per questo loro gesto vennero eletti da una parte di popolo italiano, andando così ad occupare scranni in parlamento (come sappiamo ben remunerati). Ma cosa sono costoro al cospetto di quel brig. Salvo D'Acquisto che si presentò, pur non essendolo, come responsabile di un altro attentato in cui trovarono la morte altri militari tedeschi, trovando egli a sua volta la morte per fucilazione, ma salvando così la vita a molti innocenti? Tra i due fatti ci sono anche vie di mezzo, ma gli attentatori di via Rasella, pur sapendo, anche prima dell'attentato, le conseguenze cui sarebbero andati incontro degli innocenti, restarono ben nascosti, ricomparendo poi come eroi sui libri di storia e sugli scranni parlamentari. Vorrei concludere con una parola, forse non condivisa da tutti, ma io voglio urlare con tutta la mia voce: VERGOGNA!!!
RispondiEliminaGermano, adesso li senti, tu, quelli dell'ANPI, che hai osato toccare un mito incrollabile ed indiscutibile! Abbad'arrète, guardati dietro, d'ora innanzi, come mi raccomandava sempre un mio compagno di Università di Lucera.
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