martedì 30 aprile 2013

"Cibo criminale" : un libro di Mara Monti e Luca Ponzi

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CIBO CRIMINALE

Un saggio-inchiesta sulle frodi nell'industria alimentare

da

Se si dovesse giudicare dalle cronache dei primi mesi del 2013, mangiare sarebbe un’attività ad alto rischio: carne di cavallo di provenienza ignota nelle confezioni di ravioli e tortellini; batteri fecali nei dolci industriali; uova biologiche che di bio non avevano nulla... Un elenco appena iniziato, e già lungo. Le frodi alimentari sono quelle che più spaventano gli italiani: l’idea di non sapere cosa si sta mangiando, e scoprire (magari troppo tardi) che nel piatto ci sono insidie nascoste, procura un senso di impotenza difficile da superare.

Ma i Consiglieri Comunali guardano i documenti allegati agli atti che vanno ad approvare?

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Leggo con interesse i commenti su NC e mi permetto di riprendere un breve stralcio del commento, peraltro molto interessante, del consigliere comunale Andrea Cabassa:

lunedì 29 aprile 2013

Mostri normali: "il colpevole silenzio" sull'omicidio Barigazzi

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Ospiti in studio alla trasmissione Habitat di Gabriele Franzini a Telereggio l’avvocato Ernesto D’Andrea, legale della famiglia Barigazzi, e due giornalisti, Andrea Mastrangelo della Gazzetta di Reggio e Luca Ponzi della Rai, che hanno seguito le indagini sull'omicidio di don Amos e ne hanno scritto nei loro libri. La trasmissione aveva come obiettivo quello di fare il punto sulla riapertura del caso di cui avevamo dato informazione all'inizio di questo mese. 

Il caso di Don Amos Barigazzi è trattato al capitolo VI del libro di Luca Ponzi "Mostri normali" edito da Mursia nel 2012.

Ecco come Telereggio riporta la notizia dei nuovi sviluppi del caso dell'omicidio de "Il prete dei poveri". 

News da TELEREGGIO

‘Su don Amos il clero riluttante a parlare’


‘Ci sono due parole nuove emerse: omosessualità e pedofilia’, dice il giornalista Rai Luca Ponzi. Sta attorno a questa parola, pesante come un macigno, pedofilia, la possibile svolta delle nuove indagini sull'omicidio don Barigazzi. Tra i tanti, troppi moventi possibili di quell'omicidio, come li ha definiti ieri sera ad Habitat il giornalista Andrea Mastrangelo, quello legato a presunti atti illeciti commessi da don Amos durante la sua attività nella parrocchia di via Bismantova sembra prendere il sopravvento. E’ lì, nella vita passata del tranquillo quartiere a sud di Reggio, che gli inquirenti stanno puntando le loro attenzioni e le indagini; per effettuare verifiche e cercare riscontri attorno alle dichiarazioni e alle testimonianze che finalmente hanno rotto il muro del silenzio, ma che disegnano un ben poco edificante quadro di abusi su minorenni commessi all'ombra della parrocchia dell’Immacolata Concezione. ‘Molte persone sono state ascoltate: non si sono presentate spontaneamente, sono state cercate’, ha detto il legale della famiglia Barigazzi, l’avvocato Ernesto D’Andrea.
I nuovi elementi investigativi emersi sembrano allontanare le vecchie piste investigative: una ritorsione della ‘ndrangheta, si ipotizzò, o un omicidio nato nell'ambiente del carcere psichiatrico che don Barigazzi frequentava giornalmente, o ancora il malcontento tra i parrocchiani di Montericco per la circolazione in in canonica di ex internati dell'opg. Tutto ciò resta sullo sfondo; a prendere il sopravvento è l’ipotesi della pedofilia come causa scatenante di una vendetta.
Nel corso della puntata di Habitat è emerso più di una volta il tema di un ‘colpevole silenzio’ che come una cappa ha coperto questa vicenda fin dall'origine, a cominciare – hanno detto gli ospiti – da alcune lacune investigative iniziali. L’avvocato D’Andrea si spinge oltre: ‘C’è stata la volontà di non fare indagini, qualcuno ha fatto opera di depistaggio. E anche oggi una parte del clero sta parlando, una parte ancora rimane in silenzio. La verità va scoperta anche se è scomoda’.
di Margherita Grassi


Habitat è il programma di attualità condotto dal direttore di TG Reggio Gabriele Franzini. Iniziato nel 1998, è in onda il martedì sera alle 20.45 e in replica il mercoledì alle 14.45.
Politica, lavoro, ambiente, economia, questioni sociali: il tema della settimana è generalmente introdotto da un reportage e poi discusso con gli ospiti in studio.

domenica 28 aprile 2013

La forza del dialetto: "papié, di perle dialettali con sensi traslati e modi di dire"

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Le due serate  che Claretta Ferrarini ci ha regalato per introdurci al patrimonio dialettale borghigiano sono state quel che di meglio si potesse sperare. Vai ad un incontro pensando di saperne abbastanza, ne esci con la convinzione di essere ancora sulla soglia di un mondo che non pensavi fosse così ricco. 

venerdì 26 aprile 2013

Zu 'l man däi mûr del Cäbariöl! (salviamo i gelsi del Cabriolo)

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Nella foto di Marco Cavallini, Mino Ponzi e Claretta Ferrarini chiudono il gruppo che nella mattinata del 25 aprile 2013 ha dato il via alla pacifica manifestazione volta a sensibilizzare l'opinione pubblica alla tutela di una fetta di territorio che l'apparato comunale vecchio e nuovo ha destinato all'edificazione. 

L'incontro avviene a quattro mesi di distanza dalla deliberazione N. 64 del Consiglio Comunale del 20/11/2012 che aveva come oggetto:

giovedì 25 aprile 2013

Uccise due volte

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Dalla Gazzetta di Parma apprendiamo:

25 Aprile in Piazza: scoppia il caso delle donne di Salò


"Per la festa della Liberazione del 25 aprile, il Comune sceglie come letture i testi scritti dalle donne volontarie della Repubblica di Salò, accanto a quelli delle staffette partigiane. E l’associazione nazionale partigiani si oppone. Protesta anche il liceo Romagnosi, i cui studenti devono leggere le testimonianze sotto i portici del Grano: «O togliete le letture di chi combatté con Mussolini o ci rifiutiamo di partecipare». 

Fidenza 25 aprile 2013: immagini e filmato

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mercoledì 24 aprile 2013

La Resistenza e gli Internati Militari Italiani

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Copertina della rivista dell'ANPI del 1996 in cui
troviamo riprodotto un quadro di Ettore Ponzi

Area vecchio ospedale: sparito il parco

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La pacata atmosfera che si respira nella foto che immortala il Collegio dell'Angelo resterà nel passato in cui già da tempo è relegata. Affogato nell'edificio composito dell'ex ospedale il vecchio collegio conserva ben poco del suo impianto originario: un piano in più sulla facciata, due piani in più e l'eliminazione del cortile nella parte dietro, fanno molta differenza, anche il vecchio ingresso è sparito dopo aver tamponato l'apertura. La scala esterna di sicurezza in ferro sparirà, già sparito invece il vecchio edificio, di nessun pregio, a fianco del collegio e visibile nella foto in basso. Il profilo di Via Berenini pertanto assumerà un aspetto diverso in questo suo tratto terminale.

1943-1945 Memoria soggettiva e ricostruzione storica

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Riporto qualche stralcio-conclusione di un rapporto che il 19 dicembre 2012 è stato presentato alla Farnesina. Si tratta del "Rapporto della Commissione degli Storici italo tedesca sugli avvenimenti del biennio 1943-'45" che aveva come obiettivo quello di costruire una memoria comune su quegli anni di violenza. In Italia, occupata militarmente, si sviluppò un movimento resistenziale e una conseguente guerra civile che finì formalmente con l’amnistia generale del 22 giugno 1946. Il rapporto nasceva dalla necessità contingente di dare una risposta alle istanze risarcitorie portate avanti dalle associazioni combattentistiche italiane.

martedì 23 aprile 2013

Fornovo 24-30 aprile 1945: l'ultima battaglia

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Fornovo '45 - prigionieri tedeschi. Il 29 aprile 1945 il Generale tedesco Otto Freter Pico e il Generale italiano Mario Carloni, si arresero ai militari brasiliani nei pressi di Fornovo di Taro. 

I combattimenti che vanno sotto il nome di “Sacca di Fornovo” sono senza dubbio l’episodio militare di maggior rilievo delle giornate 24-30 aprile 1945 nella nostra provincia.

giovedì 18 aprile 2013

"Spegning Review": eravamo poveri ma belli ritorniamo solo poveri ma al buio

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Tempi magri, occorre risparmiare, ed ecco la "Spegning Review" (bellissimo quanto originale questo motto inglesato da copyright) che farà risparmiare ben 6 euro all'anno a famiglia. La cosa ha un valore che va ben oltre il consistente risparmio, è una inversione di rotta decisiva, un ritorno alle virtù di un tempo. Trascriviamo pertanto integralmente il comunicato del Comune intercalando alcune immagini.

martedì 16 aprile 2013

Vicolo Lazzarino a Fidenza

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Si sviluppa su due lati di questa casa il corto Vicolo Lazzarino, non ricordo d'essermi mai inoltrato  fino ad ora alla piazzetta o slargo cieco in cui termina. 
Non c'è cenno alcuno di questa via né in "Burägh dü" di Vittorio Chiapponi né in "4 passi per Fidenza" di Temistocle Corradi, il vicolo è solo una corta appendice dell'antivo Borgo della Rocca, oggi Via Dalverme.


A lezione da Claretta: il dialetto di Borgo san Donnino

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Il primo incontro  dell'evento "Lungo le strade del Dialetto Borghigiano" si è concluso da poche ore lasciando ai numerosi presenti una ottima impressione. L'argomento, come si legge dal titolo, è stato il dialetto borghigiano e Claretta Ferrarini non solo ha interessato il pubblico ma è riuscita coinvolgerlo. Frutto di una conoscenza senza uguali dell'argomento affrontato, potremmo dire vissuto, con passione pari a preparazione.

sabato 13 aprile 2013

Il sito del bicentenario verdiano snobba i luoghi verdiani

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Giuseppe Verdi in un pastello di Ettore Ponzi
Torniamo su un argomento già precedentemente portato alla vostra attenzione, vedi bicentenario-verdiano-scippo-della.regione. Da queste note ricevute dal Consigliere provinciale Manfredo Pedroni non sembra che la situazione sia cambiata in meglio, Verdi diventa sempre di più un evento generico regionale, il legame di Verdi e della sua musica dai suoi luoghi, Busseto, Fidenza ed Parma non può essere messo in second'ordine. Non è campanilismo ma storia e tradizione.

venerdì 12 aprile 2013

La “Pietà" scolpita nell'ulivo di Rino Sgavetta

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La Pietà di Sgavetta nel commento del critico d’arte Marzio Dall’Acqua: 
“Il nodo del dolore si scioglie nell’Eterno”


Nonostante la pioggia, la sera della vigilia delle Palme, in molti si sono riuniti nella chiesa di San Giuseppe per rendere omaggio a Rino Sgavetta che donava la sua “Pietà” intagliata in una radice di ulivo. Il parroco don Felice Castellani ha fatto con la sua tipica gioiosità gli onori di casa (pardon di chiesa). Scusandosi dell’assenza del Vescovo, impegnato fuori Diocesi, ha riferito che Sua Eccellenza ha onorato comunque lo scultore con una visita molto cordiale nella sua casa ed è venuto due volte in chiesa a vedere la sistemazione dell’opera.

Fidenza - Vicolo Bondi: percorso guidato

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mercoledì 10 aprile 2013

Unieco e i cantieri di Fidenza

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Immagine di repertorio
La procedura avviata l'11 marzo scorso da Unieco per far fronte a problemi di liquidità è stata portata all'attenzione dei soci, ne è uscito il comunicato ufficiale che sotto riportiamo. Poco per sapere quali riflessi ci possiamo attendere sui lavori e le iniziative in corso nella nostra città: torre della stazione, piazzale della stazione, nuovo Solari, area ex-foro boario ed altro. 

68^ anniversario del 25 aprile 1945

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Commissioni, il M5S occupa il Parlamento. Grillo: "E' un golpe". Il Pd: non è democratico
Un'Italia che naviga a vista, con una classe politica unicamente impegnata alla conservazione di privilegi e quanto mai lontana dai problemi reali dei cittadini, si appresta a celebrare il 25 aprile. In questi giorni destra e sinistra, al di fuori del Parlamento, cercano un accordo per la nomina di un Presidente, quale garante di una continuità in un momento in cui è necessaria la discontinuità. In questo quadro il 25 aprile rischia di risultare anacronistico, così come risulta fuori tempo massimo il richiamo ad una memoria condivisa di quella lunga e dolorosa Guerra Civile. 

 Fidenza, 25 aprile 1946. 
Cerimonia ufficiale, all'indomani della Liberazione, per la posa di sei cippi dedicati ai partigiani durante la resistenza nel territorio del comune.

martedì 9 aprile 2013

I teli di Palazzo Arzaghi: cosa lasciano intravedere. Ma cosa nascondono?

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"Lasciamo che i topi facciano il loro lavoro" così si esprimeva un noto architetto aspettando il completo degrado della struttura per dare il via ad un "intervento conservativo". Da quando il Palazzo Arzaghi è stato sigillato da teloni coprendone le vergogne i topi possono averne fatto di lavoro. Sicuramente umidità ed acqua piovana la loro parte l'hanno comunque fatta. Le foto sono eloquenti, ma a quanto pari a Fidenza si cammina a testa bassa.
Per conoscere palazzo Arzaghi leggi sotto la Relazione Storico Artistica.







LA RELAZIONE STORICO - ARTISTICA

Palazzo Arzaghi , cosiddetto dal nome dell'antica e nobile famiglia fidentina che lo abitò per più di 300 anni - dalla sua fondazione nel sec. XVI fino all'800 - costituisce una delle ultime sopravvivenze di edilizia storico-monumentale della città di Fidenza (come noto, gravemente danneggiata dai bombardamenti dell'ultima guerra),' e sicuramente uno dei più rari esempi anche in ambito parmense di architettura cinquecentesca, tutt'ora conservato nell'integrità della sua struttura originaria sebbene sia disabitato da molto tempo.
Il palazzo sorge all'inizio di Via Frate Gherardo, nel punto in cui la stretta strada sbocca su Piazza del Duomo e quindi a pochi passi dall'eccezionale monumento romanico-antelamico, e ai sviluppa per tutta la larghezza dell'isolato nel quale è inserito, prospettando con il suo fronte posteriore su Via Romagnosi, ovvero su quella direttrice viaria che oggi corrisponde alla linea degli antichi "terragli", le fortificazioni medioevali di Borgo San Donnino (antica denominazione di Fidenza) costituita da mura e terrapieni, le quali perdurarono fino al 1575, quando i Farnese  dotarono la città di un nuovo e più ampio sistema difensivo.
L' impianto plani-volumetrico del Palazzo Arzaqhi riflette i caratteri tipici dell'edilizia civile del sec. XVI. La pianta, compatta, ha forma pressoché quadrata; ad essa, sul fronte posteriore è aggregata una torretta angolare coronata da robuste mensole in cotto, la quale pare costituire la rielaborazione di una più antica torre appartenente alle fortificazioni medioevali. Inoltre, il palazzo si sviluppa su due piani fuori terra, oltre il sottotetto e lo scantinato, il quale occupa tutta l'area dell'edificio e che parrebbe essere stato ricavato scavando nel massiccio basamento delle mura urbane medioevali, a testimonianza anche di un magistero costruttivo tipico dell'epoca rinascimentale.
La facciata principale su Via Frate Gherardo, oggi in mattoni faccia-vista, ma fino a non molto  tempo fa intonacata, come mostrano i lacerti di intonaco ancora visibili, si presenta come una sobria quinta continua appena interrotta dalla bucature delle finestre rettangolari, disposte su  quattro assi, e dal portone d'ingresso, centinato. Nessuna decorazione particolare, ad eccezione delle due terminazioni a bugnato che "chiudono" da un lato e dall'altro la facciata,e  di una cornice che corre sopra i finestrini del sottotetto.
Il fronte posteriore, invece, appare più ricco e articolato, sebbene le originarie caratteristiche architettoniche siano state in parte modificate nelle epoche successive. Nella sua primogenia  configurazione, infatti, esso presentava per tutta la sua lunghezza al piano terra un portico ad archi a tutto sesto e coperto con una serie di volte a crociera su pianta pressoché quadrata, e,  al primo piano, un loggiato, anch'esso ad archi a pieno centro sorretti da pilastri in mattoni. Sia la loggia che il portico (ad eccezione delle ultime due campate) risultano oggi tamponati con muri, al centro dei quali si aprono semplici finestre o porte, ma di entrambi sono ancora perfettamente leggibili la struttura e gli elementi formali.
Infine, completano la parte posteriore la già citata torre d'angolo, che al suo interno contiene la scala a due rampe del palazzo, e una piccola area verde, oggi incolta ma un tempo certo un grazioso giardino, la quale è separata dalla Via Romagnosi da un alto muro in mattoni interrotto da una cancellata affiancata da pilastrini.
L'interno del palazzo, organizzato distributivamente sull'asse del lungo corridoio che dal portone d'ingresso conduce al portico posteriore, conserva ambienti di grande interesse, ancora sufficientemente integri. Secondo la classica disposizione costruttivo-tipologica dell'edilizia civile dei sec. XVI-XVII, le sale al piano terreno si presentano prevalentemente coperte con le tipiche volte a crociera o a padiglione unghiato dalla forma assai armoniosa, mentre al piano primo si riscontrano sale con soffitti lignei a cassettoni con travi, travetti e assito, la cui tipologia e i cui modi costruttivi si apparentano strettamente ad analoghi esempi in alcuni palazzi di Parma caratterizzati da  decorazioni dipinte di grandissimo pregio (Palazzo Tirelli di Borgo San Vitale, Palazzo Borri in Borgo delle Colonne) .
E' da notare che nelle attuali sue condizioni il palazzo non mostra apparati ornamentali visibili; tuttavia, proprio per la sua sostanziale integrità e le caratteristiche formali e tipologiche può  fare legittimamente sospettare la presenza di decorazioni dipinte su pareti, volta e soffitti. Ne una conferma il ritrovamento casuale, avvenuto in tempi recenti, di un tondo ad affresco al centro di una volta, forse raffigurante un angelo o un putto, ma ancora di incompleta decifrazione, perché tuttora non pulito né restaurato, già attribuibile, tuttavia, alla cultura tardo-rinascimentale.
Per i suoi caratteri storici e architettonici, dunque, e per la necessità di tutelarne al meglio l'integrità, il Palazzo Arzaghi viene sottoposto alla Legge 1/6/1939. n. 1089.

lunedì 8 aprile 2013

Nell'aprile di settant'anni fa la rivolta del ghetto di Varsavia

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Ieri, 7 aprile, in Israele è "Yom HaShoah", il solenne giorno che ricorda l'inizio della eroica resistenza del ghetto di Varsavia (primavera 1943). La proposta originale era di celebrare Yom HaShoah il giorno anniversario della rivolta del ghetto di Varsavia avvenuta il 19 aprile 1943 – ma ciò costituiva un problema non di poco conto perché sarebbe coinciso con il primo giorno di Pesach (Pasqua). La data è stata così spostata.


Foto, relativa alla rivolta, un bimbo esce, con un gruppo di ebrei, da una casa, con le mani alzate, minacciato da una SS con mitra puntato su di lui Quella SS fu identificata e condannata a morte, nel 1969. Quanto al bimbo, ben quattro superstiti si riconobbero in lui. Pare che volessero fucilarlo subito,in quanto ritenuto orfano, ma un uomo uscì dal gruppo, dichiarando che era suo figlio. Non si sa che fine abbiano fatto tutti coloro che si riconobbero nel bambino, in quanto nessuno di loro può essere sicuramente e ufficialmente identificato. Jurgen Stroop fu catturato e giustiziato, nel 1952. Rimase nove mesi in cella con Moczarski, partigiano non comunista, inviso, quindi, al regime polacco di allora; ne uscì un libro, "Conversazioni con il boia". Un centinaio di sopravvissuti, emigrati tutti in Israele, nel dopoguerra, nel medesimo kibbutz, scrissero le loro memorie, in quattro volumi, e fondarono un Museo sulla rivolta del ghetto. (nota di F. Bifani)

venerdì 5 aprile 2013

L'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani risponde a Franco Bifani

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L'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani risponde a Franco Bifani con un articolo di Antonio Parisella, la risposta è indiretta, Parisella non aveva probabilmente letto il post di Bifani quando ha redatto l'articolo, ma è sufficientemente esplicito nei due documenti il comune intento di superare l'ignoranza e la retorica che hanno dominato l'approccio all'argomento resistenziale o di guerra civile come dir si voglia.

Il ridimensionamento dell'offerta formativa fidentina

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Fidenza, si aggiungono altre voci alla protesta al possibile venir meno dell'indirizzo Geometra al Paciolo-D'Annunzio di Fidenza. La proposta di una “classe articolata” potrebbe risolvere la situazione e garantire l'offerta formativa attualmente assicurata dall'istituto fidentino. In questo senso si stanno orientando le azioni dei sindacati di categoria e parimenti si esprime il Consigliere provinciale Manfredo Pedroni con una interrogazione indirizzata al Presidente della provincia di Parma.

La viabilità ai piedi delle colline cambia e la chiameranno Pedemontana

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Sarà più facile per il nostro presidente Provinciale lasciare la Provincia che cambiarie la sua propensione asfaltatoria che ha ormai ricamato i bordi ogni singolo podere della pianura ed ora si sposta sulle prime colline. 
Il progetto va sotto il nome di "pedemontana" a significare il suo insistere in quel territorio tra pianura e prime colline attualmente servito da una rete stradale di limitata carreggiata idonea alle esigenze del modesto traffico. Il tratto che ci interessa è ben descritto dall'articolo "Parchi Parma" del 29 maggio 2009 che riferisce proprio del famoso incontro all'ex-macello di Fidenza. L'articolo è riportato integralmente sotto.
Le amministrazioni cambiano, i progetti di spesa restano, è una legge cui non si sfugge anche se le mutate situazioni, non solo politiche ma di economia, lo consiglierebbero. 

Quando un libro precede i fatti

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Due delitti irrisolti dei dodici del libro di Luca Ponzi "Mostri normali - storie di morte e di altri misteri" edito da Mursia nel 2012, sembrano arrivati ad un passo dalla soluzione. Il primo è il caso di Don Amos Barigazzi, del capitolo VI "Il prete dei poveri", delitto che risale al 1990 e che nuove testimonianze sembra possano introdurre elementi utili alle indagini prontamente riaperte.

Il secondo è quello del medico Carlo Rambaldi assassinato nel 1992 a Reggio Emilia che, nel libro, occupa il capitolo VII "Sei colpi al dottore". In questo caso i nuovi sviluppi hanno portato in carcere il presunto colpevole.
Nel due filmati Luca stesso ci racconta gli ultimi sviluppi.





giovedì 4 aprile 2013

Il progresso: punti di vista

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Il progresso demolitore: vero

Falso
Abbiate fiducia nel progresso, che ha sempre ragione, anche quando ha torto, perché è il movimento, la vita, la lotta, la speranza. (Filippo Tommaso Marinetti)

mercoledì 3 aprile 2013

Mostra tematica collettiva di pittura, scultura e fotografia "Cristo, Figlio di Dio"

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Questa mattina in vescovado la presentazione dell'iniziativa della Diocesi di Fidenza e patrocinata dal Comune di Fidenza - Assessorato alla Cultura - finalizzata all'allestimento di una mostra collettiva di pittura a carattere tematico intitolata "Cristo, Figlio di Dio": l'immagine di Cristo, il volto, il corpo, la persona come è scritto nel testo evangelico "chi ha visto me, ha visto il Padre" (Gv. 14.9). La mostra si terrà nel prossimo autunno e, precisamente, dal 28 settembre presso la chiesa di San Giorgio a Fidenza.

25 aprile 2013, giornata di che?

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Balcani, 1942

Una lettera che è anche il "mea culpa" di una generazione. Possiamo leggerla anche così la lettera aperta che il prof. Franco Bifani ha inizialmente indirizzato via WEB al Sindaco in vista delle manifestazioni che hanno il loro culmine il 25 aprile. La proponiamo più sotto togliendo, col consenso dell'autore, i riferimenti personali.