martedì 1 luglio 2014

Germano Meletti e le terre di Verdi

GERMANO MELETTI: MA COSA NON HA FATTO NELLA VITA? 
PROBABILMENTE SI FA PIU' PRESTO A DIRE COSA NON HA FATTO CHE NON QUELLO CHE HA FATTO. 

(pubblicata da Gazzetta di Parma il 1 luglio 2014)

Egregio Direttore, vedo con sommo dispiacere sulla Gazzetta di oggi che sono stati negati i fondi per il Verdi Festival; dispiace che il più grande musicista del mondo di ogni tempo non possa essere celebrato nei "suoi" luoghi. Però, pensandoci bene, quali erano i "suoi" luoghi? Di certo non Parma dove, come diceva lui, doveva andarci solo per pagare le tasse. E' risaputo che il suo legame con la Città Ducale non fosse dei più marcati.
Parma, città in vero accentratrice anche di quanto non le compete, città che pensa di usare Verdi come se fosse un suo figlio, come se gli avesse dato i natali, città che si avvale di comparire nel marchio del "Prosciutto di Parma", quando la zona di produzione lascia (giustamente) fuori la "Petite Capitale", non era forse meglio usare il marchio "Prosciutto della Val Parma"? 
Il nome sarebbe comparso comunque, anche se attraverso il corso d'acqua da cui è bagnata, dando però un'idea che meglio si confà alla zona di produzione, cosa hanno fatto di male i comuni di tale zona a vedersi scippare qualcosa che appartiene loro di diritto, Langhirano in primis?
So di tentativi anche per creare il "Culatello di Parma", ma a Zibello, forti dell'esperienza vissuta dai loro colleghi produttori di  prosciutto, si sono messi al riparo prima che scoppiasse la (preventivata) tempesta, quinidi preservando con il più sacrosanto dei diritti il marchio del "Culatello di Zibello DOP", dove vari comuni della zona di produzione si sono giustamente adeguati ad eleggere come loro capitale Zibello. Più fastidioso sarebbe stato avere come capitale Parma che non fa parte della zona di produzione, così come nel caso del prosciutto.
Ma ritorniamo a Giuseppe Verdi: tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, naturalmente del secolo scorso, un gruppo di persone pensò di dar vita ad un sodalizio che potesse dar lustro al più grande figlio della nostra terra, tutto questo succedeva a Roncole Verdi. 
Nacque così il Gruppo Attività Verdiane, che materializzò l'idea di realizzare un festival dedicato a Verdi nella sua terra: nacque così il Verdianaeum Festival. Si svolse in diverse edizioni, riuscì a portare nella piazza antistante la Casa Natale del Grande Maestro opere del repertorio verdiano in scene e costumi. 
Approfitto della presente lettera per ricordare che il prossimo 4 luglio sarà il XXV° della morte di Romano Gatti, prematuramente scomparso all'età di 53 anni, ideatore, promotore e trascinatore dell'iniziativa.
Tra successi e delusioni andammo avanti alcuni anni, ma nessuno ci rendeva merito né attraverso pubblici o privati contributi (che sarebbero stati sacrosanti data l'iniziativa) e neppure appoggiandoci attraverso una consistente informazione, come se un evento del genere la meritasse meno della "gimkana in bicicletta" organizzata dalla parrocchia del paese "che non c'è". 
Qui voglio proprio tirare in ballo la Gazzetta che non ci rese mai, se non in una o due sporadiche occasioni, i giusti meriti e tutto fallì miseramente dopo una manciata di edizioni, non certo per colpa della Gazzetta, ma per l'insieme di concause, anche se l'iniziativa aveva già riscosso interesse internazionale. 
Tutto questo finì inesorabilmente nel dimenticatoio delle sabbie mobili del tempo ed oggi, a parte noi che eravamo coinvolti, quasi nessuno ricorda più quegli eventi e chi lo ricorda lo fa in maniera stupidamente altezzosa additando "quei coglioni che per niente si sono fatti mangiare un sacco di soldi". 
Così va la storia, a scriverla ci pensa sempre chi vince, mai chi perde, in questo caso chi aveva i soldi e si li è tenuti, pubblico o privato che fosse, oppure chi poteva collaborare con informazione e non lo ha mai fatto, se non in minima parte. 
Oggi, Signor Direttore, la stessa cosa è capitata alla Parma scippatrice di titoli di paternità ed il Suo quotidiano, che leggo comunque da una vita, si duole di tutto questo. 
I "Pueri et Juvenes Cantores della cattedrale di Fidenza"
 nella chiesa di Roncole Verdi nella ricorrenza
dei duecento anni dalla nascita del Maestro in diretta RA1
Forse se tale dolore fosse stato maggiormente manifestato in occasione della cessazione del Verdianaeum Festival e della chiusura del Gruppo Attività Verdiane oggi il paesino "Delle Roncole" potrebbe vivere di questo per 365 giorni all'anno. Forse anche Romano Gatti, mai sufficientemente celebrato per la sua idea tradotta in iniziativa, per i suoi viaggi per il G.A.V. (qualcuno lo chiamava così, con le sole iniziali), per le sue conoscenze, per la sua competenza, potrebbe aver avuto più (strameritati) onori. 
Qui vennero a cantare, ognuno per la propria epoca, i due più grandi "Rigoletti" del mondo: Aldo Protti e Leo Nucci, a loro bastava un culatello pur di "venire a cantare davanti alla casa natale di colui che ha permesso di arricchirci grazie alle sue opere", erano parole loro. 
Grandi persone, oggi li chiameremmo eroi, uno solo è ancora in vita, Leo Nucci, sarebbe bello attraverso di lui poterli ricordare tutti, questo nel XXV° della scomparsa di Romano Gatti, dimenticando torti subiti o ragioni avute, se si guardasse avanti con questo spirito certe cose in futuro non succederebbero più. Distinti saluti,
                                                                                            Germano Meletti
Castione Marchesi 30 giugno 2014

3 commenti:

  1. Nemo musicus in patria.

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  2. Quello fu un periodo in cui, mio padre e Gianni Gregori, sono venuti alcune volte a prelevarmi a casa mia, per portarmi ad assistere alle Opere davanti la casa natale di Verdi. Più avanti, furono Alfonso Baruffini con Eliseo Sozzi a farmi da accompagnatori. Poi...più niente.

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  3. Se ben ricordo, l'ultima edizione del Verdianaeum Festival dovrebbe essere stata nel luglio 1993

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