lunedì 16 settembre 2019

Viaggio a Matera la Città dei Sassi


"... Matera è la città del rovesciamento, la città resiliente che ha saputo sconfiggere la sua condizione negativa, risollevandosi grazie alla cultura e ad un sapere antico, fatto di segni ma soprattutto di pratiche sostenibili, che derivavano proprio da quell'antica armonia."
Così si presentava Matera, la Città dei Sassi, nel proporsi candidata a Capitale Europea della Cultura 2019. 
Il 23 dicembre 2014, l'allora ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini,  con Decreto MiBact, formalizzava l'approvazione finale di "Matera capitale europea della cultura 2019".
Le immagini che propongo riguardano la visita alla città di Matera di un gruppo di "docenti ed alunni" dell'Università delle Tre Età di Fidenza guidati dalla Prof.ssa Maria Pia Bariggi, che, ricordiamo, oltre ad essere Assessore alla Cultura del comune di Fidenza è anche coordinatrice dei corsi dell'UNITRE fidentina. 
Una visita breve che Maria Pia ha accuratamente preparato, sicché, andando oltre alle immagini che ci mostrano Matera oggi, possiamo proporre una minima selezione di "testimonianze" che ci aiutano a comprendere meglio la citazione che ho posto in premessa.
Ambrogio Ponzi







Testimonianze
Così descrive Matera Carlo Levi:
«Arrivai a Matera verso le undici del mattino. Avevo letto nella guida che è una città pittoresca, che merita di essere visitata, che c’è un museo di arte antica e delle curiose abitazioni trogloditiche [cioè scavate nella roccia]. […] Allontanatomi un poco dalla stazione, arrivai a una strada, che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case, e dall'altro costeggiava un precipizio.
In quel precipizio è Matera. La forma di quel burrone era strana; come quella di due mezzi imbuti affiancati, separati da un piccolo sperone e riuniti in basso in un apice comune, dove si vedeva, di lassù, una chiesa bianca, Santa Maria de Idris che pareva ficcata nella terra.
Questi coni rovesciati, questi imbuti, si chiamano Sassi. Hanno la forma con cui, a scuola, immaginavamo l’inferno di Dante, in quello stretto spazio e sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto.
Alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera. È davvero una città bellissima, pittoresca e impressionante.»
Più tardi (1952) Carlo Levi scriverà ancora di Matera:
«Nelle grotte dei Sassi si cela la capitale dei contadini, il cuore nascosto della loro antichissima civiltà. Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è direttamente espressiva e toccante la sua dolente bellezza. In essa vive la miseria nobile e civile dei contadini, filtrata attraverso l’eterno del tempo, continua sotto tutti i soli e tutte le piogge, ripiegata su sé stessa, chiusa nella terra come una cosa preziosa, di fronte ad un mondo ostile.»

 



Testimonianze
Così Matera per Friedmann:

Sociologo tedesco, docente presso l'università di Arkansas, amico personale di Olivetti, Friedmann arriva a Matera. Sulla scorta di Levi, egli immediatamente riconosce Matera come luogo esemplare, modello del mondo contadino. 
Scopre 
"...lo stridente contrasto tra le condizioni oggettive della vita del contadino e la nobiltà delle sue reazioni. Questo contrasto insegna al visitatore... che la miseria rappresenta assai più che uno stato di condizione materiale... essa è un modo di vivere, una filosofia..."
Con la scoperta della filosofia della miseria Friedmann "scopre" veramente anche Matera: il suo lavoro, che doveva essere un'indagine ed una denuncia, si trasforma, come per Levi, in partecipazione alla condizione contadina. Nel saggio introduttivo ai lavori della Commissione per lo studio della città e dell'agro di Matera, nel 1956, Friedmann scrive: 
"oggi mi è chiaro che fui allora attratto dall'etica grandiosità del fato dei contadini, che romanticamente anelavo a confondermi con le radici loro”.  







Testimonianze
Ecco ora la Matera di Pietro Laureano 
Occhi pesti, occhi bui. Uno sopra l’altro, che ti guardano lanciandoti un’eternità di sassi, pietre, caverne. Senti che dietro a quei buchi, a quelle pupille nere, c’è una raucedine antica, un’architettura saggia. Il sangue della terra che continua a scorrere. Qualcosa di primordiale che oggi è anche tuo. Basta affacciarsi a Matera per trovarsi immersi in un mondo alieno, primordiale, dove passato e presente, natura e conoscenza s’incrociano e confondono in uno scenario grandioso. E siamo in Italia dentro il cuore pulsante dell’Occidente. L’importanza dei sassi e della gravina è dovuta al perpetrarsi dei principi su cui si fonda la pratica insediativa per un lunghissimo periodo, dalla preistoria fino al secolo XVIII. I Sassi di Matera, primo luogo al mondo ad essere decretato “paesaggio culturale”.



Testimonianze
Adriano Olivetti e il villaggio “La Martella”

Nel 1950 Adriano Olivetti arrivava a Matera Lo stesso anno in cui a Ivrea la Olivetti lancia la Lettera 22, rafforza la rete di consociate estere, apre convalescenziari per i dipendenti, nuovi asili e colonie estive. Nella “capitale simbolica del mondo contadino” - come Adriano la definisce - incontra i giovani fratelli Sacco. 
Albino e Leonardo sono diversi ma hanno in comune l’energia, l’intelligenza e la passione civile per la loro città e il Mezzogiorno. Con loro e con molti altri, Adriano trasformerà Matera in un laboratorio a cielo aperto che supera ogni tecnicismo e autoreferenzialità, in cui è il metodo interdisciplinare a condurre a risultati inediti. Un fertile confronto tra progettisti, assistenti sociali, ingegneri, scrittori, filosofi che crea i presupposti per il recupero e la ricostruzione di luoghi che restituiscano dignità e cittadinanza alle persone.
Fare di Matera un’altra Ivrea, una comunità di persone che vivono e lavorano in armonia tra loro e con l’ambiente che li circonda, educate a pensare. Chiede ad un gruppo di urbanisti, architetti e sociologi guidati da Ludovico Quaroni, di progettare alle porte di Matera un villaggio modello che si chiamerà “La Martella” in cui avrebbero dovuto abitare parte dei 16.000 contadini stipati nelle grotte, nei “Sassi”, con gli animali. Risanare, recuperare i Sassi, dimezzandone la popolazione.

L'obiettivo di questa prima sistematica indagine conoscitiva su Matera è quello di creare "comunità" nuove, in cui vengano privilegiati i momenti pedagogici e di riorganizzazione umana.  











5 commenti:

  1. Bellissimo servizio.
    Beati voi!

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  2. E buon proseguimento!
    Ambrogio, preparerai anche Castel del Monte, Santorini ecc.?
    Grazie!

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    Risposte
    1. Castel del Monte certamente. Ma non mi sono imbarcato per la Grecia.

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    2. Ambrogio, Beatrice ti voleva mandare a Patrasso. Le tue foto sono da manuale, magnifiche.

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