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domenica 2 dicembre 2018

Rino Sgavetta, mostra personale di dipinti e sculture a Parma



Non è da tutti compiere novantun anni, in forma, dopo vari problemi di salute, e il giorno dopo… inaugurare una mostra personale di dipinti e sculture!
Il personaggio è Rino Sgavetta, un vecchio solo per l’anagrafe, con l’entusiasmo di un ragazzino e tanta voglia di fare e mettersi in gioco, tra la meraviglia di chi lo conosce bene.
Il titolo della mostra è “ENERGIA VITALE”, titolo appropriato per una considerevole esposizione di opere, molte delle quali mai esposte (pochi conoscono la vasta produzione dell’Autore) ora letteralmente messe in luce - la luce ideale, quella radente - nella splendida, bianca e spaziosa “CHAOS ART GALLERY” di Vicolo Leon d’Oro, 8, a Parma.

L’inaugurazione di sabato 24 novembre ha visto riempirsi presto il luogo da tanti visitatori e Manuela Bartolotti, stimata critica d’arte, con una dolcezza che arriva subito al cuore, è riuscita a catalizzare l’attenzione dei presenti esprimendo a parole e dando significato in modo convincente a tutta l’energia, la passione e l’amore che si sprigionano dalle opere di Rino. 
Con mio piacere l’ho sentita rivolgersi al pittore chiamandolo “maestro” - esempio per chi, grazie a lui si è avvicinato alla pittura - soprattutto perché Manuela è fuori dal coro, non è di Fidenza, ed ha una visione panoramica dell’arte che spazia veramente lontano.
Presentando la rassegna, ha ripercorso un po’ la lunga vita artistica dell’Autore, dai ciclisti, da sempre la sua ardente inclinazione, alle vedute, rigorosamente dal vero, a colpi di spatola su una tela grezza di juta “che diventa da fondo a sfondo terroso, suggestivo quanto le increspature di materia che vi si sovrappongono”. Temi tra i più conosciuti del pittore.


Ha ricordato le sue sculture lignee degli anni più maturi, pezzi unici, “levando e levigando fino all'anima della pianta, assecondandone le venature, senza interrompere mai il flusso recondito della vita”. Soprattutto la sua continua ricerca e sperimentazione: “al colore si sono aggiunti i materiali, collages di giornali o di stoffa; è andato sempre più dissolvendo le forme, sintetizzandole in pennellate essenziali, dagli effetti d’un impressionismo sui generis perché denso, corposo, in evoluzione”.
Si è soffermata sui colori, i suoi colori, “i rossi, gli arancioni, il blu e gli azzurri col grigio, il nero che non è solo nero, un nero caldo, un nero col blu, un nero col rosso che giunge al viola, profondo, ancestrale, misterioso, in un impasto ricchissimo di contenuto dentro cui c’è la vita, quell’energia vitale che ha dato il titolo alla mostra”.
Colori riconoscibili, che Rino ha sempre curato e impastato da solo, che portano la sua firma anche se non è scritta, colori che io ho sempre amato perché li sento vicini alla terra, mi raccontano di una ricerca, colori scolpiti in altorilievo sulla juta… che variano con la luce e alle diverse distanze.
D’accordo con Manuela anche sull’energia che si sprigiona dalle sue opere che riprendono “cose abbandonate, vecchi muri e rottami, porte sbrecciate, piante marcescenti, antiche pietre… perché rivelano la corruzione del tempo… e sono segni della necessaria vitale trasformazione”. Cose insignificanti ai più, ma alle quali Sgavetta dona dignità rendendole protagoniste, ricercandone la parte poetica, con un gioco di rilievi - anche qui, dove utilizza spesso materiali di recupero - cui la luce dà nuova vita. In questo modo attira su di esse la nostra attenzione, le fa entrare nella storia, e ci aiuta a riflettere, perché niente vada perduto.
Energia vitale sempre più evidente anche nelle ultime sculture (due in mostra) dove non si vede più il legno, coperto da un giovane e gioioso smalto lucidissimo, e le forme “sempre più assottigliate, sfidano lo spazio come radici che si ritorcono nell’aria, flussi energetici che prendono forma, fiamme solidificate, slanci che sembrano non finire mai.  E non finiscono. - scrive Manuela - Sono vivi. Energia è arte per la vita alla potenza. La potenza è amore”.


Fra gli amici e ammiratori di Sgavetta presenti all'inaugurazione, anche Laura ed Enzo, che conosciutolo un paio d’anni fa e affascinati dalla sua arte, si sono prodigati per farlo esporre in luoghi diversi ed hanno predisposto per lui un blog. Essi, subito ritornati a casa, sull'onda delle emozioni avute in mostra, hanno pubblicato foto e freschi commenti che invito a vedere: https://rinosgavetta.blogspot.com/2018/11

I quadri e le sculture esposte hanno tutte un titolo che aiuta a capire e a entrare nel pensiero dell’Autore. Nelle foto che propongo non è sempre visibile. In ogni caso, come ho detto altre volte, i dipinti di Sgavetta sono difficili da fotografare. L’ideale sarebbe andare a vederli (possibile fino al 6 dicembre), perché l’incontro con un’opera d’arte è come l’incontro con una persona, solo dal vero riusciamo a capire se sarà un incontro passeggero che non lascerà traccia o se in qualche modo nascerà un’amicizia e il ricordo di essa, che ci ha toccato nel profondo, durerà per la vita.

Fidenza 27.11.2018                                                                  Mirella Capretti

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