Il grido di dolore del popolo venezuelano si è alzato con forza venerdì 16 marzo grazie alla testimonianza di don Elieser Rivero che al Ridotto del Teatro Magnani ha parlato di fronte a tantissime persone, sia fidentini che venezuelani, tra i quali don Gianni Regolani, don Mario Fontanelli, l'assessore alla cultura del Comune di Fidenza Maria Pia Bariggi ed il consigliere comunale Paola Serventi.
Già il forte titolo della serata: “Il Venezuela muore di fame”, ha sintetizzato la testimonianza di don Elieser molto conosciuto nella nostra città per aver prestato servizio pastorale presso la Parrocchia di San Giuseppe Lavoratore durante i suoi studi teologici a Roma.
L'introduzione è stata effettuata da don Felice Castellani che ha definito quello che sta accadendo nello stato sudamericano come: “una crisi umanitaria senza precedenti della quale noi italiani, assieme agli spagnoli, siamo corresponsabili”.
E' stato poi ricordato il legame tra Fidenza e il Venezuela che ha visto operare li tanti missionari provenienti dalla nostra diocesi come la laica Giuseppina Capanni, don Gianni Regolani e mons. Rino Guerreschi”.
Con l'ausilio di immagini, grafici e testimonianze don Elieser ha spiegato l'origine del dramma economico e conseguentemente sociale che sta vivendo la popolazione.
“Dal 1948 al 1961 - ha detto il sacerdote venezuelano - sono giunti circa due milioni di immigrati quando la popolazione complessiva era di sette milioni di abitanti. Un milione provenivano soprattutto dall'Italia e dalla Spagna. Oggi ci sono circa 185 mila cittadini italiani e altri due milioni che hanno origini dagli immigrati dell'immediato dopoguerra su un totale di 31,57 milioni di abitanti (dati rilevati nel 2016).
Grazie alle grandi ricchezze generate soprattutto dall'estrazione sia del petrolio che di metalli pregiati il paese ha potuto vivere attraverso una politica di assistenzialismo che si basava sulla ricchezza generata dal petrolio, senza preoccuparsi d'investire le ricchezze che entravano per creare attività produttive. La nazione comprava tutto senza produrre nulla.
Con la crisi del prezzo del petrolio passato in pochi mesi dai 100 dollari al barile ai 30 attuali si è generata una drammatica crisi economica che perdura da anni. La produzione economica nel 2017 è stata pari a quella del 1952 e l'energia elettrica è normale che non ci sia anche per alcune ore al giorno.”
Drammatici i dati della situazione legata al reddito al potere di acquisto. Uno stipendio medio mensile è pari all'equivalente di circa 4 euro, quando invece il fabbisogno, solo alimentare, delle famiglie è pari a circa 91 euro mensili.
“Le persone delle zone più popolari mangiano i rifiuti - ha continuato don Elieser. Una famiglia su 12 si alimenta dalla strada e circa 9,6 milioni di venezuelani mangiano 1 o 2 volte al giorno.
Drammatici i dati che riguardano i bambini: 1,2 milioni, soffrono di malnutrizione cronica. 50 mila persone rischiano la vita in questo momento. Nel 2017 sono morti tra i 5 ed i 6 bambini a settimana a causa dell'impossibilità di mangiare.
Il governo ha messo in campo un progetto di assistenza alimentare denominato “Clap” rivolto soprattutto alle famiglie, che è riuscito a dare una risposta a circa il 20% della popolazione.
Sul restante 80% sta intervenendo la Chiesa attraverso la Caritas venezuelana con il progetto “Pentola solidale”. Ognuno porta quello che ha e lo si cucina per tutti. Nella mia parrocchia grazie a questa progetto e all'opera dei tanti volontari, mangiano tra le 280 e le 340 persone al giorno. Vediamo tanto amore e generosità nella donazione soprattutto tra i poveri”.
Forte la conclusione di don Elieser: “il mondo deve conoscere quello che sta accadendo in Venezuela che è una vera e propria tragedia umanitaria che coinvolge anche tanti italiani”.
Drammatica la testimonianza di una donna venezuelana che vive e lavora a Fidenza da anni che sostiene da qui come può la propria famiglia che si trova nella nazione sudamericana “perché li non si riesce a trovare nemmeno la tachipirina per la febbre dei bambini”.
L'Assessore alla cultura Maria Pia Bariggi ha concluso l'incontro con queste parole: “non siamo capaci di vedere e sentire quello che avviene di così drammatico in un paese lontano che invece è per noi italiani e fidentini molto vicino. Grazie all'opera della Chiesa vediamo segni di speranza”.
Amedeo Tosi
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