Se, inforcata la bicicletta, da Fidenza muoviamo verso Pieve Cusignano possiamo scegliere tra il prendere i saliscendi di Monfestone o il seguire il tranquillo percorso che, superata la frazione di Santa Margherita, porta a costeggiare il torrente Parola che, ad un certo punto, riceve le acque del Rivo Gisolo.
Anche un piccolo rivo da queste parti suda storia, ci fermiamo quindi prima di raggiungere Pieve ed ascoltare Elisa Denti che ci racconta di questi luoghi e poi si sofferma su un luogo, Santa Maria del Gisolo, che conserva nel nome un antico fascino ma un'incerta etimologia..
Due immagini fotografiche di Antonio Pedroni prelevate dalla mostra "Mappe di Comunità" ci introducono allo scritto di Elisa Denti.
A. Ponzi
Due fotografie di Antonio Pedroni |
La
Storia dei Luoghi
Queste valli sono state abitate fin dall’inizio della storia, nel secolo scorso grazie agli studiosi Luigi Pigorini e Pellegrino Strobel sono stati scoperti due villaggi terramaricoli: quello in località “La Gatta” (Luigi Pigorini, Terramara della “la Gatta” nel comune di Noceto- Parma, in Bull. Palet. Ital. 9 (1883), p.129) e quello di Pieve Cusignano (A. Ghiretti, Preistoria nell’Appennino, Grafiche Step. Parma. 2003).
Oggi purtroppo quest’insediamenti non sono più identificati ed identificabili, solo pochi appassionati di storia locale sono a conoscenza della loro esistenza e conoscono l’ubicazione dei villaggi preistorici.
Dall’abitato di Costamezzana, si scorgono nei punti altimetricamente emergenti i Castelli di Costamezzana, Tabiano (comune di Salsomaggiore Terme) e la chiesa di Mariano (comune di Pellegrino Parmense) dove l’adiacente castello fu distrutto dai parmigiani.
Sono questi i luoghi principali che connotavano l’area nel medio-evo e che
rappresentano insediamenti abitativi e di difesa posti a presidio delle linee
di crinale che racchiudono i sistemi vallivi dei corsi d’acqua del Parola e del
Gisolo: castelli e “case-torri”, sparse nel contado, creavano un vero e proprio
sistema difensivo.
Questo pianoro e l’intera area sono stati, per molti secoli, nel mezzo di un
infinito scontro per il controllo della zona delle saline di Salsominore
(comune di Salsomaggiore Terme) e delle vie naturali transappenniniche che da
Fornovo (Forum Novum) conducono al mare ed al sud della penisola italica:
Longobardi e Bizantini, Guelfi e Ghibellini, Francesi e Spagnoli fino a
Napoleone ed alle ultime sacche di resistenza tedesca della II° G.M. che i
nostri padri ancora con vivo terrore ricordano.
Nel medio-evo, dunque, l’importanza strategica che poteva occupare nella
gestione territoriale questa bassa fascia appenninica si riscontra nella
disputa tra le maggiori due autorità del mondo allora conosciuto.
Quando il 4
maggio del 1196, papa Celestino III° invia una bolla al prevosto di Borgo S.
Donnino (Fidenza), che aveva chiesto la riconferma degli antichi privilegi territoriali,
l’Imperatore del Sacro Romano Impero Federico I° aveva già dichiarato la chiesa
di Fidenza “arcipretura imperiale.
La bolla del Papa fu come una risposta al
diploma del Barbarossa, in uno scontro diplomatico tra le massime autorità del
tempo, ancora rivali in materia di giurisdizione ecclesiastica. (omissis) Il
Pontefice prendeva sotto la sua diretta giurisdizione la chiesa di S. Donnino e
ne confermava i suoi possedimenti... Tabiano e la sua chiesa,... S. Vittore,
Salsominore, la chiesa di Cella, quella di Varano Marchesi, le decime di
Costamezzana,...la chiesa di Borghetto (omissis).
Nel dicembre 1221 Federico
II° (eletto imperatore a Roma) da Napoli inviava a Borgo un diploma che poneva
la terra di Borgo S. Donnino sotto la potestà imperiale, ed in pari tempo dava
alla comunità piena giurisdizione e immunità in tutto il suo territorio. (omissis)
I Borghigiani erano sempre soggetti alla Chiesa di Parma... Nel 1226 Federico
II° indice la Dieta di Cremona per ricondurre i Comuni ai patti della pace di
Costanza...il 13 luglio l’imperatore tenne la Dieta a Borgo. (omissis) Il 6
marzo 1227 vennero stabiliti dal giudice Ugo i confini del territorio di
Borgo...” (A.Aimi A.Copelli, Storia di Fidenza, Battei, Parma, 1982).
La disputa fu l’occasione per definire alcuni confini
territoriali ed oggi, grazie all’accurata descrizione che ne fese il giudice
Ugo, possiamo riconoscere in quegli stessi luoghi gli attuali confini
diocesani: “la chiesa di Santa Maria del Gisolo, posta a destra del (rio)
Regadano, si trovava fuori dal territorio borghigiano, mentre prima ne aveva
fatto parte...et a dicto muro qui est in dicto flumine Parolae a mainone veteri
de super usque in rivo Gisoli et a dicto rivo Gisoli usque ad rivum de Regarano
de super ecclesiam Sanctae Mariae et ab ipso rivo citra est territorium Burgi
S.Donini” (Storia di Fidenza, opera citata, vedi anche nota 22 del cap.
4).
Santa Maria del Gisolo |
Sempre da Costamezzana osservando il fondovalle emerge ai piedi della collina
del Castellaro, il complesso architettonico di Santa Maria detta del Gisolo
(comune di Fidenza), oggi al confine tra due comuni (Fidenza e Noceto) e tra
due diocesi (Parma e Fidenza) dove il Parola rappresenta il confine politico ed
il Gisolo quello religioso.
Il complesso è inserito nel sistema difensivo territoriale composto dai
castelli e dalle “case-torri” di cui Santa Maria del Gisolo fa parte.
Il complesso architettonico (oggi civile abitazione) è composto dall’edificio
religioso dal tetto a capanna con campanile a vela che ci trasmette immediata
serenità con le sue proporzioni regolari e dalla maestosa casa-torre, un tempo
convento che nella forma ricorda il castello di Pellegrino Parmense.
Le origini di quest’insediamento, citato già nel 1227, si suppone possa ascriversi ai Cavalieri Templari che qui in zona erano presenti a Cabriolo, nella chiesa dedicata a S. Thomas Beckett, lungo la via dei pellegrini diretti a Roma, ma qualcun’altro parla di monaci Cistercensi...
La Collina Pallaviciniana Fonte: Archivio di Stato di Parma |
L’unico
dato certo è che quest’area ebbe almeno fino al XIV°-XV° secolo un ruolo di
primaria importanza nello sviluppo territoriale.
Un atto testamentario ne dà prova:
“25 gennaio 1552 Codicillo aggiunto al testamento del Marchese Uberto
Pallavicino, figlio di Giovan Manfredo Seniore, che obbliga il proprio figlio
ed erede universale Giovan Lodovico a donare, ogni anno, ai frati del monastero
di Santa Maria del Ghisiolo del luogo di Costamezzana dieci lire imperiali in
suffragio dell’anima sua; pena, in caso di mancato rispetto del legato, la
perdita dei diritti feudali su Polesine e Costamezzana ereditati dal padre.
Diritti che, in tale eventualità, toccheranno ai più prossimi congiunti, fatta
eccezione per Giovan Manfredo, figlio del marchese Ottaviano
Pallavicino”(A.P.BU, Sez.Polesine, b.1).
Alcuni documenti, indirettamente, danno conferma della presenza di importanti
itinerari di collegamento viario: “Nel maggio 1581 furono istituite la
Compagnia dei Centuriati di S.t’Agostino in S.Rocco (successivamente S.Pietro),
e quelli della SS.ma Trinità in S.Giorgio, che provvedevano ai pellegrini di
passaggio diretti a Roma (opera citata, Bibl.Palatina di Parma, Trecasali,
ms.437, f.62).
Non fu certo un caso che a questi primi si affidò la gestione del complesso
monastico di Santa Maria del Gisolo che sorge lungo la via che da Fidenza porta
a Fornovo e da qui al Passo della Cisa ed a Roma (Giovanni Caselli, La via
Romea – Cammino di Dio, Giunti, Firenze, 1990, pp. 114-115).
E’ del 1° maggio
1593 uno strumento di rinuncia dei monaci Agostiniani Eremitani di San Luca di
Parma, inedito, nel quale si afferma che “essendo che già alcuni anni sono che
...Padri di Monte Bruno ...é stato assegnato al convento ... di Borgo S.Donnino
il loco di S.Maria di Costamezzana detta Chiesiolo quel loco era del Convento
nostro di Parma detto S. Luca e non volendo noi annullare ne contraddire alle
loro ordinazioni ...ordiniamo e affermiamo che detto oratorio di Santa Maria
del Chiesiolo sia dato, assegnato, e confermato adesso e per sempre al suddetto
Convento di S.Rocco di B.go S.Donnino (successivamente S. Pietro)”. (Archivio
di Stato di Parma, Fondo Conventi e Confraternite, Padri Eremitani di S.Pietro
di B.go S. Donnino, serie IV°, busta 7, lett. G H, n. 6)
Le
tracce di legami con i PP. Agostiniani Eremitani di Montebruno (antica località
posta sul caminus Januae in Val Trebbia, dove sorse l’antica Abbazia di S.
Maria di Patrania), citati nella pergamena suddetta, sembrano trasparire anche
da atti notarili. Infatti, in numerosi lasciti testamentari (questo ha conferma
ancora una volta dell’importanza del luogo nei tempi antichi) il complesso è
ricordato come Convento della B.V. della Consolazione del Gisolo (Archivio di
Stato di Parma, Fondo Conventi e Confraternite, Padri Eremitani di S.Pietro di
B.go S.Donnino, serie IV°, busta 7, lett. G H, n.13) o di Genova (Archivio di
Stato di Parma, Fondo Conventi e Confraternite, Padri Eremitani di S.Pietro di
B.go S.Donnino, serie IV°, busta 7, lett. G H, n.15).
Certo la dedicazione alla Madonna della Consolazione di Genova deriva dagli
stessi P.P. Agostiniani di Borgo S.Donnino che facevano parte di detta
Congregazione religiosa, ma questi legami e alcune peculiarità locali quali la
ricorrenza dalle oscure origini sul culto di S.Brigida d’Irlanda nella vicina
parrocchia di Tabiano Castello, avalla l’ipotesi per chi scrive, di profondi
contatti tra queste terre con la Val Trebbia e il transito di monaci e
pellegrini irlandesi in questi luoghi nel medioevo (Libertà, “La chiesa di
S.Brigida e i pellegrini irlandesi”, 2 settembre 1923).
L’esempio del ruolo strategico che queste vallate occupavano nei secoli scorsi
emerge dunque anche dai rapporti che questo modesto ed umile convento aveva
nell'ambito dei collegamenti viari europei!
Nel 1601 Papa Clemente VIII° elevò a Diocesi indipendente da Parma la Pieve e
Prevostura di Borgo S.Donnino (l’attuale Fidenza) e delle conseguenze di questo
scelta sul complesso di Santa Maria del Gisolo si dirà a breve…
Manoscritto Originale
Fonte: Archivio di Stato di Parma |
Il 24 novembre 1608 si finì di ricostruire la chiesa di S.ta Maria del Gisolo nel territorio di Costamezzana, dedicata all’Annunciazione della B.V., per i Padri Centuriati di Sant’Agostino che abitavano in quel luogo (opera citata v.a.A.Schiavi, La Diocesi di Parma, Parma, 1925, p.141; Bibl.Palatina di Parma, Trecasali, ms 439, f.866; A.Aimi A.Copelli, opera citata).
“Nel 1636 per l’invasione degli Spagnoli furono bruciate tutte le scritture
civili e criminali dell’ufficio di Borgo. Il 1° novembre gli Spagnoli rubarono le
padelle di bronzo delle saline di Salso, e bruciarono il fabbricato (A. Aimi A.
Copelli, opera citata) e la stessa sorte toccò ai fabbricati di Santa Maria del
Gisolo che era stata appena risistemata ma evidentemente in posizione troppo
scomoda per essere risparmiata dagli invasori.
Il 29 settembre 1699, dopo la visita pastorale del Vescovo, la Curia di Parma
ordina ai Padri Eremitani di riordinare l’Oratorio e provvederlo delle
suppellettili necessarie per potervi celebrare la Messa, la quale nei giorni
festivi dovrà essere celebrata dopo la Messa Parrocchiale della Chiesa di
Costamezzana. Tale riordinamento deve essere fatto entro due mesi dall’ordine.
Il 17 ottobre 1699 il Rettore del Convento di S.Pietro protesta per la visita e
per l’ingerenza del Vescovo di Parma (Archvio di Stato di Parma, Fondo Conventi
e Confraternite, Padri Eremitani di S.Pietro di B.go S.Donnino, serie IV°,
busta 7, lett. G H, n. 15).
Con la nascita della Diocesi di Fidenza la situazione di questo complesso
religioso era peculiare: gestito da un Convento posto in territorio di B.go S. Donnino
anche se territorialmente ubicato “fuori dalla porta” cioè nel territorio della
Diocesi di Parma!
“Il 13 settembre 1810 Napoleone decretò la soppressione di tutti gli Ordini
monastici nello Stato di Parma e Piacenza; a Borgo furono quindi soppressi i
conventi che ancora esistevano: i Cappuccini, le Bernardine, le Benedettine di
S.Giovanni e gli Agostiniani di S.Pietro” (A. Aimi A. Copelli, opera
citata).
Col qual fatto ebbero luogo le soppressioni di centinaia di chiese e conventi
che passarono in proprietà al cosiddetto Monte Napoleone, il quale rivendendo i
beni ai privati ricavò ingenti profitti.
Quindi il complesso religioso di Santa Maria del Gisolo seguì la sorte di tante
chiese: la soppressione dell’ordine monastico che la gestiva comportò la sua
vendita.
Oggi il complesso è di proprietà della famiglia Fulgoni.
Elisa Denti
Molto interessante, grazie.
RispondiEliminaGrazie e complimenti alla studiosa e ricercatrice Elisa Denti. Un lavoro teso ad erudire le persone attente e disponibile a conoscere la storia del nostro territorio, un lavoro che rende apprezzabile la mostra e il relativo impegno degli organizzatori un grazie per la disponibilità dei fotografi. Ancora una interessante iniziativa dell'Assessore Maria Pia Bariggi che da motivo di essere orgogliosi di essere cittadini di Fidenza.
RispondiEliminaL'Anonimo di Borgo