CASTEL DEL MONTE
(Questo testo è stato liberamente adattato dalla traccia di presentazione della Prof.ssa Maria Pia Bariggi che ha guidato il gruppo dell'UNITRE fidentina in visita a Castel del Monte)
Castel del Monte è un edificio del XIII secolo fatto costruire dall'imperatore Federico II in Puglia, nell'attuale frazione omonima del comune di Andria, a 18 km dalla città, nei pressi della località di Santa Maria del Monte, in provincia di Barletta-Andria-Trani.
È situato su una collina dell'altopiano delle Murge occidentali, a 540 metri s.l.m. È stato inserito nell'elenco dei monumenti nazionali italiani nel 1936 e in quello dei patrimoni dell'umanità dell’UNESCO nel 1996 per il rigore matematico ed astronomico delle sue forme e per l'armoniosa unione degli elementi culturali del nord Europa, del mondo islamico e dell'antichità classica, tipico esempio di architettura del medioevo.
L'origine dell'edificio si colloca ufficialmente il 29 gennaio 1240. Questa data, tuttavia, non è accettata da tutti gli studiosi.
L’edificio è a pianta ottagonale e a ogni spigolo si innesta una torretta a sua volta ottagonale. Malgrado sia comunemente definito "castello", l’esatta funzione dell'imponente edificio è tuttora sconosciuta.
A causa dei forti simbolismi di cui è intrisa, è stato ipotizzato che la costruzione potesse essere una sorta di tempio, o forse una sorta di tempio del sapere, in cui dedicarsi indisturbati allo studio delle scienze.
In ogni caso è un'opera architettonica grandiosa, sintesi di raffinate conoscenze matematiche, geometriche ed astronomiche.
A causa della sua forma è possibile supporre che l'edificio fosse costruito per richiamare la forma di una corona; ciò spiegherebbe la funzione di Castel del Monte, ovvero un'ulteriore affermazione del potere imperiale, un monumento.
L'edificio, oltre a essere un esempio di costruzione precisa, è carico di simbolismi che hanno appassionato numerosi studiosi.
L'ottagono su cui è basata la pianta del complesso e dei suoi elementi è una forma geometrica fortemente simbolica: si tratta della figura intermedia tra il quadrato, simbolo della terra, e il cerchio, che rappresenta l'infinità del cielo, e quindi segnerebbe il passaggio dell'uno all'altro.
Il numero otto ricorre in vari elementi di questa costruzione e l'ubicazione dell'edificio è determinata da motivi astronomici.
FEDERICO II di SVEVIA
Federico II di Svevia (Jesi 26 dicembre 1194 - Fiorentino di Puglia 13 dicembre 1250) fu uomo straordinario "Stupor Mundi". Fu ospite della nostra città, Borgo San Donnino, che ne condivise fortune e sconfitte. Ricordiamo la battaglia che segnò il suo declino e che avvenne poco fuori Parma a Vicofertile, sconfitto riparò nel Castello di Borgo nel 1248 prima di proseguire verso la fedelissima Cremona.
Fu l'ultimo portatore dell'idea imperiale che risale a Carlomagno.
Lo storico Fra' Salimbene da Parma, che nacque appunto a Parma, il 9 ottobre 1221, nella festa dei Santi Dionigi e Donnino, si occupò largamente nella sua Chronica della contesa tra Federico imperatore e il papato.
I suoi giudizi non arrivarono a considerare Federico come la bestia dell’Apocalisse tratteggiata dal Papa Gregorio IX. Il cronista parmense, con una punta di ironia, espresse un giudizio, rivelatosi profetico, ponendo sullo stesso piano Papa ed Imperatore in eterna lotta:
«L’asen da la paré: botta dà, botta riceve, che è come dire: quando recalcitra l’asino scalcia contro la parete, ma una botta dà e una riceve. Un vecchio proverbio che la saggezza popolare attribuiva al papa e all'imperatore: Gregorio IX e Federico II, in quel tempo in discordia tra loro».
Fra' Salimbene da Parma non fu tuttavia tenero verso l'Imperatore Federico, le sue accuse andarono ben oltre le cautele di giudizio dello storico. Ma ciò non gli impedì di sottolinearne alcune virtù:
«E fu un uomo valente qualche volta, quando volle dimostrare le sue buone qualità e cortesie: sollazzevole, allegro, delizioso, industre. Sapeva leggere, scrivere e cantare; sapeva comporre cantilene e canzoni. Fu bell'uomo e ben formato, ma era di statura media…». «Ancora sapeva parlare molte e svariate lingue».Ma arrivò anche oltre scrivendo: «…e io lo vidi, e una volta gli volli bene».
Ambrogio Ponzi
ALTOPIANO DELLE MURGE
Ammesso che sia possibile comprendere Castel del Monte, questo deve avvenire osservando lungamente il contesto territoriale in cui è collocato.
È uno dei miei luoghi del cuore e...didattici.
RispondiEliminaSplendide foto...
Che mai fosse questo castello, ancora nessuno lo sa, si fanno solo,ipotesi, come per le Piramidi e la Sfinge. Nasconde forse molteplici segreti e misteri esoterici.
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