All’ombra del melograno
"... Per Fidenza oggi è un giorno particolare, in quanto è l'anniversario del bombardamento sulla città: una data che, forse, si è un po' stemperata nel ricordo ed è affidata alla memoria dei più anziani, in quanto il tempo, come sappiamo, attutisce e lenisce il dolore.
... e forse oggi proviamo, per certi aspetti, un'analoga sensazione da bombardamento e straniamento per quanto è appena accaduto a Sira, il cui funerale si è svolto tra le 10 e le 11, giusto l'orario in cui partirono da aeroporti della Puglia 73 aerei bombardieri - 73 così come il suo anno di nascita - che ci "raggiunsero" alle 14.50.
Il bombardamento iniziò alle 14.51, e l'orologio del tempo mi fa pensare a una sorta di parallelismo con questo istante e con lo stato d'animo che ci pervade adesso.
... Fidenza aveva "adottato" Sira: adesso come allora, in quel lontano, ma per certi aspetti vicino 1944, sento le due "anime" unite, e ognuno di noi dovrà cercare di dare un senso a tutto questo, per rielaborare e ri-costruire.
... così come è stato per la nostra città, così, come penso, avrebbe tanto desiderato Sira".
Riportiamo anche l'intervento dell'insegnante Giordana Tricò, a nome delle docenti del plesso Ongaro:
"Nonostante le limitazioni dovute alle problematiche che ben conoscete, abbiamo voluto fortemente realizzare questo primo momento da dedicare alla nostra collega Sira. Sentivamo il bisogno di avere qualcosa che potesse in qualche modo “sostituire” la sua presenza, qualcosa che ce la ricordasse e che parlasse di lei. Era necessario, però, che fosse vivo e vitale come era lei che riusciva sempre a dare forza e coraggio a chi le stava intorno con parole semplici e dirette che ti facevano capire che lei era dalla tua parte, sempre. Doveva portare gioia e allegria con i suoi fiori profumati come Sira era solita fare con il suo sorriso, la sua ironia e autoironia, le sue battute spiritose che riempivano l’aria di fresche risate. Ma doveva anche saperci proteggere con le sue fronde come tante volte Sira ha fatto con i suoi affetti più cari: la famiglia, gli amici, i suoi alunni, i colleghi. I frutti dovevano essere generosi e grandi perchè lei era così, generosa e grande, sempre pronta ad aiutare gli altri, coraggiosa e forte come una leonessa. Il melograno ha le caratteristiche giuste per poterla rappresentare e diventare simbolo di ciò che è stata Sira per tutti noi. Ci ha lasciato una grande eredità, ma una cosa su tutte vogliamo ricordare: la sua combattività. Ha lottato con forza, sempre con il sorriso sul volto nonostante nella sua mente avesse chissà quali pensieri. Ci ha insegnato ad affrontare con dignità la malattia, a superare la sofferenza strappando con i denti ogni momento di vita. Avere nel giardino della scuola un albero che parla di Sira ci sembra davvero importante e, in qualche modo, ci conforta e ci fa sentire che Sira è ancora tra noi".
Emozionanti, poi, le parole "in presenza a distanza" della sorella Debora, anch'essa docente del plesso Ongaro, che ha desiderato evidenziare come la scelta del melograno possa essere un qualcosa che molto accomuna allo spirito di Sira: per la caratteristica della pianta che tende i suoi rami come in un abbraccio, così come era quello di Sira per i suoi alunni, per il colore del frutto, il rosso che tanto amava Sira, per quel continuo fiorire e rinascere come segno di speranza.
La mattinata è poi continuata con il ricordo degli altri presenti, con gli interventi on line dei genitori e con la sensazione che Sira fosse proprio lì dal suo albero, presente in una giornata dal cielo luminoso come non mai.
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