“Il
biscione del Borgo” è un agile volume curato da Franco Nardella e
Adriano Gainotti ed edito da Unitre Fidenza con una breve prefazione
del presidente Romano Artusi. Il testo propone la traduzione in
italiano corrente di un testo scritto in latino redatto
presumibilmente “da qualche secolo” ad “opera di autore
sconosciuto”, così ci dice Franco Nardella dando anche altri,
pochi, dettagli sul suo fortunoso ritrovamento casuale in una
biblioteca.
Trattandosi di contadino nella sua descrizione dei personaggi del borgo potrebbe anche vedersi una messa alla berlina degli abitanti all'interno delle mura di un borgo che ai contadini guardavano con sufficienza. Una sorta di rivincita di un campagnolo verso i “cittadini” del borgo i cui mestieri la traduzione in italiano elenca in termini molto (troppo?) attuali.
Trattandosi di contadino nella sua descrizione dei personaggi del borgo potrebbe anche vedersi una messa alla berlina degli abitanti all'interno delle mura di un borgo che ai contadini guardavano con sufficienza. Una sorta di rivincita di un campagnolo verso i “cittadini” del borgo i cui mestieri la traduzione in italiano elenca in termini molto (troppo?) attuali.
Ma
veniamo all'antefatto della scoperta. Colpito da una annotazione a
piè di pagina in un testo che stava consultando che diceva “...immanis coluber in Sancti Domnini civitate oppidanos terrebat ...”
(un enorme serpente nella città di S. Donnino atterriva gli
abitanti) Nardella approfondì la ricerca sino a scovare con l'aiuto
del bibliotecario il testo completo della storia in “un latino
popolare”.
L'ignoto artefice è risultato essere un “contadino per tutta la vita” che ben conosceva i luoghi e i personaggi di questo nostro Borgo perché certamente nei pressi vi abitava.
L'ignoto artefice è risultato essere un “contadino per tutta la vita” che ben conosceva i luoghi e i personaggi di questo nostro Borgo perché certamente nei pressi vi abitava.
Per
farci partecipi della sua scoperta Nardella ha quindi tradotto in
italiano i versi del poemetto cercando di rispettarne la metrica, ma
ha fatto anche qualcosa di più, ha ottenuto la collaborazione del
nostro Maestro Adriano Gainotti per la trasposizione in dialetto
locale il poemetto stesso.
Quindi
con le dovute introduzioni e spiegazioni il poemetto ora lo troviamo
pubblicato e pronto per una nostra lettura.
La
trama è semplice ma svolta in modo originale tenendo conto degli
stati d'animo degli abitanti di un borgo nell'imprevedibile sviluppo
della storia. Più non dico per non rovinarvi l'imprevisto finale
della storia.
Il biscione visconteo del Palazzo Comunale di Fidenza |
Riguardo
alla traduzione in dialetto locale del poemetto posso dire che la
forma, rispettosa del testo italiano, è anche di agevole e piacevole
lettura. Non posso certo dire se rispetti o meno il dialetto
borghigiano in una qualche sua forma dei tempi andati o presenti,
lascio quindi agli esperti il giudizio essendo personalmente
abbastanza sprovveduto in proposito.
Ringrazio
quindi Franco ed Adriano del loro lavoro e concludo cosi come
conclude il libro sul retro della copertina Franco Nardella:
“rorido
di rugiada sorrido e ammicco;
sotto
una felce del bosco,
posta
appena al di là della prima porta,
attendo.
Attendo
te e di gusto rido:
io
sono il biscione ….
ah
ah ah ah”
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