All'inizio della nostra storia c'è un atto di accoglienza, decisivo ed unico. Questo dipinto di Rublev è ne è la massima espressione artistica, l'immagine dell'incontro in cui il capostipite Abramo accogliendo tre viandanti riceve la promessa. L'accoglienza è una vuota parola che assume un significato solo nel momento in cui è reale come ci dice, in questo scritto, Franco. (P.A.)
Lampedusa
L'accoglienza è un’azione concreta, verso l'umanità sofferente, e non solo fatta di bla-bla, slogans, presidii ed occupazioni di piazze, cortei con bandiere di varia foggia e colore, manifestazioni di parata e di vetrina, da conformisti dell'anticonformismo. Non c’è altro paese al mondo in cui si metta in pratica questo impegno, in modo così costante e determinato, come a Lampedusa, dagli abitanti tutti, ai soccorritori, i medici, i paramedici, i volontari; la gente di Lampedusa continua a portare in salvo, a terra, i sopravvissuti e a raccogliere e comporre, pietosamente, i morti.
Lampedusa, una minuscola isola, dal cuore immenso; uno dei suoi abitanti, che era presente alla tragedia, con altri sette amici, su una barca, nella rada dell’orrore, ha raccontato quanto vide, quella mattina. Fa l'ottico, non è un marinaio, un addetto della Protezione Civile, un esperto bagnino od un sommozzatore. Lui ed i suoi amici hanno, però, salvato ben 50 di quei poveracci, caricandoli sul loro natante, strapieno di profughi. Erano lì, a tirar sera, hanno salvato l'umanità. E gli abitanti di Lampedusa non hanno avuto bisogno, per muoversi a compassione del loro prossimo, degli interventi di certi politici nostrani, come asserisce l'ONU, o di predicozzi ecclesiali, per muoversi a pietà, verso gli ultimi della Terra.
Lampedusa, porta dell'Europa, caritatevole e solidale, così vicina all’Africa -non ai Paesi nordici, sussiegosi ed egoisti, i cui rappresentanti siedono nelle stanze dei bottoni, dediti unicamente a controllare affari economici e transazioni finanziarie- ha ancora una volta insegnato che significa essere cristiani, ma non “da pasticceria”, come ha detto Papa Francesco; lasciano le pecorelle chiuse nell'ovile, al sicuro, per correre in salvamento, dai rapaci e dai feroci, delle vittime inermi dell'egoismo mondiale.
Franco Bifani
Nessun commento:
Posta un commento