martedì 15 aprile 2014

"I Cesariani a Borgo" una nota di Franco Bifani


I Cesariani a Borgo

Nella sua Vita di Cesare, Plutarco riporta una frase che costui avrebbe pronunciato, nel corso di una campagna, in Gallia, in un piccolo borgo, o secondo altre versioni, al suo ingresso in uno sperduto villaggio alpino.
Egli si guardò attorno, tra i cosiddetti barbari, timorosi di lui e del suo seguito, e scandì: “Preferirei essere primo tra costoro, in questo modesto villaggio, che non essere secondo a Roma”. 

Ebbene, qui a Fidenza-Borgo S. Donnino, o, secundum Claretta Ferrarini, -ipsa dixit, Claretta docet!- semplicemente BORGO, per antonomasia, ancora vivono e vegetano, vispi , allegri e zelanti, tanti suoi seguaci, che si uniformano a quel detto, scolpito a caratteri di bronzo su marmo, in aeternum. 
Vedo e sento, scorrendo le pagine dei quotidiani locali o quelle dei blog di Borgo, che in tanti si affaccendano, trafelati e sudati, per concorrere all'occupazione dello scranno di sindaco, Burgmeister, major, maire; anzi, per stare con Cesare, Syndicus. 
Ognuno si disegna il suo logo, con icone e scritte, a dire il vero un poco tutte simili e monotone: di solito, è tutto un Insieme per...Per chi, però? 
Per chi vuole sedersi sullo scranno di sindaco, per imperare e pontificare, per predicare e razzolare, in meglio od in peggio, nella Res Publica fidentina, o per il bene di tutta la comunità burgense? Quien sabe? 
Forse, solo il Santo protettore, Sanctus Domninus, solo lui, lo sa; ma forse...Io vorrei tanto saperlo, pure io. 
Chi sazierà questa mia inestinguibile sete di sapere, chi intingerà anche solo un ditino nel gran lago, in tempesta, della Realpolitik locale, e lo passerà poi sulle mie labbra riarse, come invocava il ricco Epulone? 
Per i calli e le piazze, per i vicoli e gli angiporti di Borgo, si odono sussurri e grida. Votatontonio, votantonio, votantonio... Ambrogio, i' vorrei che tu ed altri ed io fossimo presi, per incantamento e portati in giro per Fidentia...
Potremmo, Ambrogio, pure io e te ed altri, formare una nostra lista “Insieme per.., e basta, dove ognuno, poi, al posto dei puntini, ci metterebbe quel che più gli aggrada. Mangiate pantagrueliche,soldoni, auto di lusso, abbigliamento griffato, Iphone, Smartphone, donne a bizzeffe -un po' come ha fatto il destinato ai servizi sociali-, od anche, bei maschioni o trans, per chi coltiva altri gusti e tendenze amatorie. 
Io ci metterei anche: una minima quantità di cervello funzionante, di cultura, di affetti, sentimenti, emozioni, di civismo, di generosità, di amore verso il prossimo, specie quello bisognoso,dimenticato da Dio e dagli uomini, di cortesia, di misericordia verso chi poco ha, specie spiritualmente, sempre nella speranza, spesso vana, che sia recuperabile al consorzio umano. 
Vorrei vietare alcolici, droghe, anche leggerissime, vorrei, vorrei, vorrei,vurrìa... Ma chi troppo vuole, nulla stringe, Ambrogio; come la mettiamo, se poi il prossimo, tra le mani, mi ci infila della robaccia, perché io non gli rompa i cosiddetti? 

Ma poi, tu mi sapresti dire se veramente esista, qui a Fidenza-Borgo, come altrove, sul nostro pianetino, terzo dal Sole, qualcuno che veramente voglia cambiare? E che cosa poi? O capiterà come in quel famoso passo de Il Gattopardo, dove qualcuno diceva che si cambiava tutto per non cambiare nulla? 
Allora, Ambrogio, che ci potremmo mettere sul logo, un bel praticello verde Speranza -come quello che sorge ai lati del Viale dei Gelsi, a Cabriolo-, sempre poi sperando che chi vive di essa nutrendosi, non muoia in quel modo indecoroso che sappiamo? 
Spes, ultima Dea; rimane sempre in fondo al vaso di Pandora, sempre più simile ad un vaso da notte, ai nostri tempi; e non si decide mai ad uscirne.
E ne ha tutte le ragioni; appena si affacciasse, sentiresti che pernacchie! Avanti, truppe dei futuri sindaci: sinist, dest, centr, passo, bum! passo! bum! Segnare il pass, alt! Tutti per uno, ognuno per sé!
Franco Bifani

4 commenti:

  1. Leggo e sorrido. Il Biffo c'ha l'occhio fino e l'ironia abbondante. Nel merito, quelli che si sbilanciano mettendosi in gioco senza rete di sicurezza sono quasi tutti figli e figliastri di "via Amendola". La cosa non è negativa di per sé, lo diventa quando l'ambizione non tiene conto del contesto , rischiando di favorire il peggio ... D'altra parte, l'ambizione è un padrone spietato che pretende disonestà piccole e grandi con le quali gli sciocchi si fanno strada strisciando nel cercare di guadagnare la prima fila... del nulla.

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  2. Pierre, occhio foino, ma non fin-occhio, eh?, mi raccomando, in ricordo della battuta di Gassmann ne Il sorpasso. Io sono sempre convinto che non sia tanto l'ambizione a spingere alla disonestà, ma, in genere, tranne rare eccezioni, il fuoco della politica, sia a destra, che a sinistra come anche al centro. Solo chi in politica non ha fatto una gran carriera o ci ha vissuto per breve tempo può fare un esamino di coscienza da cui uscire pulito, o quasi, diciamo smacchiabile senza interventi invasivi.

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  3. Ambrogio, quella stampa della zona centrale di Fidenza mi affascina, è stupenda, viva, con dei colori solari; mi pare quasi di vedere le persone ritratte che si muovano di qua e di là, tanto sono reali. Ma da dove l'hai ricavata? E' opera di tuo padrr? A destra, par quasi di vedere Negrotti sortire fuori della sua bottega, già allora presente.

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    1. E' un lavoro di mio padre un po' approssimativo ma efficace nella rappresentazione. La prospettiva è sommaria, insomma si è divertito, e con questa predisposizione d'animo dobbiamo vederlo. L'ambientazione è ottocentesca se non fosse per quel telo che reclamizza Rodolfo Valentino, il suo attore, più che primo, unico.

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