Non è da tutti compiere novantun
anni, in forma, dopo vari problemi di salute, e il giorno dopo… inaugurare una
mostra personale di dipinti e sculture!
Il personaggio è Rino Sgavetta, un
vecchio solo per l’anagrafe, con l’entusiasmo di un ragazzino e tanta voglia di
fare e mettersi in gioco, tra la meraviglia di chi lo conosce bene.
Il titolo della mostra è “ENERGIA
VITALE”, titolo appropriato per una considerevole esposizione di opere, molte
delle quali mai esposte (pochi conoscono la vasta produzione dell’Autore) ora
letteralmente messe in luce - la luce ideale, quella radente - nella splendida,
bianca e spaziosa “CHAOS ART GALLERY” di Vicolo Leon d’Oro, 8, a Parma.
L’inaugurazione di sabato 24 novembre ha visto riempirsi presto il luogo da tanti visitatori e Manuela Bartolotti,
stimata critica d’arte, con una dolcezza che arriva subito al cuore, è riuscita
a catalizzare l’attenzione dei presenti esprimendo a parole e dando significato
in modo convincente a tutta l’energia, la passione e l’amore che si sprigionano
dalle opere di Rino.
Con mio piacere l’ho sentita
rivolgersi al pittore chiamandolo “maestro” - esempio per chi, grazie a lui si
è avvicinato alla pittura - soprattutto perché Manuela è fuori dal coro, non è
di Fidenza, ed ha una visione panoramica dell’arte che spazia veramente lontano.
Presentando la rassegna, ha
ripercorso un po’ la lunga vita artistica dell’Autore, dai ciclisti, da sempre
la sua ardente inclinazione, alle vedute, rigorosamente dal vero, a colpi di
spatola su una tela grezza di juta “che diventa da fondo a sfondo terroso,
suggestivo quanto le increspature di materia che vi si sovrappongono”. Temi tra
i più conosciuti del pittore.
Ha ricordato le sue sculture lignee
degli anni più maturi, pezzi unici, “levando e levigando fino all'anima della
pianta, assecondandone le venature, senza interrompere mai il flusso recondito
della vita”. Soprattutto la sua continua ricerca e sperimentazione: “al colore
si sono aggiunti i materiali, collages di giornali o di stoffa; è andato sempre
più dissolvendo le forme, sintetizzandole in pennellate essenziali, dagli
effetti d’un impressionismo sui generis perché denso, corposo, in evoluzione”.
Si è soffermata sui colori, i suoi
colori, “i rossi, gli arancioni, il blu e gli azzurri col grigio, il nero che
non è solo nero, un nero caldo, un nero col blu, un nero col rosso che giunge
al viola, profondo, ancestrale, misterioso, in un impasto ricchissimo di
contenuto dentro cui c’è la vita, quell’energia vitale che ha dato il titolo
alla mostra”.
Colori riconoscibili, che Rino ha
sempre curato e impastato da solo, che portano la sua firma anche se non è
scritta, colori che io ho sempre amato perché li sento vicini alla terra, mi
raccontano di una ricerca, colori scolpiti in altorilievo sulla juta… che variano
con la luce e alle diverse distanze.
D’accordo con Manuela anche sull’energia
che si sprigiona dalle sue opere che riprendono “cose abbandonate, vecchi muri
e rottami, porte sbrecciate, piante marcescenti, antiche pietre… perché
rivelano la corruzione del tempo… e sono segni della necessaria vitale
trasformazione”. Cose insignificanti ai più, ma alle quali Sgavetta dona
dignità rendendole protagoniste, ricercandone la parte poetica, con un gioco di
rilievi - anche qui, dove utilizza spesso materiali di recupero - cui la luce
dà nuova vita. In questo modo attira su di esse la nostra attenzione, le fa
entrare nella storia, e ci aiuta a riflettere, perché niente vada perduto.
Energia vitale sempre più evidente
anche nelle ultime sculture (due in mostra) dove non si vede più il legno,
coperto da un giovane e gioioso smalto lucidissimo, e le forme “sempre più
assottigliate, sfidano lo spazio come radici che si ritorcono nell’aria, flussi
energetici che prendono forma, fiamme solidificate, slanci che sembrano non
finire mai. E non finiscono. - scrive
Manuela - Sono vivi. Energia è arte per la vita alla potenza. La potenza è
amore”.
Fra gli amici e ammiratori di
Sgavetta presenti all'inaugurazione, anche Laura ed Enzo, che conosciutolo un
paio d’anni fa e affascinati dalla sua arte, si sono prodigati per farlo
esporre in luoghi diversi ed hanno predisposto per lui un blog. Essi, subito
ritornati a casa, sull'onda delle emozioni avute in mostra, hanno pubblicato
foto e freschi commenti che invito a vedere: https://rinosgavetta.blogspot.com/2018/11
I quadri e le sculture esposte hanno
tutte un titolo che aiuta a capire e a entrare nel pensiero dell’Autore. Nelle
foto che propongo non è sempre visibile. In ogni caso, come ho detto altre
volte, i dipinti di Sgavetta sono difficili da fotografare. L’ideale sarebbe
andare a vederli (possibile fino al 6 dicembre), perché l’incontro con un’opera
d’arte è come l’incontro con una persona, solo dal vero riusciamo a capire se
sarà un incontro passeggero che non lascerà traccia o se in qualche modo nascerà
un’amicizia e il ricordo di essa, che ci ha toccato nel profondo, durerà per la
vita.
Fidenza 27.11.2018
Mirella Capretti
GALLERIA
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