sabato 15 luglio 2017

Voici le temps des assassins


Carissimo Ambrogio, 
scusami se mi permetto, ancora una volta, di occupare lo spazio del tuo blog, ma ho letto, sulla Gazzetta, un articolo di Chiara Cacciani, sulle reazioni di alcuni frequentatori di Facebook, circa quell'orrendo delitto, a Parma, in quel condominio di Via S. Leonardo; erano del tipo “Finché si ammazzano tra di loro...». «Ecco i nuovi parmigiani». «A San Leonardo mai successo niente di simile fino a quando non sono arrivati i neri». «Avete voluto Pizzarotti?» Sono stati rimossi, ovviamente. 

Ma sono stati scritti ed inviati da persone reali, prive di pietà umana e cristiana, e ripieni di un infame, becero razzismo. Sono rimasto allibito, a dir poco, ed ho voluto buttar giù due righe. 
Come se gli omicidi di povere donne e ragazze fosse prerogativa dei migranti e dei loro parenti.  La piccina, poi, di soli 11 anni, era nata a Parma. 
Mi viene in mente Elisa Pavarani, una compagna di classe di mia figlia Marta, al Giordani di Parma. L'ho vista non so quante volte, uscire di scuola, per cinque anni consecutivi, insieme a mia figlia.  L'ha accoltellata a morte il ragazzo con cui stava da vent'anni.
Io non capisco che cosa mai sia passato nella mente di quel ragazzo ghanese, che era stato anche una promessa della squadra di calcio del Parma, quando era in serie A. E' arrivato a massacrare madre e sorellina, pare per un litigio, ed ha anche infierito sui cadaveri.  Poi, se n'è andato alla stazione, a prendere un treno per Milano, come se nulla fosse accaduto.
Ma quale odio immane e feroce può portare a simili massacri di familiari? Le forze dell'ordine e  gli investigatori, arrivati sul posto, hanno dichiarato che c'era sangue in abbondanza, dappertutto; non sapevano come muoversi, per iniziare le indagini, per non danneggiare la scena di quel crimine. 
Per fortuna, sono stati ben più numerosi i parmigiani, di tutte e le età,  che, in vari modi, hanno espresso il loro dolore, il cordoglio, la solidarietà e la vicinanza ai superstiti di quella famiglia, fatta a brani da un suo componente. Ho letto che le persone presenti, quando quelle due poverette sono state portate fuori, dentro due sacchi neri, in un silenzio glaciale, erano impietrite dall'orrore.
“Voici le temps des assassins”, cantava Rimbaud, in una sua lirica, da “Matinée d'ivresse”.
Franco Bifani


2 commenti:

  1. Sai Prof Bifani, che non sono del tutto convinta che si tratti solo di odio? Penso al nostro cervello e ai suoi processi chimici per i quali, la scienza, non ha ancora trovato una locazione cerebrale e una definizione linguistica. Penso agli scompensi ormonali che possono alterare il comportamento e il mondo affettivo di un individuo. Per farla breve, credo che le forme di "follia chimica" siano ancora tutte da indagare, nonostante ve ne siano parecchie e di diverse specie. Per dirla in dialètto: "j'en di mîa nurmäj e i van sarè-sö". Per quanto riguarda i commenti degli stupidi cassati, posso solo aggiungere che siamo attorniati da persone piccole-piccole. Esse ti fanno venir voglia di isolarti dal mondo.

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  2. E infatti, Clary, non partecipo a nessun evento locale, perché so che qualsiasi cosa facessi o dicessi, riceverei solo stupide critiche, come è successo anche qui sopra, dove sono passato come un povero scioccherello, da da parte di una certa Anonymous, che ben sappiamo chi sia. Per essere apprezzati, al mondo, con certa gentucola, non bisogna suscitare invidie e gelosie, e dimostrarsi invece arroganti ed altezzosi. Mia nonna milanese ripeteva sempre: "Beca el vilàn se te vòret ch'el te lèca, lèca el vilàn se te vòret ch'el te lèca!" Qui sopra, però, ho due grandi amici, tu ed Ambrogio, e ve ne ringrazio.

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