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domenica 11 febbraio 2018

Fidenza nel “Giorno del Ricordo” dedicato alle vittime giuliano-dalmate

Il “Giorno del Ricordo” che viene celebrato ogni 10 febbraio conserva e rinnova la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe. E' un momento di riflessione importante che tuttavia in momenti non tanto lontani anziché unire ha troppo spesso esaltato le divisioni in una macabra contabilità dei morti. Un dare ed avere, come se la vendetta fosse il metro di giudizio della storia.

Non è stato così nella “Seduta solenne del Consiglio Comunale” di sabato 10 febbraio 2018 presso il Centro Giovanile in cui, nel rispetto della ricostruzione storica, quegli eventi sono stati ricordati.




Alle parole, nobili nella loro moderazione, del Presidente del Consiglio Comunale Amedeo Tosi è seguita proiezione del film “La storia siamo noi - Le foibe” di Giovanni Minoli presentato da Don Mario Fontanelli che, come già l'anno scorso, ha storicamente inquadrato gli avvenimenti di quel travagliato periodo degli ultimi anni della guerra che, ai confini orientali dell'Italia, è andata ben oltre la celebrata data del 25 aprile 1945 aggiungendo dramma a dramma.
Questo l'intervento del Presidente del Consiglio Comunale Amedeo Tosi:
La città di Fidenza attraverso la seduta solenne del Consiglio Comunale celebra oggi la “Giornata del Ricordo” con tutti voi che siete qui.

Per questo vi ringrazio di cuore, in particolare gli studenti presenti ed i loro insegnanti.
Questa giornata è stata voluta dal Parlamento Italiano nel 2004 per conservare e attualizzare “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Cosa è successo ci verrà spiegato molto bene dal documentario della RAI che verrà introdotto dall'amico don Mario Fontanelli, grande esperto di storia, comunicazione e cinema che ringrazio di cuore per aver accettato questo difficile compito.
Vorrei invece ,brevemente, fare con voi due piccole riflessioni sul significato della “memoria” e del “confine”.
Quei fatti così drammatici sono avvenuti in terre di confine sia dell'Italia che di quello che allora avremmo potuto definire l'occidente europeo.
Il tema del confine mi ha fatto quindi molto riflettere rispetto a quello che stiamo vivendo in questi anni in Italia dove il volto oscuro della globalizzazione si è mostrato nel pieno della sua durezza, generando, di conseguenza un bisogno fortissimo di identità.
Pensiamo ad esempio al fenomeno dell'immigrazione o al potere immenso della finanza rispetto a quello dei territori, dell'ambiente e dei popoli.
Sono quindi arrivato alla conclusione che il “confine” più pericoloso che oggi esista sia quello che è dentro ad ognuno di noi.
Avendo ben chiaro che questa condizione o riusciamo a governarla, proiettandola nel futuro, oppure non avremo più un futuro.
Coltivare la “memoria” è quindi oggi più che mai necessaria per evitare di tornare indietro, di rifare gli stessi errori, di costruire il confine per chiudere a chiave la nostra anima.
Ecco allora che celebrare questa “Giornata del “Ricordo” significa custodire e conservare i valori fondanti della nostra nazione che appartengono anche al profondo della nostra identità di cittadini: giustizia; libertà; rispetto; solidarietà; umanità, progresso e lavoro.
Se sapremo spostare questo “confine” di paura fuori da noi, avremo chiaro che i nostri valori sono un dono preziosissimo del quale dobbiamo essere grati a chi ce li ha saputi trasmettere: i nostri padri costituenti e i nostri genitori.
Verso di loro dovremmo rendere conto del nostro operato, di quello cha abbiamo fatto o non fatto. Perché mai la pretesa prevalga verso la gratitudine e la paura verso la speranza o l'arroganza verso la solidarietà. Solo così guarderemo al futuro con la certezza che l'uomo ha vinto grazie all'amore contro la paura e l'odio.
Fidenza, 10 febbraio 2018
La presenza di un pubblico di giovani studenti è forse stata, in questa come il altre occasioni, la spinta per guardare avanti senza dimenticare il passato. Nella cerimonia stessa la voce più vera è stata proprio quella dello studente Marco Cerbara che, al termine di una lettura suggerita dal novantasettenne Comm. Gino Narseti, presidente della locale sezione dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, ha voluto aggiungere parole "sue".




Sempre dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci l'ultimo degli interventi previsti dalla scaletta di Maria Pia Bariggi, presente all'incontro, prima di dar la voce ai consiglieri presenti . 
Questo il documento letto nel Consiglio Comunale del 10 febbraio 2018 dal Vicepresidente della sezione locale dell'Associazione:
Confine artificiale e non storico quello tracciato alla fine della guerra nella zona orientale, confine voluto da una logica perversa che per affermarsi ha creato due comunità nazionali opposte costringendo le identità individuali a ridursi, a “rientrare” all’interno di due gruppi nazionali.   
Questo avvenne nel periodo di amministrazione jugoslava che seguì la liberazione. Quaranta giorni in cui i partigiani di Tito cercarono di impadronirsi di tutte le strutture amministrative necessarie al controllo dell’area, convertendo in violenza di Stato l’animosità nazionale ed ideologica diffusa nei quadri partigiani. Furono giudicati nemici del popolo anche gli amici con cui eventualmente si era combattuto per affermare gli stessi ideali di libertà. 
La componente italiana dell’area giuliano-dalmata si trovò suo malgrado coinvolta in uno dei grandi e traumatici spostamenti di popolazione e scontò pesantemente la pretesa di egemonia che il ventennio fascista aveva portato in quei territori.
Trieste città europea non solo per l’importanza della sua collocazione ma anche per il confluire in essa di lingue e popoli diversi con il conseguente formarsi di intellettualità raffinate, fatica ancora oggi a ritrovarsi in un mondo fatto di confini materiali e culturali. 
La nostra associazione prende atto che un ragionevole avvicinamento delle contrapposte posizioni del passato è iniziato, auspica che cessi per sempre la manipolazione della storia che l’ideologia politica ha imposto come chiave di lettura di quegli tragici avvenimenti ed è solidale con i figli e nipoti delle vittime che attendono il diritto più antico, quello di seppellire i loro morti ancora giacenti nel profondo delle foibe carsiche.  
Associazione Nazionale Combattenti e Reduci - Sezione di Fidenza 10 febbraio 2016


Spazio è stato dato agli interventi dei consiglieri comunali, impegno onorato unicamente dal consigliere Davide Rastelli. Il Sindaco Andrea Massari con un breve discorso ha concluso l'incontro.



In precedenza, sempre sabato 10 febbraio, una delegazione della locale sezione dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci guidata dal Comm. Gino Narseti si era recata a deporre un mazzo di fiori Via Martiri delle Foibe in ricordo delle vittime che hanno duramente pagato l’appartenenza al popolo italiano.

2 commenti:

  1. L'odio implacabile tra italiani e sloveni durava da secoli, noi disprezzavamo gli slavi e loro ci contraccambiavano con un rancore sordo. E da quelle parti non è certo ancora finita. Gli sloveni si sono vendicati abbondantemente di tutte le porcherie che abbiamo perpetrato dal 1941 al 1945, contro la popolazione civile, con impiccagioni, decapitazioni, ruberie, stupri, incendi. Ho letto la testimonianza di un militare italiano, che aveva assistito al tiro a segno, da parte di alcuni alpini, di bimbi sloveni lanciati per aria. Come le SS poi a Marzabotto.

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  2. illuminante l'assenza di tutta la minoranza ad eccezione di 2 minuti d'orologio della consigliera Gambarini che è poi corsa in piazza a far campagna elettorale.
    Assente in consiglio anche il vicepresidente Comerci che era in piazza.

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