L'articolo apparso oggi sul quotidiano parmense "Gazzetta di Parma" ha il pregio di mettere sul tavolo, pubblicamente ed in maniera assai evidente, l'eterna questione borghigiana: sappiamo cosa farne dei nostri beni artistici e culturali?
In termini ancor più generali: Fidenza è città di cultura? Se lo è, dimostra una progettualità adeguata? Quali risorse intende spendere per la cultura?
Ci sono certamente oggi ambiti che appaiono veri punti di forza, ne cito alcuni: musica, canto corale, volontariato nelle varie forme, cultura della terza età.
Se guardiamo al passato, non tanto remoto, possiamo anche scoprire che alcuni punti di forza si sono nel tempo persi, altri si sono affievoliti e attendono di essere ripresi.
Così posto il vero problema è ben altro che decidere se al Teatro Magnani si debba o no ballare o se la "camera acustica" in realtà non sia nata come "sala da ballo" spostando all'ottocento la tradizione che si è voluta ripristinare.
D'altra parte il messaggio che ha accompagnato il lancio dell'iniziativa del Carnevale era abbastanza chiaro e le misure di tutela del teatro, già testate l'anno scorso, si sono confermate efficaci.
In termini ancor più generali: Fidenza è città di cultura? Se lo è, dimostra una progettualità adeguata? Quali risorse intende spendere per la cultura?
Ci sono certamente oggi ambiti che appaiono veri punti di forza, ne cito alcuni: musica, canto corale, volontariato nelle varie forme, cultura della terza età.
Se guardiamo al passato, non tanto remoto, possiamo anche scoprire che alcuni punti di forza si sono nel tempo persi, altri si sono affievoliti e attendono di essere ripresi.
Così posto il vero problema è ben altro che decidere se al Teatro Magnani si debba o no ballare o se la "camera acustica" in realtà non sia nata come "sala da ballo" spostando all'ottocento la tradizione che si è voluta ripristinare.
D'altra parte il messaggio che ha accompagnato il lancio dell'iniziativa del Carnevale era abbastanza chiaro e le misure di tutela del teatro, già testate l'anno scorso, si sono confermate efficaci.
Concordo con la professoressa Bacchini: il teatro deve essere destinato alle opere culturali e non declassato a discoteca.
RispondiEliminaUna cosa non mi é ben chiara: le critiche sull'uso del Magnani si riferiscono più ai danni possibili derivanti da un uso "improprio" del locale o a uno scadimento di tale luogo dovuto ad un intrattenimento di "basso livello"? Perché, secondo me, arrecano più danni le scolaresche ospitate il cui unico interesse è perdere qualche ora di lezione andando una mattina a teatro e lo scadimento di livello dato da un ballo in maschera non è certo superiore a certe "recite di fine anno" che il palco del Magnani ha vissuto...
RispondiEliminaIl teatro come discoteca? Robe da dopoguerra, quando c'erano le balere...
RispondiEliminaOgni cosa e ogni persona hanno una loro specifica funzione, il teatro lo stesso, ci si rappresentano drammi, tragedie, commedie, opere liriche, da millenni. Le maschere e i pagliacci occupano altre sedi, come il circo e le discoteche.
RispondiEliminaNon capisco poi l’equivalenza condotta tra balli mascherati e visite culturali di scolaresche. Saranno i docenti a vigilare a far pulire eventuali rifiuti. Dovranno poi temere calci e pugni dai genitori degli alunni sporcaccioni, però. Interverrà, severissima, la ministra Fedeli.
Il teatro è il tempio dell'arte e della cultura.
RispondiEliminaIl teatro Magnani ,come gli altri dell'Ottocento coincide con l'epoca d'oro della lirica, del melodramma e della recitazione e da questo derivano il suo prezioso interno e la ricerca di un'acustica perfetta.
RispondiEliminaIl teatro come forma di comunicazione è antichissimo e si è sempre inserito nei luoghi più diversi senza che perdesse il proprio valore.
In questo caso forse un luogo più adatto poteva essere trovato per una festa di Carnevale.
Ricordo che in passato il Teatro veniva concesso molto, ma molto raramente. Ora siamo passati ad una situazione opposta.