Nel 1969 nasceva ufficialmente la Sezione fidentina di Italia Nostra.
Il verità il gruppo promotore da tempo operava sul territorio e raccoglieva assensi. La città era allora attenta ai valori di conservazione e tutela dei beni culturali compromessi dai bombardamenti bellici, penalizzate scelte urbanistiche successive dettate in parte da emergenze abitative ma anche da incoscienti ottusità.
La storia dei primi anni viene qui raccontata in un articolo pubblicato in quegli stessi anni dal periodico "PROPOSTA" edito dalle associazioni culturali della Bassa parmense e dalla sezione fidentina di Italia Nostra.
La rivista ebbe gloriosa ma breve storia. Attorno alla rivista si raccolsero figure importanti e molti di questi personaggi sono ancora attivi nel mondo della cultura e dell'arte. Ne ricordiamo solo alcuni: Giovanni Godi e Bruno Colombi di Soragna, i nostri Mino Ponzi, Roberto Marchetti, Don Amos Aimi e Vito Ghizzoni, e il parmigiano Marzio Dall'Acqua.
Ma è la fotografia che apre questo articolo che ci porta nel clima di quell'irripetibile momento fatto di entusiasmo e di concreta partecipazione.
A. P.
La Sezione fidentina di «Italia nostra» nasce di diritto nel dicembre 1968.
Già era viva un anno prima come gruppo affiatato e coraggioso. Fu di questo primo periodo giovanile, il risanamento della chiesa pericolante e abbandonata di S. Faustino (sec. XIII-XIV),con l'aiuto di volontari romani e tedeschi.
Il 1969 vide la sezione concentrare tutto il suo impegno per i bassorilievi antelamici della Cattedrale (sec. XII-XIII), che si stavano rapidamente rovinando.
Affrontò subito con decisione il problema importante e grave della salvaguardia dei valori artistici più preziosi della città.
Estese la sua sensibilizzazione alle scuole; preparò sul piazzale della Cattedrale una grande assemblea popolare. Il 22 giugno la città si riversò tutta davanti al Duomo. Fu una sera memorabile. I fantasmi delle antiche glorie comunali parvero riprendere vita nell'anima del popolo lì presente, in ascolto e in ricerca di risposte ai suoi interrogativi drammatici sull'invecchiamento e sulla morte dell'arenaria medioevale.
E davanti al Duomo, proprio come su il pulpito più bello offerto dal tempo, relatori di fama nazionale si avvicendarono per trattare il problema del restauro degli antichi bassorilievi.
Quell'esperimento così esaltante, fu tra i primi fatti in Italia.
Nel 1970 la sezione estese il suo programma di lavoro al consol1damento e allo scoprimento della facciata della Chiesa di S. Giorgio. Costruita nel Trecento dai nobili Cavalieri del Borgo, espressione raffinata di quell'epoca d'oro, si trovava in completo abbandono tra le macerie dell'ultima guerra. Staccate le sovrastrutture del portale settecentesco, ritornò alla luce la traccia dell'antica abside gotica e con essa una splendida lunetta affrescata. L'affresco raffigura S. Giorgio in atto di colpire il drago accanto ad una dama impaurita. L'affresco fu subito strappato a cura della Soprintendenza; venne restaurato ed esposto a Parma nella mostra di «Arte in Emilia 4».
Ritornò così ad essere ammirata una espressione di rara bellezza della civiltà artistica viscontea, rimasta nella nostra zona.
Venne messo alla luce l'arco trionfale dell'abside e sulla volta di questo arco si rinvennero serie di affreschi raffiguranti gli evangelisti.
La Sezione ormai maturata da esperienze così vitali, porta nel 1971 la sua azione sul territorio che forma il comprensorio di Fidenza, allacciando rapporti con le sue associazioni culturali.
Nasce così spontanea la proposta di un convegno che si tenne a Soragna, gentilmente ospitato dal Principe Bonifazio Meli Lupi nella sua splendida Rocca. Il convegno presieduto dalla stessa Soprintendente dott.ssa Augusta Ghidiglia Quintavalle, fu introdotto dal Principe in ordine alla conservazione del patrimonio storico, artistico e culturale della «Bassa Parmense».
Così la sezione aveva in pochi anni ritrovato il suo vero cammino a livello comprensoriale, perché i suoi valori che ama tanto appassionatamente hanno preso l'avvio e sono maturati nel suo comprensorio, il contesto, il polmone vitale da cui fu, ed è ancora, ossigenata.
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