Cerca nel blog e nelle pagine collegate

domenica 23 ottobre 2016

Oggi 23 ottobre sono sessant'anni dai "fatti di Ungheria"

Ricordiamo quei fatti che prima di cambiare la storia cambiarono noi.

23 ottobre 1956 
La Rivolta
Verso le 15 del 23 ottobre 1956, studenti dell'Università di Tecnologia e di Economia di Budapest si riuniscono di fronte alla statua di Petõfi a Pest, per una manifestazione pacifica.
 Il piccolo raduno iniziale ha attratto progressivamente moltissime altre persone e si è trasformato rapidamente da dimostrazione in protesta. Molti soldati ungheresi di servizio in città si uniscono ai dimostranti, strappando le stelle sovietiche dai loro berretti e lanciandole alla folla.

4-10 novembre 1956 
La repressione
Il 4 novembre l'Armata Rossa arriva alle porte di Budapest con circa 200.000 uomini e 4.000 carri armati ed inizia l'attacco, trovando un'accanita resistenza nei centri operai; la sproporzione abissale delle forze in campo è tale che le resistenze hanno comunque breve vita.

Luglio 1957
La vendetta

4 commenti:

  1. Io avevo allora 11 anni e mi ricordo bene lo sdegno di tanta gene, a Salsomaggiore, per l'infame inganno di blandire gli ungheresi con false trattative, per poi schiacciarli con la violenza dei loro carri armati. Ma Salsomaggiore era tappezzata anche di manifesti di trinariciuti che raccontavano delle atrocità commesse dai rivoltosi -tutti fascisti prezzolati dagli USA, naturalmente- contro gli agenti della polizia politica locale; omettevano però di riferire di tutti gli omicidi commessi da 11 anni contro i dissidenti . Allora, poi, non c'era più al potere Baffone, ma Kruscev; si pensava che sarebbe stato un po' più condiscendente. Ci si dimenticava che pure lui era stato un assassino seriale, ai tempi di Stalingrado, e dei metodi brutali con cui aveva condotto la resistenza della città. Io avevo scritto un tema-fiume, contro la repressione russa in Ungheria. Il prof di Lettere, in II Media, era un agit-prop del PCI stalianisita togliattiano; mi aveva dato 5, anche se era un componimento correttissimo, solo perché ero andato contro il suo pensiero filosovietico. Lo avrei ucciso!

    RispondiElimina
  2. Io avevo tredici anni e la violenza dell'intervento sovietico, mi colpì talmente tanto, da indurmi ad essere in prima fila, l'indomani, in un corteo di protesta organizzato dalla Scuole Medie Carducci-Zani lungo le strade di Fidenza. Fu, anche in quell'occasione che io, figlia e nipote di Comunisti e Socialisti, ho voltato la faccia.

    RispondiElimina
  3. L' anno dopo ero in collegio sul lago di Garda e arrivò una ragazzina, nostra coetanea: alta, snella, capelli biondi, frangetta sulla fronte, carnagione chiara. La cosa che più ricordo, però, è il suo sorriso timido e dolce. Si chiamava Frantzis Gaal, era arrivata dall'Ungheria, le suore la proteggevano dalla nostra curiosità. Dopo un po' di settimane non la vedemmo più, nessuno ci diede notizie. Per me l'Ungheria, il 1956 si sono fissati sul suo viso.

    RispondiElimina
  4. Da notare che "l'eroe" della repressione ungherese fu il pluridecorato e pluripremiato maresciallo Konev, uno dei protagonisti della lotta di "liberazione" dell'Europa dell'Est, nella II Guerra Mondiale. Fu lui a garantire la costruzione dell'infame Muro di Berlino, e a guidare la dimostrazione di forza dei tanks sovietici al Check Point Charlie, nel 1961, dove si sfiorò il momento in cui i contrapposti carri USA e quelli russi si sparassero contro.

    RispondiElimina