Martedì 24 maggio alle ore 10.30 presso il Castello di S. Pietro in Cerro in provincia di Piacenza la classe 4H della scuola Primaria Ongaro verrà premiata col Primo Premio del concorso “60° anniversario di Italia Nostra” che la sezione di Italia Nostra di Fiorenzuola d'Arda ha a lei assegnato.
Un palazzo che mille e forse più borghigiani prima, fidentini poi, hanno abitato, dove la storia si è nel tempo incrociata col quotidiano di tanti, nobili o semplicemente cittadini, non può essere distrutto dall'incuria o per la futile brama di un immediato guadagno.
Sono i giovanissimi della quarta classe di una scuola fidentina a ricordarcelo, non dobbiamo deluderli "velando" anche le nostre responsabilità.
Prima di passare agli elaborati spendiamo due parole per segnalare lo straordinario impegno delle nostre scuole: è merito degli insegnanti, in questo caso di Fiorangela Bracchi e Cosetta Dotti. è merito del dinamismo che la Direzione Didattica, oggi affidata a Lorenza Pellegrini.
A.P.
Il “Palazzo velato”
Gli alunni della classe 4H della scuola Primaria Ongaro
Gli alunni della classe 4H della scuola Primaria Ongaro
Dialogo fra due topi:
- MMM…che bel posticino sporco e puzzolente! E’ proprio l’ideale per accasarci!
- Ottima idea Pongo! Con tutta questa spazzatura, altro che turisti, la gente girerà alla larga e noi potremo vivere e moltiplicarci in pace!!!
Siamo a Fidenza.
A due passi dal
magnifico Duomo romanico c’è
(ma forse sarebbe più corretto dire c’era una volta, perché sono anni ormai che nessuno lo vede
più) lo storico Palazzo degli Arzaghi.
Il Palazzo degli Arzaghi, o più semplicemente Palazzo Arzaghi, è uno dei palazzi residenziali più antichi della nostra città ed è sicuramente il più elegante, con le sue armoniose forme cinquecentesche. Deve il proprio nome alla nobile famiglia degli Arzaghi che lo abitò per più di 300 anni, dalla sua costruzione, risalente al XVI secolo, fino al 1842 quando la famiglia si estinse.
Dopo quella data il palazzo passò nelle mani di diversi proprietari; nei testi della storia di Fidenza si legge che sul finire del 1800 le sorelle Saini, che a quel tempo vi risiedevano, aprirono nel palazzo il primo asilo infantile dell’allora Borgo San Donnino.
Nel corso degli anni il palazzo cambiò di nuovo molti proprietari restando abitato fino al 1982.
Poi… solo abbandono, incuria e degrado.
Acquistato, pare, da una
società immobiliare modenese, il palazzo, già da tempo bisognoso di molti
restauri, è stato lasciato al suo destino di decadenza.
Transennato e fasciato
con strutture metalliche e teli che periodicamente il vento gonfia e strappa,
mostrando ogni volta “ferite” sempre più profonde, viene puntualmente di nuovo
“velato” e di nuovo l’ingrigirsi dei teli che lo avvolgono è la più esplicita
testimonianza dell’immeritato l’oblio riservato a questo antico edificio
storico.
Noi che siamo nati nel
2006, non abbiamo mai potuto vedere il Palazzo Arzaghi libero dalle impalcature
e ci piacerebbe molto riuscire a farlo al più presto …
Per descriverlo ci siamo
dovuti affidare a testi scritti da studiosi della storia di Fidenza, a Internet
e alla memoria delle nostre maestre che ci hanno confermato che il Palazzo
Arzaghi si è sempre distinto fra tutti gli edifici dei terragli di San Pietro.
Il palazzo sorge,
infatti, all’inizio di Via Frate
Gherardo, nel punto in cui la stretta strada sbocca su Piazza Duomo e prospetta
con il suo fronte posteriore su Via Romagnosi.
Ecco ciò che abbiamo
letto in Internet …
La pianta compatta del
palazzo ha una forma pressoché quadrata ed esso si sviluppa su due
piani fuori terra, in un sottotetto e in uno scantinato.
La facciata principale,
quella su via Frate Gherardo, appena interrotta dalla bucatura delle finestre
rettangolari e dal portone d’ingresso centinato, è una specie di sobrio fondale quasi “teatrale” per lo splendido Duomo che vi sta davanti.
Due terminazioni a bugnato
chiudono da un lato e dall’altro la facciata e una semplice cornice corre sopra i finestrini
del sottotetto.
Il fronte posteriore,
che si affaccia su Via Romagnosi, è più ricco e articolato.
Al piano terra esso
presenta, per tutta la sua lunghezza, un portico ad archi a tutto sesto coperto
con una serie di volte a crociera su pianta pressoché quadrata e, al primo
piano, un loggiato anch’esso ad archi a pieno
centro sorretti da pilastri in mattoni, un tempo tamponati e successivamente
riportati alle originarie fattezze.
Alla destra di chi
guarda, la facciata termina con una torretta angolare coronata da robuste
mensole in cotto, probabilmente precedente alla costruzione del palazzo, all’interno della quale si trovano le scale per
accedere al piano superiore dell’edificio.
Il fronte che prospetta
su via Romagnosi si affaccia, infine, su un piccolo giardino interno chiuso da
un alto muro di mattoni e da un massiccio cancello di ferro battuto affiancato
da pilastrini.
Per i suoi caratteri
storici ed architettonici e per la necessità di tutelarne al meglio l’integrità, il 25 agosto 1992 il Palazzo Arzaghi
è stato sottoposto alla Legge 1/6/1939
n°1089 ora sostituita dal Decreto Legge 29/10/1999 n°490.
Con le nostre insegnanti
siamo andati a “vedere” il palazzo e le immagini che ci sono rimaste
nella mente non sono affatto belle: impalcature, rifiuti, sporcizia, erbacce
che invadono il cortile che abbiamo intravisto dalle inferriate del cancello,
muro che sta crollando a pezzi sulla strada.
Qualcuno di noi,
guardandolo, ha esclamato: “Fa più paura del Trenino fantasma!”
Che tristezza!!!
Come in una fiaba, all’inizio della nostra descrizione abbiamo usato le
parole “c’era una volta”… Speriamo che, come in ogni fiaba che si rispetti, dopo molte
traversie, anche per il Palazzo Arzaghi ci sia un lieto fine!
NOI LO IMMAGINIAMO COSI’
Dieci e lode agli insegnanti ed agli scolari, che hanno descritto con tanto impegno e convincimento il degrado di palazzo Arzaghi, un gioiello da salvare per la sua importanza monumentale e logistica. Speriamo che chi potrebbe salvarlo ascolti la voce di questi giovani, che hanno il diritto di aver conservato per il futuro il patrimonio lasciato dai loro antenati.
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RispondiEliminaUn grande plauso a tutti gli alunni della classe 4H, e in particolare ai loro insegnanti, che hanno saputo coinvolgerli in un lavoro di attenzione verso una realtà architettonica in declino, tanto importante nella storia di Fidenza ma altrettanto lontana dai pensieri e dalla visioni dei giovani di oggi.
Insegnare ad amare la propria città, a conoscerla e prodigarsi per renderla migliore anche mantenendo in decoro e conservando le vestigia del passato, penso sia la cosa più bella da offrire agli alunni, nella speranza che in futuro essi non si rendano protagonisti di altri scempi.
Saluti a tutti
Un plauso agli studenti e agli insegnanti Cosetta e Fiorangela. E' bello che i ragazzi abbiano coscienza del valore delle cose che li circonda e che poi così critichino le cose brutte che sono state fatte.
RispondiEliminaBravi piccolini e brave le maestre.
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