La Prof.ssa Maria Pia Bariggi, Assessore alla Cultura del Comune di Fidenza, introduce la conferenza del Prof. Simone Ponzi ed illustra il programma di "Fidenza per Parma capitale della cultura" |
Della Camera dipinta del teatro fidentino, che il Consiglio comunale di Borgo San Donnino fece realizzare a Girolamo Magnani, Simone Ponzi, nella sua conferenza di lunedì 20 Settembre 2021, ci ha dato quella chiave di lettura che fino ad ora mancava. Una restituzione di significato che, pur rispettando la stupore estetico di chi ha l'occasione di ammirarla, esalta il messaggio risorgimentale e postrisorgimentale in un Borgo San Donnino che ritorna alla storia insieme all'Italia.
Casa Ronchey: allegoria dell'Italia |
Tutto ruota attorno a due date: 1861 anno di proclamazione del regno d'Italia, ma anche anno di completamento ed inaugurazione del nostro teatro che di Girolamo Magnani porta il nome, 1871 la Camera, dipinta dallo scenografo borghigiano, è patrimonio della città, tra queste date una serie di pitture, sempre del Magnani, decora il Palazzo Ronchey per volere di Amos Ronchey.
Casa Ronchey: il soffitto del salone |
Ronchey è stato patriota risorgimentale e capitano garibaldino, deputato in sei legislature tra il 1861 e il 1882 alla Camera dei deputati del Regno d'Italia e per la sua attività politica commendatore della Corona d'Italia.
Con loro, Magnani e Ronchey, si pone un Giuseppe Verdi che, oltre ad essere quel compositore che conosciamo, è stato deputato per Borgo San Donnino nel primo parlamento d'Italia. Non a caso sabato 26 ottobre del 1861 una sua opera, "Il Trovatore", inaugurò il "Nuovo Teatro Municipale di Borgo San Donnino".
Tutto questo è cronaca e storia, ma è anche il contesto in cui collocare le parole di Simone Ponzi nella sua conferenza "LA STANZA DIPINTA DI GIROLAMO MAGNANI", momento di presentazione del ciclo di incontri "Giuseppe Verdi, deputato per Borgo San Donnino nel primo Parlamento nazionale, il suo Teatro e la sua Camera acustica" di FIDENZA PER PARMA CAPITALE DELLA CULTURA 2020-2021
A.P.
«La camera acustica del Magnani è una sorta di gioiello nel gioiello e come tutti i capolavori dell’arte nasconde messaggi, suggerisce confronti, porta suggestioni. Ciò che mi ha colpito e mi ha spinto a leggere in profondità questa “camera da ballo” (dipinta nel 1871, dieci anni dopo l’inaugurazione del Teatro fidentino, da un Magnani che si conferma dotato di un talento pittorico portentoso) è la simbologia che contiene e che rimanda ad un altro capolavoro custodito nel centro storico fidentino, sconosciuto ai più: la serie di pitture di Palazzo Ronchey, dove Magnani dipinge una vera e propria apoteosi del Risorgimento, testimoniata dai quattro monocromi nella sala centrale, con gli eroi del neonato stato italiano: Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele, Mazzini.
È in questo clima di forte patriottismo di grande impegno civile che Magnani, affronterà anche il compito di dipingere la camera acustica: dieci grandi tele che simulano l’ideale prolungamento del Teatro e aprono a una visione di luce e spazio che lascia sbalorditi. E vi cela un messaggio: dietro il ripetersi del rosso e del verde delle gemme incastonate nell’architettura scenografica, con la presenza continua del bianco, pare significativo il rimando al tricolore italiano.Confronti, letture che portano ancora una volta a intrecciare la grande storia dell’arte italiana con i personaggi, i protagonisti della storia fidentina».
Le pitture di Palazzo Ronchey
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