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mercoledì 20 novembre 2013

Se la terribile "bomba d'acqua" precipitasse su Fidenza


BOMBA O NON BOMBA?
di Germano Meletti

A Fidenza di bombe ne sono scoppiate tante, sopratutto durante la seconda guerra mondiale, ma successivamente, ogni tanto, a carattere politico o ghossip oppure scandalistica ne "scoppia" qualcuna. L'unica "bomba" di cui mai si sono presi in considerazione gli effetti che potrebbe provocare è una "bomba d'acqua" come quella precipitata in Sardegna, dove in poche ore è caduta una quantità d'acqua pari alla media di sei mesi.
Da tempo ci dicono che la colpa è dell'effetto serra (a proposito è un po' che non se ne sente parlare), oggi ci parlano soltanto di "tropicalizzazione" del clima nostrano, nessuno tuttavia sembra in grado di individuarne le cause, ma le violente precipitazioni si susseguono innegabilmente con frequenza maggiore rispetto a lustri precedenti.
Proprio questa serie di problematiche impedisce previsioni precise sulla quantità d'acqua che dovrebbe arrivare a terra, non siamo a livello delle incognite dei terremoti, ma in ogni caso non c'è certezza. 
Quante volte abbiamo sentito parlare di "allarme Protezione Civile" e poi invece le classiche due gocce hanno posto fine ad apparentemente ingiustificati allarmismi, quante volte invece le precipitazioni sono state imprevedibilmente ben più abbondanti di quanto stimato, seppur non catastrofiche. 
Tutto questo può provocare "bombe d'acqua" impreviste ovunque, quante volte negli ultimi anni ci siamo visti passare davanti immagini televisive da apocalisse: oggi la Sardegna, ma anche Genova, Massa, tutta la Maremma, Sarno e Quindici, le Cinque Terre e chi più ne ha più ne metta. Immancabilmente le cause si sono ricercate in mancata pulizia di canali e scoli o della rete fognaria, alla costruzione selvaggia di abitazioni, altrettanto selvaggia asfaltatura che impedisce un normale assorbimento idrico da parte del terreno, quante volte si è parlato di "tragedia annunciata"! 
La più devastante "bomba d'acqua" che ha messo in ginocchio
la nostra città avvenne nel 1906. L'immagine, un olio si cartone
di Ettore Ponzi, ricostruisce la scena come doveva apparire
guardando dalla Porta di San Donnino.
Ma se la terribile "bomba d'acqua" precipitasse su Fidenza, noi e sopratutto chi di competenza (amministrazione in primis) saremmo preparati? Quali sarebbero le conseguenze? Da dove arriverebbe quel fiume improvviso? Come fare per evitare simili fenomeni? Come mettersi al riparo in caso di simili disastri?  Sono tutte domande alle quali dovremmo dare risposta, ma in un momento tranquillo come questo, non quando già siamo stati (eventualmente) toccati dai terrificanti fenomeni.
La situazione idrogeologica del nostro comune è molto variegata, dalla collina o parte alta (Santa Margherita, Pieve Cusignano, Monfestone, Siccomonte, Cogolonchio, abbassandoci verso Cabriolo, Fornio, Parola, Rimale e Fidenza stessa, per concludere con la parte più bassa con Castione Marchesi, Bastelli, Chiusa Ferranda, Chiusa Viarola e Toccalmatto. L'episodio più tragico che ci ha coinvolto, nella circostanza solo come spettatori, fu la tragica alluvione di Salsomaggiore nell'ormai lontano 1973, ma se si ripetesse un simile fenomeno come sarebbe il deflusso delle acque? 
A Castione Marchesi succedeva spesso alcuni decenni fa di trovarsi il paese completamente allagato, per fortuna con danni limitati, poi quando si ripulì il Rio Caneto tale situazione si è ripetuta solo poche volte, in una delle quali l'intervento della Protezione Civile fu parzialmente ridicolo: si estraeva con potenti idrovore l'acqua dagli scantinati delle case a schiera per buttarla sulla strada della scuola verso i tombini, i quali non facevano altro che riportarla ad uscire dalle bocche di scolo poste proprio davanti ai garages e scantinati da dove era appena stata tolta. 
Da allora sono passati sette o otto anni e di strada in campo addestrativo ai volontari della Protezione Civile ne è stata fatta certamente tanta, ma rimane sempre l'incognita. 
Una piena dello Stirone
Visto che si presume che l'acqua arrivi dall'alto (fino a prova contraria) sono i nostri canali in grado di far defluire il tutto? I canali addetti al compito sono diversi, ma con diverse portate. Partiamo dal Parola e dal Rovacchia, sicuramente limitati nella loro portata, proseguiamo con i vari , quasi insignificanti, Cavo Venzola, Cavo Bionda, Canale Otto Mulini, Rio Caneto (a Rimale si chiama Rio Piacentino ed assorbe le acque del Rio della Fame), un altro Canale dei Mulini (se non sbaglio anche in questo caso erano otto) attraversa Bastelli, ma il principale rimane certamente lo Stirone. 
Esso arriva da Scipione e San Nicomede con una pendenza che rende veloce la discesa dell'acqua, che quando si addentra nel tratto immediatamente a ridosso del centro di Fidenza, il cui letto è molto largo, non dovrebbe presentare problemi. 
 I problemi però potrebbero intervenire quando il letto si restringe e non riesce più a far defluire per intero l'acqua che giunge da monte, quindi a rischiare sarebbero Chiusa Ferranda, Chiusa Viarola e parzialmente Bastelli, di certo la cosa interesserebbe maggiormente Castellina e Soragna. Nel contempo però anche Parola ed i paesi a valle (Toccalmatto e Cannetolo, ma qui siamo in territorio di Fontanellato) non dormirebbero sonni tranquilli. E il centro urbano ha le fogne ben pulite in grado di garantire il defluso? 
Quali conseguenze subirebbe Fidenza in casi simili? Ma noi siamo sicuri nel contesto dei deflusso delle acque? 
Speriamo, ma altrettanto speriamo che qualcuno ci delucidi in materia per poter stare tranquilli. Sonni ancora più tranquilli li potremmo dormire se sapessimo di precipitazioni che si mantengono nella normalità, ma questo ce lo può garantire solo il Padre Eterno. Nel frattempo pensiamo all'oggi che non ci riserva alcun pericolo, ma il domani non è lontano ed è imprevedibile. "SI SALVI CHI PUO'!".
                             Germano Meletti

6 commenti:

  1. Si cominci a pulire le grate dei tombini, sono tutte, ripeto, tutte intasate da schifezze secolari. Un conto, poi, è dare l'allerta, un altro dire alle popolazioni allertate che debbano poi fare, per salvarsi. In Italia siamo sempre gli ultimi a fare le cose utili, e le facciamo sempre malissimo. Siamo il Quinto Mondo!

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  2. Perché? Nelle Filippine, in Giappone ed in altre zone del mondo calamitate da eventi catastrofici che hanno ucciso migliaia di persone, sono stati i primi a fare le cose utili?

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  3. Claretta, quando i "politichesi" erano in mezzo alla gente (diversi decenni fa), capivano che bisognava pulire i fossi davanti al proprio podere, andavano a fare la legna per scaldarsi (rinnovando i boschi) , tenevano pulite le "lanche" perchè così scaricavano l'acqua dal torrente o fiume principale e pescavano carpe, pesce gatti, rugoni... . Ora abbiamo TUTTI la PUZZA AL NASO e come fanno i POLITICI, è sempre colpa di altri. Manca una sola cosa : IL BUONSENSO

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    1. Ciò che più mi stupisce, che mi addolora e mi fa saltare la šnavra äl näš è che, pure le singole persone, proprietarie del poderetto, della casetta etc, se ne strafottono dei fossati prospicienti la loro casa, delle loro lanchette, delle sterpaglie e quant'altro, salvo prendersela con gli amministratori in caso di calamità. Provino questi signori ad andare a vedere il lavoro che svolge Valdo Censi ogni anno, per tenere pulita la sua zona al ranch e (da buon vicino), pure quella dell'altra ex casa colonica non sua. Da solo, si sobbarca i fossati, i canaletti di scolo lungo il sentiero, äl trà la räntümaja. Da solo disbosca, brucia, pianta paletti, mänicci, raccoglie i frutti e le lanchine dei dintorni sono sempre ricche di pesci. La legnaia è ben fornita estate ed inverno, senza mai comprare un ciocco. Non aspetta che arrivi qualcuno, di dovere, a fargli i lavori, ma li esegue per tempo con qualche sporadico aiuto da parte della figlia, alla quale ha insegnato a farsi su le maniche alla bisogna. Lascia liberi gli animali affinché facciano il loro lavoro di spazzini e li nutre con gli avanzi della sua mensa, così produce pochissimi rifiuti. Il Gisolo, che è lì a due passi da casa, non l'ha mai tradito. Sarâl furtünè o saräl un läurânt sävi, cum äd la cunisión e sensa cächen'na sùtta èl näš?

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  4. Claretta, tu che solitamente sei attenta: ti ricordi la "curva Canepari" che dimensione aveva il canale (otto mulini)? Quell'acqua che una volta aveva una portata da notevole, ora è sparito , sparito in Via Galvani, in Via Isonzo, in via Edison... nella curva Canepari. Da qualche parte quando piove molto, dovrà uscire. E' logico . Fidentia era già "sparita sott'acqua" nel VII secolo. Quindi quando è rinata "Borgo San Donnino" hanno mantenuto una notevole rete di canali. Ora ? Spariti al 90%.

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  5. Me lo ricordo sì. In questo caso, spero soltanto che la portata del canale sotterraneo sia rimasta la stessa. Infatti era nominato per essere di buona tenuta, al contrario del Venzuola che, si diceva, fosse straripato più volte. A pochi metri da casa mia, vi è ancora un tratto di Venzuola scoperto e, per ora in 28 anni non si è visto alcuno straripamento, ma non vorrei che cl'ušlâs del mälavgüri di Meletti avesse ragione in toto. Ricordo èl Cänälón äd Cänepari spesso senz' acqua, perché quando pioveva, mi proibivano di andare da quelle parti. Ero piccola quando, in un'estate di siccità vissi un'esperienza traumatica che mi tolse il sonno per diverse notti e che mi fece sentire per la prima volta cos'è il mal di stomaco. Da quel giorno ogni volta che mi sporgo per guardare un canale, un ruscello, un fiumiciattolo, rivivo quei momenti. Infatti nei periodi di secca, èl cänäl äd Canepari, diventava un alveo di detriti e rifiuti anche raccapriccianti. Di persone senza criterio e farcite di menefreghismo, è piena la storia di ogni paese e di ogni secolo. Tornando a noi, si potrà chiedere un incontro con i nostri amministratori sull'argomento? Loro, sicuramente avranno già fatto periziare la situazione idrogeologica della nostra zona e saranno al corrente di tutto.

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