domenica 11 marzo 2018

Fidenza: gli edifici storici distrutti

La Rocca di Borgo San Donnino
Eretta nel XIV secolo era il cardine del sistema difensivo della città medioevale. Colpita più volte dalle bombe nel corso del secondo conflitto mondiale fu poi completamente demolita negli anni successivi senza alcun tentativo di restauro.
Il quadro documenta lo stato della costruzione prima dell'affrettato intervento di demolizione, al suo posto è stato eretto, negli anni cinquanta, un anonimo palazzo per uffici comunali.
Il porticato del Duomo
Nel 1945 e poi nel 1946 Ettore Ponzi ha dedicato numerosi quadri al porticato del duomo  oggi non più esistente. Questo porticato collegava la sagrestia della cattedrale al vescovado che, danneggiato dai bombardamenti, fu totalmente distrutto nel primo dopoguerra per far posto all'attuale orribile sistemazione urbanistica del lato nord del duomo. Contemporaneamente, dalla parte opposta del duomo, veniva completata la demolizione dell'antico seminario vescovile. 
Ponzi assistette impotente a questi scempi  che, più che mai solo, cercò di contrastare.
Il vecchio seminario vescovile
Si demoliscono gli ultimi resti dell'edificio secentesco del seminario vescovile. Il seminario vescovile  edificato nel 1690 era uno degli edifici più interessanti della città, gli ampliamenti  successivi non avevano toccato la facciata dotata di un maestoso portale. Il bombardamento del 13 maggio 1944 centrò il fabbricato ma conservò la facciata e la parte esterna est del fabbricato rendendo possibile un parziale recupero del monumento. 
Il recupero avrebbe restituito alla zona un aspetto del tutto diverso dallo squallore attuale.
Il vecchio vescovado

La nebbia avvolge il duomo sfumandone i contorni, mentre ciò che resta dell'antico palazzo vescovile crea una suggestiva prospettiva. Nel quadro qui sopra si intravede il porticato secentesco intaccato dal piccone. Non passerà molto ed anche il vescovado sarà cancellato malgrado siano ancora integri parte della facciata ed il portale, risparmiati dai bombardamenti.
L'attuale vescovado, costruito più a nord in stile neutro, è disallineato alla facciata del duomo e crea una disturbante strettoia tra Piazza Grandi e piazza Duomo.

Nota
Ettore Ponzi ha amato la sua città nei suoi monumenti e luoghi caratteristici.
Nei suoi quadri e disegni a soggetto urbano ha immortalato ottant'anni di vita della sua città riuscendo a conservare nella memoria collettiva il "chi eravamo".

http://www.ponziettore.it/


4 commenti:

  1. Grazie Ambrogio!
    Da un parte il piacere di vedere con che amore Suo padre ha voluto conservare per i nostri occhi, e per quelli che verranno, memoria di quanto era rimasto dopo i bombardamenti, dall'altra parte il dispiacere di uno scempio che si poteva evitare, e che fa molto male al cuore.
    Sapevo della bella facciata del Seminario rimasta in piedi, ma non salvata come quella dell'Ospedale Cornini Malpeli, non sapevo della facciata del Palazzo Vescovile... molto più armoniosa di quello attuale, un vero peccato la sua distruzione!
    Comunque non abbiamo capito niente dalla storia e continuiamo a demolire: penso alla villa davanti ai Gesuiti, a quella vicino alla Scuola Media Zani... o lasciamo andare in malora palazzi storici... in compenso facciamo mega rotonde in mezzo ai campi, strade e cavalcavia a non finire...
    Non mi ci trovo... e fuori piove.

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  2. Il pittore Ettore Ponzi consapevolmente volle testimoniare lo sfacelo della guerra e così dare l'addio alla vecchia amata Fidenza, che non sarebbe mai più stata.
    Nel quadro della Rocca, l'omino con la mazzetta in mano a "pulir i quèdrèi", un simbolo.

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  3. Al piacere di ammirare le bellissime opere del pittore Professor Ettore Ponzi, dobbiamo accostare il rimpianto di aver perso la parte migliore della nostra città, i connotati che ne creavano la sua identità. La guerra aveva avuto riguardo a non distruggere tutto, ci aveva riservato la possibilità di recuperare le opere danneggiate, l'ignoranza dei nostri amministratori ha fatto il peggio. Ormai è rimasto ben poco, riusciremo a salvarlo?

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    1. Ettore Ponzi suscita sempre la mia più grande ammirazione. Dipinge in modo semplice, senza orpelli inutili, con sicura individuazione di quanto rappresenta poi sulla tela, e rende mirabilmente l’anima di cose e persone. L’ho avuto come collega, a Salsomaggiore, era una persona degna di stima e rispetto, al massimo grado.

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