Da "il Risveglio" 1976 |
Il tracciato del Venzola, uno di questi quattro rivi, subì nel tempo importanti rettifiche in prossimità e dentro il nucleo urbano, sia per le opere di contenimento delle sue intemperanze stagionali sia per effetto dell'incanalamento in nuovi percorsi delle sue acque durante i lavori di costruzione e distruzione delle mura cittadine nel tempo. Già nell'ottocento si convertirono a colatore alcuni tratti dell'alveo del Venzola. La storia e la variabile geografia del rivo è tracciata da Vittorio Chiapponi in un capitolo di Buragh (Quaderni Fidentini N° 1 ottobre 1977) a cui rimando chi volesse approfondire unendo l'utile al dilettevole.
Oggi ancora possiamo ristorarci ancora a questo rivo nel breve tratto a monte del nuovo quartiere Europa che ne l'ha ulteriormente "urbanizzato", ma anche qui il "progresso" avanza e noi andiamo indietro. Ma ora spazio alle immagini.
L'Ospedale di Vaio, costruito sulle falde e sui resti di una villa romana, nasconde quel che resta del rivo Venzola.
Il Venzola torna visibile più a valle scorrendo tra gli alberi che segnano da lontano la sua presenza.
Scorre anche in agosto acqua corrente ma il cilindro di cemento che si vede in basso può suscitare dubbi sulla composizione del liquido.
Pochi passi e già s'intravede il bianco della costruzione più avanzata del quartiere Europa.
Il viaggio è finito, già gru e costruzioni chiudono l'orizzonte, tra queste spicca il tetto grezzo della centrale di cogenerazione, ma qui oltre che in città si entra nella politica, nei guasti della politica.
Girando lo sguardo vediamo l'ultimo albero del rivo poi desolazione erbacea una bifamiliare finto antico e la costruzione tecnologica ed ecologica che già avevamo intravisto tra i rami.
Molto interessante. Comunque dopo essere ricoperto passa nel cortile dietro la scuola Zani e di fianco al bar Diana ormai ridotto a una fogna e riemerge oltre la ferrovia vicino al capannone della Bormioli.
RispondiElimina