lunedì 5 marzo 2018

La scuola media Zani incontra Lorenzo Fallini, anima dell'associazione Terzo Tempo


LA SCUOLA ZANI INCONTRA LORENZO FALLINI,
‘Caro diario, questa mattina è venuto a trovarci a scuola un amico veramente speciale: Lorenzo Fallini, papà del mio grande amico e compagno di classe Pietro...’  
‘Caro diario,oggi è stato un giorno molto importante per me, perché ho conosciuto il papà di Pietro...’  
‘Caro Lorenzo, l’incontro di sabato è stato bellissimo e sono state molto emozionanti le risposte che hai dato alle nostre domande...’
Così iniziano alcune delle riflessioni che i ragazzi della classe 2^ A hanno rilasciato dopo aver dialogato, sabato 13 gennaio,  con Lorenzo Fallini, anima dell’Associazione Terzo Tempo.
L’incontro si è tenuto nella palestra della Scuola e vi ha partecipato un centinaio di alunni con i loro insegnanti.
‘Prima di scendere in palestra  mi sentivo un po’ angosciato, perché sapevo che avrebbero parlato di cose spiacevoli, ma nello stesso tempo ero curioso di conoscere questa storia che i volontari dell’Associazione ci hanno illustrato...’
27 Marzo 2010: Lorenzo Fallini ha 35 anni quando, durante una partita di rugby, riporta una grave lesione midollare che lo rende tetraplegico. 
In un solo attimo cambia tutta una vita… 
Gli amici si raccolgono immediatamente intorno a lui e alla sua famiglia per sostenerli. 
Nasce così l’Associazione “Terzo Tempo”. Nel rugby le squadre, dopo essere state avversarie in campo, “giocano” un terzo tempo, quello della condivisione e dell’amicizia. Amicizia, condivisione e solidarietà sono la nostra forza propulsiva. 
Ecco perché siamo “Terzo Tempo”, un’associazione senza scopo di lucro con tre obiettivi fondamentali:
  • sostenere moralmente, materialmente ed economicamente Lorenzo e la sua famiglia;
  • contribuire all’inserimento dei disabili nella società 
  • sensibilizzare istituzioni e cittadini alle tematiche della disabilità e della sicurezza nello sport.
In questa prospettiva l’associazione, che ha sede a Fidenza, una volta assicurato a Lorenzo il sostegno economico indispensabile a fronteggiare le esigenze legate all'acquisto degli ausili e alla riorganizzazione delle strutture domestiche, si è poi concentrata sull’organizzazione di attività che, a partire dalla storia di Lorenzo, diventassero spunto di riflessione e azione per tutta la cittadinanza, come la manifestazione sportiva “Sfidabili”, giunta ormai alla quarta edizione, e le innumerevoli testimonianze portate da Lorenzo presso scuole e associazioni.”
Dopo la presentazione, ‘Lorenzo ha risposto con pazienza e simpatia  a tante domande dei miei compagni ed abbiamo concluso giocando insieme...siamo riusciti anche a ridere e scherzare...’
‘Alla fine, ho qualche ringraziamento da fare:
-grazie a Lorenzo, per averci raccontato la sua storia;
-grazie a Daria, Pietro ed Emma per essergli stati vicini e avergli indicato la strada giusta da percorrere;
-grazie al Terzo Tempo, per averci dimostrato con il sorriso che “nulla è vietato a chi pensa in grande”, come dice il loro motto’.
‘Voglio che questo diventi anche il mio motto’.
Diversi gli spunti di riflessione scaturiti dal racconto e dal dialogo con gli ospiti. La loro rielaborazione, a sua volta, ha suscitato altri interrogativi sulla vita e i suoi valori.
M. D.





Ecco come i ragazzi di 2^A hanno 
risposto a queste sollecitazioni.

Molto Caro Lorenzo,
l’incontro di sabato è stato bellissimo e sono state molto emozionanti le risposte alle nostre domande. Quando ti vedo me ne pongo molte. Prima di tutto mi chiedo se nella tua situazione sarei coraggiosa e forte come te, se avrei l’appoggio degli amici. Mi chiedo anche se, alla tua età, avessi dei figli, cosa avrebbero pensato loro e mio marito.
Mi hai lasciato un grande insegnamento: la vita ha un valore in sé, anche se ci si trova in condizioni così limitanti e quindi deve essere vissuta al meglio, senza perdere neanche un istante. Voglio che il motto del Terzo tempo diventi il mio motto: “Nulla è vietato a chi pensa in grande”
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Caro diario,
sabato scorso ho incontrato  una persona molto speciale, Lorenzo, il papà di un mio grande amico, Pietro. Ci ha raccontato la sua storia, di come è rimasto paralizzato dopo una partita di rugby, di come è cambiata la sua vita dopo l’incidente. Mi ha colpito quando ha detto che non sapeva se sarebbe rimasto in vita o sarebbe morto. Volevo chiedergli “Vale la pena vivere così o avresti preferito morire?”. Non gli ho posto questa domanda perché, dopo il commovente racconto, non ne ho avuto il coraggio. Dopo, però, mi sono detto : “sì, per lui è meglio rimanere in vita e vedere la sua famiglia e i suoi amici! Devo prendere esempio da lui, perché è forte ed ha saputo rialzarsi!”
Un’altra cosa che mi ha colpito è stata la spiegazione del perché  il nome Terzo Tempo, l’associazione che segue lui e la sua famiglia: il terzo tempo, nel rugby, è il momento in cui le squadre si incontrano dopo la partita. Senza agonismo. “Dopo l’incidente-ci ha detto un volontario-Lorenzo ha avuto bisogno dei suoi amici e noi siamo subito arrivati per aiutare lui, ma anche sua moglie, Daria, e i figli.
Per questo, caro diario, posso dire di avere incontrato una persona speciale che, nonostante tutto, ha saputo rialzarsi e tornare a sorridere, con la sua famiglia e i suoi amici.
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Caro diario,
oggi è stato un giorno molto importante per me perché ho conosciuto Lorenzo, il papà di Pietro, un mio compagno, e alcuni volontari dell’associazione Terzo Tempo, che ci hanno spiegato il perché di quel nome  e della sua creazione.
Prima di andare in palestra, luogo dell’incontro, ero un po’ angosciato perché sapevo che avremmo parlato di cose spiacevoli, ma nello stesso tempo ero curioso di sentire la sua storia e anche smarrito, perché ero uno dei pochi a non conoscerla. Il racconto mi ha molto commosso, soprattutto all’idea che ci sono e ci saranno altre  persone con questo ‘difetto’, che con molta forza può trasformarsi in un pregio. Sai, mi sono commosso anche perché, vicino a me, c’era il mio amico Pietro, sempre sorridente anche quando parlavano di lui e di sua sorella e quando dicevano che i figli hanno una persona in meno che li aiuta, sorride e gioca con loro.
Alla fine sono uscito sorridendo a Lorenzo per ringraziarlo di quei momenti speciali che ha voluto dedicarci.
A me, però, è rimasta una domanda, che non ho avuto il coraggio di manifestare...’qual è stata la prima reazione dei familiari? Cercare aiuto o arrendersi perché non ci sarebbe stata soluzione?’
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Caro diario.......
La cosa che mi ha colpito è che Pietro fosse presente alla partita del padre.
Lorenzo ci ha spiegato che, anche non potendo muoversi, ha pensato che valesse la pena di continuare a vivere per i propri familiari e per gli amici che, per lui, hanno creato un’associazione, il “Terzo Tempo”, che aiuta anche altre persone diversamente abili.
Lorenzo mi ha colpito perché ha trovato la felicità di vivere, nonostante tutto.
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Come possiamo definire la vita di Lorenzo? Da quello che ci hanno raccontato è una vita difficile e piena di ostacoli, ma Lorenzo ha vicino a sé tante persone che lo amano e lo sostengono. In quei momenti mi sono sentito anch’io in una specie di Terzo Tempo, dove si convive e ci si aiuta. Mentre Lorenzo raccontava, io avevo tanti pensieri e tante domande, ma qualcosa mi ha frenato e alla fine non gliene ho posta nemmeno una. Penso che, come me, altri si siano chiesti se valga la pena di vivere su una carrozzina senza potersi muovere. La risposta è ‘no’ se si è soli, se invece si hanno tante persone intorno e addirittura un’associazione, allora la risposta è ‘sì’, val la pena di vivere la vita, anche se diversa. Per me l’importante è essere sereni e non scoraggiarsi.
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Ho capito che una persona ha bisogno di essere sostenuta dagli amici e dalla famiglia e che a tutti , in qualsiasi momento, potrebbe capitare una cosa brutta da affrontare con il sostegno di altri, come il Terzo Tempo, che si impegna perché persone in difficoltà possano essere felici.
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Lorenzo ha una famiglia molto presente e tanti amici che lo aiutano; sia lui che i figli e la moglie sono sempre con il sorriso sulle labbra e disponibili con tutti, inoltre non perdono mai la speranza e non si compiangono, ma trovano sempre un modo per superare ogni ostacolo. Durante l’incontro, Lorenzo ci ha spiegato la sua storia e tutte le cose che può e non può praticare.
Questa è la prova evidente che, come dice il motto del Terzo Tempo, “Nulla è vietato a chi pensa in grande” e che non si deve mai rattristarsi per cose banali, ma essere forti in ogni momento.
Io ho la fortuna di conoscere suo figlio Pietro e posso dire che è una persona veramente speciale, è sempre disponibile per chi ha bisogno di aiuto, è buono, gentile, simpatico, ma, soprattutto, non si dà mai per vinto. Non credo che tutti riuscirebbero a gestire in questo modo la situazione che sta vivendo, sapendo che, forse, non potrà più giocare con suo papà né correre o andare in bicicletta. E tutti i suoi familiari sono persone da ammirare. Oggi ho imparato proprio questo: dobbiamo ritenerci fortunati e godere fino in fondo di ogni momento che passiamo insieme alle persone a cui vogliamo bene perché, un giorno, potremmo non averne più l’opportunità.
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Emozioni del sabato mattina.
Sabato sono arrivato a scuola un po’ assonnato (come sempre, d’altronde) e durante le prime due ore non ho partecipato molto alla vita di classe, ma poi, in palestra...ho incontrato  Lorenzo. Durante la sua testimonianza ho provato pena nei suoi confronti per la sfortuna che ha avuto, ma ho provato anche stima perché, pur non riuscendo a muoversi e dovendo rinunciare a tanto, è felice perché è riuscito a dedicarsi a ciò che gli è più caro: la sua famiglia. Questo è un insegnamento per tutti, perché spesso, per un piccolo dolore, sembriamo morti.
Ho anche qualche ringraziamento:
grazie a Lorenzo, per essere stato presente e per aver raccontato la sua storia;
grazie a Daria, Pietro, Emma, per essergli stati vicino ed avergli indicato la strada giusta da percorrere;
grazie all’associazione Terzo Tempo per aver sostenuto Lorenzo;
grazie  perché noi, prima di sentirvi, ci chiedevamo se fosse meglio vivere così o morire; voi ci avete  dimostrato con il sorriso e il vostro motto, “Nulla è vietato a chi pensa in grande”, che è decisamente meglio la vita.
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Sabato sono venuti gli amici del Terzo Tempo per parlarci dell’esperienza di Lorenzo,  rispondere alle nostre domande e suscitare interrogativi. Conoscendo Pietro, il figlio, da tanto tempo, posso dire che la mia domanda è sempre stata la stessa, se, cioè, dopo un incidente grave, sia meglio vivere o morire.
Prima ero dell’idea  che io preferirei morire anziché condurre una vita di dolore, tristezza e rinuncia ai miei sogni, ma quei ragazzi ci hanno dimostrato che “nulla è vietato a chi pensa in grande”.
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Caro diario,
sabato è venuta a raccontarci la sua storia una persona speciale, Lorenzo, papà di Pietro, il mio migliore amico. Io ero presente durante  quella partita, ricordo perfettamente l’accaduto, anche se ero piccola.
Lorenzo, per me, è un Supereroe, ha avuto la forza di rialzarsi e andare avanti... io al suo posto non so se sarei riuscita. Non avrà salvato il mondo da un Supercattivo, ma ha trasmesso a tutti la voglia di sognare e sorridere sempre. Ha dimostrato che anche questa è vita. Non può più giocare a rugby, nulla è più come prima, è vero, ma vale la pena vivere, anche per le persone che ha accanto, una fantastica famiglia e tanti, tantissimi amici molto disponibili, disposti a fare tutto per lui. La storia di Lorenzo e della sua famiglia, in questi anni, l’ho sentita veramente tante volte, raccontata da persone diverse e in modi diversi, con un gioco, una canzone, delle foto, ma quello che, secondo me, adesso conta maggiormente, è sapere che Fally vive questa situazione al meglio e...lo so, è una parola grossa...serenamente, grazie al sostegno di amici di vecchia data, ma anche di persone conosciute dopo l’incidente.
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Caro Lorenzo,
l’incontro di sabato mi è piaciuto molto e mi ha fatto provare un sacco di emozioni. La parte che mi ha colpito di più è stata quella in cui ti hanno posto tante domande perché, nonostante tutto, sei riuscito a farci scherzare e ridere. Anch’io avrei voluto rivolgertene alcune, ma non volevo entrare troppo nei dettagli. Eccole: “Contro quale squadra giocavi e chi è stato a procurarti l’infortunio? Come ti sei sentito mentre eri a terra? Eri consapevole che da quel momento sarebbero cambiate moooltissime cose?
Sono molto felice perché hai avuto un grandissimo appoggio da parte degli altri; anch’io, se mai dovesse capitarmi una cosa del genere, vorrei tante persone vicino. Spero che tu adesso sia felice!!!
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Una delle cose che mi ha colpito maggiormente dell’incontro con Lorenzo è che non si è dato per vinto, dopo l’incidente, ma ha continuato a fare ciò che faceva prima, ad esempio giocare con le sue amate macchinine, gioco in cui era abilissimo. Un’altra cosa mi ha colpito: sembra sempre felice e questa felicità la ritrovo anche nei suoi familiari.
Avevo una domanda da rivolgergli, ma non ho avuto il coraggio, spero ci sia un’altra occasione.
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Lorenzo ci ha raccontato che, dopo un placcaggio, ha subito un danno permanente alla colonna vertebrale e, da allora, la sua vita è cambiata. Anche le azioni più semplici, per lui, sono diventate impossibili, come lavarsi o fare una passeggiata, per cui ha sempre bisogno di una persona che lo aiuti. Ciò che mi ha colpito è che Lorenzo è sempre stato forte dopo il suo incidente ed è felice di stare con la sua famiglia e con i suoi amici, perché lo aiutano e gli stanno sempre vicino in ogni momento, bello o brutto.
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Grazie all’aiuto di amici e familiari, Lorenzo è riuscito a sopravvivere, ma, soprattutto, a sorridere.
Mi sono divertita quando si è iniziato a giocare, ma il momento che mi ha colpito maggiormente è stato quello in cui Lorenzo ha raccontato la sua storia  e ha risposto alle domande dei ragazzi. A me sarebbe piaciuto chiedergli cos’è per lui la felicità...
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Vedere e conoscere Lorenzo mi ha aiutato a riflettere sulla vita, di questo si tratta in questa situazione. La vita è una cosa veramente bella e difficile da detestare. Lui si è trovato di fronte  a due opzioni: continuare a vivere con tante difficoltà o farla finita con la sofferenza. Il Terzo Tempo ci ha detto che bisogna continuare, uniti si può. Se Lorenzo non avesse avuto accanto queste persone con il cuore d’oro, forse, non sarebbe andato così lontano con i sogni.
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Caro diario,
oggi abbiamo incontrato Lorenzo, papà di Pietro, un amico e compagno.
Lorenzo, durante una partita di rugby, ha subito un incidente gravissimo  che non gli ha più permesso di muoversi e di parlare senza l’aiuto di un respiratore apposito. All’inizio mi chiedevo come si fossero sentiti i suoi figli e sua moglie dopo l’incidente, adesso non vedo un semplice uomo in carrozzina, ma un uomo che vive la sua vita con gli amici e una famiglia fantastica che lo aiutano in ogni momento. Alla fine dell’incontro avrei voluto rivolgergli delle domande, ma non ho avuto il coraggio perché temevo di fargli ricordare l’accaduto e di sconvolgerlo. Mentre ti sto scrivendo, mi viene un’altra domanda :”Come si sente Lorenzo, su quella carrozzina? E’ triste o conosce ugualmente la felicità?”
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Caro diario,
questa mattina è venuto a trovarci a scuola un amico veramente speciale: Lorenzo Fallini.
Lorenzo, che è il papà del mio grande amico e compagno Pietro, insieme ai suoi amici del Terzo Tempo, ci ha raccontato la sua avventura iniziata il 27 marzo 2010 quando, durante una partita a rugby, in un placcaggio è caduto a terra. In quel momento, ci ha spiegato, aveva già capito la gravità della situazione ed il primo sentimento è stato il terrore. Infatti era paralizzato dal collo in giù e non riusciva più nemmeno a parlare e a respirare. Dopo aver trascorso tanto tempo in ospedale, in bilico tra la vita e la morte, è stato trasferito in un centro di riabilitazione, dove ha ricominciato a parlare. In questi mesi ha condiviso le difficoltà con la moglie Daria, i genitori, i figli e i tanti amici che, per aiutarlo meglio, hanno fondato l’associazione Terzo Tempo. Dopo averci raccontato della sua vita e della sua passione per le macchinine, con cui riesce ancora a giocare grazie ad un telecomando che si aziona con il morso (anch’io ci ho giocato e ho anche vinto!), ha risposto con pazienza e simpatia a tante domande dei miei compagni. Abbiamo poi concluso giocando insieme.
A me, di Lorenzo, ha colpito la forza che ci sta mettendo ogni giorno per andare avanti.
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Per me questa esperienza è stata molto importante perché mi ha fatto riflettere sulla vita e sul tempo che noi trascorriamo davanti a uno schermo, tempo che potremmo utilizzare facendo cose più importanti o dedicandolo alle persone cui vogliamo bene perché, forse, in futuro, potremmo non averne la possibilità. Inoltre mi ha fatto capire che, nella vita, non bisogna mai arrendersi come Lorenzo che, nonostante tutto, sta andando avanti insieme ai suoi familiari e agli amici.
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Conosco Pietro da tanto tempo, quindi conoscevo già la situazione, tuttavia l’incontro mi ha aiutato a fare delle riflessioni. Secondo me Lorenzo è felice perché è ancora in vita e ha degli splendidi figli, una moglie fantastica e il Terzo Tempo che li sostiene.
Mi dispiace che gli sia capitata una cosa del genere, ma sono felice che ne sia uscito vivo.
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La parte dell’incontro che mi ha più impressionato è stata il racconto di Lorenzo, cioè l’incidente e la nascita di un gruppo di amici riunitisi in associazione per aiutare lui e altre persone in difficoltà.
“Tutti hanno fatto qualcosa” ha detto poi una sua amica e questa  affermazione mi ha colpito.
Un altro aspetto molto positivo è l’atteggiamento di Pietro e Emma, sereno e indulgente.
Infatti...se uno non è presente nel presente, quando vive?
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Riflessioni:
  • Non arrendersi mai;
  • continuare a sognare;
  • aiutare tutti in ogni circostanza;
  • essere accanto alle altre persone, anche solo per ascoltarle;
  • il terzo tempo è un tempo fuori dal gioco, un tempo in cui si provano amicizie e riflessioni, è il tempo della solidarietà (le molecole in un solido sono unite e legate per formare qualcosa di più grande);
  • l’unione fa la forza;
  • terzo tempo dell’incontro;
  • terzo tempo del dono: i terzotempisti donano tempo per stare accanto a Lorenzo;
  • terzo tempo delle nuove opportunità;
  • fare dei sogni la realtà.
Sono contento di te, papà.

Sono molto contento di mio papà perché, anche se si trova in una situazione difficile, continua a vivere felice, a modo suo. E’ restato sempre così, sorridente e generoso come prima. Ci aiuta a fare i compiti, gioca insieme a noi, trasforma una giornata storta in una giornata di sole, e il sole è lui. Non si arrende mai. Mi dispiace che lui soffra ancora, infatti cerco sempre di stargli vicino. La cosa più bella, però, è quando scherziamo e ridiamo insieme come pazzi di rugby, scout, scuola... Sono molto contento di essere suo figlio e vorrei, da grande, essere come lui.

2 commenti:

  1. Esempi di vita, vera, più formativi di tante parole. Di questi i ragazzi hanno bisogno perchè rispondono in modo positivo e costruttivo ai loro disagi interiori, alla loro richiesta di colmare i vuoti di certi momenti, perchè indicano che una strada da percorrere c'è sempre anche se faticosa e dolorosa, che tuttavia puó essere dono per gli altri e per se stessi.

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  2. Grazie mille a voi. Speriamo sempre di "lasciare il segno" nei nostri incontri coi ragazzi.

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